Trentasette

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«Sono alcune settimane che sei più giù del solito» esordisce David, il mio psicologo, dopo avermi fatto le solite domande di routine «e non mi vuoi dire che cosa ti succede»

Lo guardo, un po' intimidita.

«È fondamentale che tu sappia che puoi dirmi tutto quello che ti passa per la testa» si assicura

Prendo un gran respiro, rimanendo in silenzio.

«Hai detto che tua mamma ha accolto un amico di tuo fratello in famiglia, giusto?» chiede conferma

Annuisco.

«Che rapporto avete voi due?» indaga

Sospiro silenziosamente, ripensando al ragazzo: «Finn è un ragazzo simpatico, tranquillo...» cerco di rimanere nel vago

«Avete mai avuto occasione di rimanere da soli?» continua

Annuisco: «Una sera mi ha aiutata con un attacco di panico» racconto, senza fornire troppi dettagli

David alza un sopracciglio, stupito delle mie parole.

«E mi ha fatto compagnia durante la settimana del giorno del ringraziamento» aggiungo

«In che senso?» non capisce

Deglutisco piano: «Mi ha fatto compagnia durante la notte»

Il giovane uomo si stupisce maggiormente.

«Poi ho scoperto che mia madre l'ha pagato per tenermi sotto controllo»

«E tu ti sei sentita presa in giro...» ipotizza

Annuisco: «Ora però vive con noi e lo considero uno di famiglia»

«Lo è?» indaga

Lo guardo senza capire: «Sì» rispondo molto insicura

«Ti piace?» domanda schietto

«C'è un po' di attrazione tra di noi» racconto «ma no» assicuro «è un po' come un fratello»

David sospira: «Lo dici perché lo speri o lo dici perché è davvero così?» mi domanda diretto

Sorrido: «L'ho perdonato per quello che mi ha fatto e rimane comunque un bellissimo ragazzo» spiego «ma diciamo che non lo guardo più come un amico o comunque qualcosa di esterno alla famiglia»

Lo psicologo annuisce: «Quindi stai reprimendo i tuoi sentimenti» sancisce scrivendo qualcosa nel suo quaderno

«Assolutamente no» sancisco «c'è un altro ragazzo...» lo informo, per cambiare la focalizzazione dell'attenzione

Il ragazzo alza di nuovo il sopracciglio: «Quante cose mi hai nascosto?»

Sorrido timidamente: «Si chiama Aaron, andava al college con mio fratello Elliot» racconto «è anche lui simpatico, tranquillo...» descrivo rimanendo sempre nel vago

«Ti sei accorta che hai descritto entrambi i ragazzi allo stesso modo?» sottolinea

Abbasso la testa imbarazzata.

«Dimmi come li hai conosciuti» mi invita dolcemente

Sospiro: «Finn l'ho conosciuto perché ho accompagnato mio fratello Bryan ad una festa a casa sua. Quando sono andata a prenderlo, lui era ubriaco fradicio e Finn mi ha aiutata a caricarlo in auto»

David annuisce mentre scrive veloce con la sua penna verde.

«Aaron invece l'ho conosciuto in biblioteca. Mi ha aiutato con il mio computer, che si era bloccato»

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