Tredici

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Mi guardo allo specchio indecisa. Indosso un vestito nero fin sopra il ginocchio, forse un po' troppo scollato.
Sbuffo e cerco mia sorella Kimberly.

La trovo, dopo una estenuante ricerca, in salotto con Elliot.
«Ma guarda che voi donne mica siet-» mio fratello smette di parlare con la ragazza e incomincia a fissarmi non appena entro nella stanza.
Faccio finta di non vederlo e mi concentro su mia sorella:«Kimberly» la chiamo mentre lei mi sorride «secondo te sto bene vestita così?» domando
«No» si intromette duro Elliot «sei troppo scollata» commenta
«Lo pensavo anche io» rispondo guardando di nuovo il vestito sul mio corpo, ma non vengo minimamente calcolata dai due, dal momento che Kimberly se la prende con lui.
«Ma stai zitto» lo attacca dura «scommetto che vedere le tette delle altre ti piace»
«Non quelle di mia sorella, cazzo!» esclama il ragazzo
«Grace stai da Dio!» si rivolge velocemente a me per poi tornare su di lui «Devi cominciare a capire che le ragazze possono vestirsi come cazzo vogliono» continua
«Lo so!» risponde agitato «ma se magari non vedo le tette e il culo di mia sorella sto meglio»
Kimberly gli risponde, ma non la sento: me me vado prima.

Fanculo, vado alla festa così e mi diverto.

Salgo velocemente in camera e mi prendo lo zaino con dentro i vestiti e l'occorrente per passare la notte fuori casa.
Uscendo dalla stanza, intravedo dalla parte opposta del grande e spazioso piano Bryan.
Non lo guardo nemmeno e scendo al piano di sotto, per poi uscire di casa.

Dopo essermi sistemata un'ultima volta con Emily, insieme andiamo alla festa. Questa è diversa dalla precedente: è, incredibilmente, all'aperto. La geste è ovunque, nonostante il parco sia abbastanza grande. La musica è pimpante e, fortunatamente, non si sente l'odore di alcool.

Pensandoci, non sono certa che questa festa sia del tutto legale per quanto riguarda il regolamento del Campus.

Seguo Emily che si reca subito verso la zona bar e prende due cocktail.
«Ma quello è un biliardo?» mi domanda la mia amica
Mi giro verso la direzione da lei indicata e rido annuendo.
Senza averlo deciso, ci dirigiamo in quella direzione.
Assistiamo attentamente alla, penosa, partita di alcuni ragazzi.
«Mi sto annoiando» ammette la ragazza
«Anche io» commento sbuffando
«E se andassimo davanti alla console?» mi chiede indicando la grande folla davanti al dj
Annuisco contenta.

Ho voglia di musica e di svagarmi. E, stranamente, di ballare.

Ci posizioniamo, dopo una dura lotta con le persone, più o meno al centro della folla, in modo tale da avere il volume giusto della musica. Con ancora i nostri cocktail, io e la mia amica cominciamo a ballare a a cantare le hits che il dj suona.
Il testosterone aumenta attorno a noi due, ma non gli diamo importanza. I due ragazzi che si sono avvicinati a noi, cercano di intraprendere un ballo con noi. Dopo aver finito i nostri forti cocktail, glielo concediamo. Se il moro si concentra su Emily, il biondo si avvicina a me e, per proteggere la sua incolumità, non allunga le mani, ma semplicemente balliamo insieme.

Ad un certo punto, sento una mano toccarmi una chiappa. Dopo aver capito che non è il mio compagno di ballo, mi giro con sguardo minaccioso.
Mi ritrovo lo sguardo seducente di Aaron.
Da una parte, sono contenta che sia lui, ma dall'altra, non doveva permettersi di farlo, non qui.
«Scusa» esordisce il biondo nei confronti di Aaron «chi sei?» con tono di voce alto, per farsi sentire nonostante la musica
«Chi sei tu» risponde duro «io sono il suo ragazzo»
Il biondo, mi guarda non capendo
«Non è nessuno» gli spiego
Non posso neanche sentire la sua risposta, dal momento che il braccio possente di Aaron mi trascina fuori dalla folla.

Il ragazzo mi conduce vicino ad un albero del parco, non troppo lontano dalla folla. L'unico motivo per cui l'ho seguito, è per attaccarlo:«Ma come ti permetti!» incomincio dura accusandolo «Non potevi lasciarmi in pace?» domando
«Non ti fai sentire da due giorni» incomincia agitato. Posso vedere il riflesso delle luci della festa nei suoi occhiali «Te ne sei andata con tuo fratello, sei sparita» continua nervoso «Poi vengo qui e ti trovo a ballare con un ragazzo»
Lo guardo male:«E quindi? Non sei il mio ragazzo!» esclamo
Lui si avvicina lentamente a me, per poi sfiorare con le sue labbra il mio orecchio:«Quando però stiamo insieme ti diverti»

Non capisco perché me lo dice all'orecchio. Con la musica di sotto fondo, non ci sentirebbe comunque nessuno.

Deglutisco piano e mi allontano per guardarlo negli occhi:«Il fatto che io venga a letto con te non ti da il diritto di esclusiva» rispondo
Il ragazzo si fa serio:«Non voglio che nessuno ti tocchi oltre a me» dice sicuro
«Non puoi impedirmi di divertirmi» sancisco
«Lo so» ammette «ma non voglio pensare che qualcuno ti possa toccare»
Lo guardo dritto negli occhi e mi mordo il labbro. Aaron deglutisce piano.
Mi avvicino, anche io, al lui:«Perché ti piace toccarmi» gli dico sulle labbra
Sorride:«Piace anche a te farti toccare» risponde con tono molto, molto profondo.
Mi allontano da lui:«Non ti azzardare più a fare scenate di questo tipo» ritorno seria
Mi guarda attentamente:«E tu non dire più che non sono nessuno»
Lo guardo male:«Cosa dovrei dire?» domando non capendo
«Che sono il ragazzo che ti fa venire ogni volta che vieni a letto con me»
Cerco, disperatamente, di reprimere l'imbarazzo e lo guardo con sfida:«Oh» esclamo «se è per questo, vieni sempre anche tu»
Aaron sorride soddisfatto: era quello che voleva.
«Vaffanculo» gli dico prima di decidere di allontanarmi.
Il suo braccio ferma la mia fuga e mi fa girare verso di lui.
Lo guardo in attesa:«Non farti toccare» incomincia serio «e domani ci vediamo da me»
Mi innervosisco per il suo carattere autoritario. Mi libero bruscamente dalla sua presa, che non era nemmeno forte:«Vaffanculo Aaron» concludo prima di immergermi nuovamente tra la folla, alla ricerca della mia amica.

Dopo averla finalmente trovata, noto che è tra le braccia del moro, e, mal volentieri, li interrompo.
«Se vuoi dormo da Aaron» le propongo cercando di non farmi sentire dal ragazzo
Lei mi guarda:«Non ci pensare» sorride.
Sorrido anche io.

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