Sessanta

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«Aaron come sta?» mi domanda Bryan mentre io, lui e Finn cerchiamo di cenare. 

In realtà siamo tutti storditi dalla situazione, non abbiamo molta concezione di quello che sta succedendo. Non abbiamo come scopo principale parlare, bensì mangiare poco ma in fretta e poi tornare in camera. Non vedo l'ora che sia domani per fare il tampone, sperando sia negativo. No, sarà di certo negativo. 

Alzo lo sguardo e guardo per un istante, dal mio posto da capotavola, Finn, che è nel lato opposto e poi mi concentro sul mio fratellino che è a metà tavola. 

«L'ho lasciato» dico semplicemente mentre Finn quasi si soffoca con l'acqua che ha appena ingerito. 

«Tu cosa?» si stupisce Bryan 

Faccio spallucce: «Non mi va di parlarne, okay? Preferirei che prima trascorresse un po' di tempo e poi ti racconto tutto» cerco di convincerlo del mio dolore che c'è ma non così tanto

Lui annuisce e non posso evitare di guardare il sorriso che nasce sul viso di Finn. 

Quasi mi fa paura il silenzio con cui finiamo di cenare e poi ci dirigiamo ognuno nella propria stanza. 

Neanche a pensarlo, Finn mi telefona all'istante: «Stai bene?» mi domanda premuroso 

«Ehm, sì» rispondo non sapendo cosa dire 

«L'hai lasciato veramente?» indaga 

«Sì» ammetto

«E come ti senti?» continua 

«Beh...» prendo un grande respiro mentre mi siedo sul mio letto «bene. Cioè, pensavo di stare peggio ma... è come se mi fossi tolta un peso di dosso»

«Probabilmente il peso non era Aaron ma la situazione in generale» opina 

«Già, probabilmente è così» mi convinco

Poi cala il silenzio, ma il suo tono di voce non mi convince.

«Ma scusa, non sei contento che ho lasciato Aaron?» chiedo

«La cosa che più mi interessa è che tu stai bene con la scelta che hai fatto, il resto viene dopo»

E qui mi rendo conto che è vero che ho perso una persona meravigliosa come Aaron, ma ho la fortuna di avere una persona unica nel suo genere come Finn. 

«Lo so che non dovrei chiedertelo ma-» incomincio titubante ma lui mi interrompe sicuro

«Sì, ti aspetto in camera» mi dice semplicemente

Così mi preparo e per prepararmi intendo semplicemente darmi una controllata allo specchio, indossare la mascherina e portare con me il cellulare. 

Lo so, non dovrei farlo, ma mi manca il contatto con lui e negli ultimi giorni siamo praticamente sempre stati insieme, in qualsiasi senso, e quindi se siamo positivi, lo siamo entrambi. 

Esco piano aprendo la porta e noto che tutto il corridoio è buio se non illuminato da alcune piccole abat-jours. In veloci e silenziosi passi raggiungo la porta della camera di Finn e ci entro senza nemmeno bussare, ovviamente. 

Sospiro non appena lo vedo in piedi vicino al letto che piega la coperta. 

Com'è bello. 

Mi tolgo velocemente la mascherina e la appoggio assieme al cellulare sulla prima superficie che trovo, che in questo caso è una mensola. 

Corro veloce nella sua direzione e lo abbraccio fortissimo. 

«Quanto mi sei mancato» sussurro

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