Okay

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Il giorno dopo aver rifiutato Enrico mi sentivo un po' triste e in colpa, nonostante lui facesse finta di niente, quando i nostri occhi si incrociavano potevo leggervi il dolore, e questo mi straziava perché non avevo mai voluto far soffrire nessuno.

Così mi ritrovai a sorridere, seduta al tavolo della mensa con gli altri, anche se avrei voluto semplicemente starmene in disparte, mio malgrado finivo sempre coinvolta in accese discussioni.

"Non posso mangiare il tuo dolce" stava dicendo Elia con un'espressione stanca e un po' irritata sul volto.

"Perché no, guarda che è venuto bene stavolta" si giustificò Edoardo, spingendo una fetta di crostata sotto al naso dell'amico.

"Ci sono le pesche" replicò con voce piatta Elia "Sono allergico"

Edoardo assunse un'aria offesa e rispose: "Non serve inventarsi queste scuse per rifiutare i miei dolci. Mica mi offendo"

"La tua faccia dice il contrario" intervenne Benedetta, lanciando un'occhiata a Edoardo che la fulminò con gli occhi.

"È molto buona, in realtà" disse Enrico, addentandone un pezzo con gusto.

"Sono davvero allergico alle pesce, idiota" ribatté Elia, sempre più irritato con Edoardo che non smetteva di insistere.

"Peggio per te allor..." Edoardo non riuscì a finire la frase perché qualcuno piombò alle sue spalle, buttandosi di peso sulla sua schiena e facendo ciondolare mollemente le braccia intorno al suo collo.

"Edo, mi sei mancato tanto questa mattina" disse con voce mielosa Clara, ma il ragazzo non sembrò gradire la cosa perché cercò di liberarsi della sua presenza, spostando le braccia della ragazza lontano da lui.

"Clara, quante volte ti ho detto di non appiccicarti così a me?" domandò Edoardo frustrato, lanciando poi un'occhiata verso di noi per studiare le nostre reazioni: eravamo tutti un po' sorpresi e imbarazzati per la libertà che questa ragazza si prendeva ogni volta. C'era da dire che non le mancava il coraggio e, in realtà, un po' la invidiavo.

"Oh" esclamò Clara, accorgendosi finalmente della nostra presenza e ignorando il rimprovero di Edoardo "Ciao ragazzi" senza aspettare un invito, afferrò  una sedia dal tavolo di fianco e la unì al nostro, prendendovi poi posto.

"Ciao Clara" risposi per prima, mostrandole poi un sorriso per dimostrarle che la sua presenza non mi infastidiva, anzi la trovavo davvero divertente, nonostante la sua esuberanza.

"Non devi andare dalle tue amiche?" provò a mandarla via Edoardo, lasciandosi sfuggire un sospiro.

"No, voglio stare qua con te, loro le vedo tutto il giorno" replicò lei, allargando le labbra in un radioso sorriso.

Benedetta non riuscì a trattenere una risatina e commentò ironicamente: "Ma non ti stanchi mai di inseguirlo?"

Clara spostò la sua attenzione su di lei e, con molta tranquillità, rispose: "No, come dice sempre la mia compagna di classe Beth, l'amore è come un aquilone"

Restammo tutti confusi da quell'affermazione anche se notai la bocca di Elia sollevai leggermente, poi Enrico si fece avanti, chiedendo delucidazioni: "Cioè?"

Clara lo guardò dritto negli occhi con sicurezza e spiegò: "Se lasci andare il filo, è perso per sempre"

"Non ha senso" ribatté scettico Edoardo, che probabilmente si sentiva un po' a disagio in quella situazione, solitamente era lui che ci provava spudoratamente con le ragazze e non il contrario.

Mentre loro due discutevano animatamente sul significato di quella frase, io mi persi nei miei pensieri, osservando prima Edoardo, poi Enrico e infine Elia: nessuno di loro aveva lasciato andare il filo che mi teneva legata a loro, ma qualche volta c'erano state folate di vento così forti da cambiare la direzione dell'aquilone e portarlo sulla giusta strada, una strada forse difficile da percorrere, ma sicuramente ricca di scoperte entusiasmanti.

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