Il lunedì mattina non era mai facile, ma alzarsi in ritardo e saltare la colazione non aiutava, perciò fui felice quando Benedetta, sull'autobus, mi stupì con una brioche che estrasse da un sacchetto che teneva in mano, mostrandomi un sorriso radioso.
"Cosa succede?" domandai, sedendomi con sospetto vicino a lei e constatando che Enrico non era nei paraggi.
"Ne vuoi una?" domandò la mia amica con allegria, sventolando il cibo sotto al mio naso e facendo brontolare il mio stomaco per la fame.
"Come mai sei così gentile stamattina?" mi informai, addentando una brioche e gustandomi il suo dolce sapore.
Benedetta si agitò sul posto, poi si piegò verso il mio orecchio e sussurrò: "Mi ha baciata!"
Quasi mi strozzai per quella notizia inaspettata e cominciai a tossire, prima di chiedere: "Riccardo?!"
Lei mi guardò con un'espressine ovvia sul volto e replicò: "Secondo te, Liv?"
Annuii con entusiasmo e subito dopo portai le mie mani su quello di Benedetta e iniziammo a strillare come due stupide, attirando l'attenzione di tutti i passeggeri.
"Ha detto che continuava a pensare al nostro bacio" riprese emozionata la mia amica "ha detto che è stato uno stupido e poi ha detto che vuole stare con me"
Ricominciammo a urlare e ricevemmo una serie di sguardi confusi da parte degli altri, ma non ci importava, finalmente la nostra vita sentimentale stava andando per il verso giusto, finalmente eravamo entrambe felici.
Seguii le lezioni con più attenzione e riuscii persino a risolvere un esercizio di matematica alla lavagna, o per meglio dire, riuscii quasi a risolvere un esercizio alla lavagna perché feci tutto il procedimento correttamente ma sbagliai comunque il risultato, non sapevo per quale assurdo motivo, ma la mia testa si rifiutava di svolgere i compiti in maniera corretta. Doveva sempre inserire qualche piccolo errore.
Quando tornai al mio posto istintivamente guardai Elia e lui ricambiò, mimando poi una parola con le labbra: sce-ma.
Gli feci la linguaccia e tornai a concentrarmi sui miei appunti, sforzandomi per prenderne di nuovi senza perdermi tra i miei pensieri.
Finita le lezioni mi recai nuovamente in biblioteca perché dovevo ancora finire la famosa ricerca di storia, così mi avventurai ancora una volta tra gli scaffali, studiando i titoli sui volumi alla ricerca di quello giusto per me.
Ne trovai uno che attirò la mia attenzione, così lo sfilai dal suo posto, lasciando un buco che aprì uno spiraglio verso il corridoio parallelo al mio.
Immediatamente mi pietrificai con il libro in mano, incapace di muovermi o di parlare anche se sapevo che avrei dovuto scappare finché ero ancora in tempo.
Perché diavolo Mara mi faceva sempre questo effetto? Cos'era una chimera?
La ragazza aveva lo sguardo rivolto sulle pagine di un libro, ma sentendosi osservata sollevò gli occhi e incontrò i miei pieni di paura. L'espressione seria sul suo volto si trasformò in una smorfia divertita e in un lampo si mosse, svoltando l'angolo e parandosi davanti a me.
Come una scema non mi ero spostata di un millimetro.
"Finalmente sole" esordì, sovrastandomi e avvicinando pericolosamente il suo viso al mio. Nelle sue pupille potevo leggervi sadismo, si divertiva pazzamente a spaventarmi, godeva ad avere tanto potere su di me.
E io odiavo tutto questo.
"Lasciami stare" riuscii a dire e feci per andarmene, ma lei allungò un braccio e sbatté una mano sullo scaffale, vicino alla mia testa, impedendomi così la fuga. Allora provai dall'altro lato, ma lei fece la stessa cosa, intrappolandomi.
"Non puoi scappare, Liv" sibilò, troppo vicino a me, potevo sentire il forte profumo della sua colonia che mi dava la nausea.
"Sei una stronza" mormorai, facendole sorgere un sorriso sulle labbra e provocandomi ancora più irritazione. Qualcosa dentro di me scattò, e provai a replicare la tattica usata precedentemente, sollevai una gamba, pronta a colpire il suo piede, ma lei fu più veloce di me e si spostò appena in tempo, evitando così il mio colpo, poi mi afferrò per la maglietta, appena sotto al collo, e mi tirò verso di lei, guardandomi con occhi minacciosi.
"Ho avuto il naso gonfio per mesi, per colpa tua" ruggì, mentre cercavo di liberarmi dalla sua presa senza successo.
"Te lo sei meritato" mi sentii dire, sorpresa io stessa da quelle parole che non credevo avrei mai avuto il coraggio di pronunciare.
Mara assottigliò gli occhi e mi fulminò, raggelandomi, poi mi spinse con la schiena contro gli scaffali e infine disse: "No, sei te che meriti lo stesso trattamento"
Oh accidenti, non voleva davvero...
Vidi il braccio di Mara spostarsi all'indietro per preparasi al colpo, notai lampi di rabbia nelle sue pupille prima che io chiudessi le palpebre e trattenessi il respiro, pronta all'impatto imminente, ma ad un tratto un gran trambusto mi costrinse a ridestarmi.
Mara era per terra con lo sguardo sorpreso e davanti a me c'era un ragazzo con i capelli scuri e ricci, il fisico robusto e la cartella sulle spalle.
Dopo un attimo di confusione lo riconobbi, era un mio compagno di classe, sedeva sempre in prima fila e parlava poco, non avevamo mai avuto occasione di conversare, ma nonostante questo era intervenuto in mio aiuto.
"Diego!" esclamai, avvicinandomi a lui per ringraziarlo, quando Mara si rialzò arrabbiata e tuonò: "E tu chi diavolo sei?"
Notai il viso di Diego farsi pallido e istintivamente fece un passo indietro, Mara incuteva terrore a tutti quanti con quel suo sguardo da pazza.
"Ragazzi" la voce della bibliotecaria sopraggiunse alle spalle di Mara e poco dopo una signora di mezza età con gli occhiali spessi fece la sua comparsa tra di noi "cosa sta succedendo?"
Mara strinse i pugni in segno di frustrazione, ma aveva perso la sua occasione di vendicarsi, così fece buon viso a cattivo gioco, si girò verso la signora con un sorriso gentile e disse: "Niente. Non si preoccupi"
Poi, dopo aver rivolto un ultima occhiataccia a me e poi a Diego, si incamminò verso l'uscita a grandi passi, ribollendo di rabbia. Un altro set per me! Anche se dovevo tutto a Diego.
Mi girai verso di lui mentre la bibliotecaria se ne andava e gli mostrai un sorriso riconoscente dicendo: "Grazie a te sono salva"
Lui arrossì violentemente e iniziò ad agitarsi, torcendosi le mani per l'imbarazzo, poi balbettò qualcosa sottovoce e si dileguò velocemente, lasciandomi confusa e un po' spaesata.
Stavo per abbandonare anch'io quel posto, quando notai qualcosa sul pavimento, esattamente nel punto dove si trovava Diego poco prima. Mi chinai per raccoglierlo e, mentre lo facevo, una strana sensazione di familiarità mi pervase... conoscevo quella carta...
Presi il bigliettino con mani tremanti e quando lo aprii, mi mancò il respiro: Tra tutte le parole scritte, tu sei quella che esprime meglio il mio amore. Tuo E.
Rimasi immobile, sbalordita per quella scoperta, incapace di trovare una spiegazione, con quella frase ben impressa nella testa e il foglietto ancora tra le mani.
Oh cavolo, Diego era E.?!
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Tuo E.
RomanceOlivia, ragazza imbranata ma sognatrice, si è da poco trasferita in un nuovo liceo, quando comincia a ricevere anonimi biglietti d'amore, firmati Tuo E. Tre sono i possibili candidati nella testa di Liv: Elia, suo compagno di classe nonché rapprese...