«GRACE!» sento urlare il mio nome da fuori la porta della mia camera.
Esco velocemente dal bagno della mia stanza, con solo una maglietta addosso, e vado ad aprire la porta.Mi ritrovo il faccino di mio fratello Elliot, molto contento, che non mi dice niente, bensì si limita a tirarmi per un braccio e a farmi correre in giro per casa.
«Io stavo per lavarmi!» urlo mentre cerco di non ammazzarmi scendendo le scale.Entriamo in cucina e per poco non vado a sbattere contro l'isola, quando lui lascia la mia presa.
«Elliot!» lo rimprovero mentre lui prende in mano una bottiglia di spumante
«DOBBIAMO FESTEGGIARE!» esclama contento
D'un tratto mi ricordo cosa aveva da fare oggi:«Raccontami!» urlo anche io
«Mi hanno detto che mi faranno sapere» dice contentissimo «ed erano molto contenti»
Placo la mia imminente felicità e lo guardo seria:«Non ti hanno dato la conferma...» chiarisco
Lui mi guarda male:«Erano contenti!» mi spiega nuovamente, fermamente convinto «L'ho visto nei loro occhi!» continua
Sospiro e, dopo un attimo di esitazione, dopo aver visto la felicità di mio fratello, sorrido:«Dai» esordisco «festeggiamo!»Mentre Elliot incomincia a versare la bevanda nei bicchieri, io accendo le casse e avvio "All I do is win" di DJ Khaled.
È la canzone che ascoltiamo sempre quando in famiglia c'è qualcosa da festeggiare. L'ultima volta che l'abbiamo fatto, è stata quando mio fratello è entrato nei Blueville Devils. Era la prima volta che festeggiavamo qualcosa dalla morte di mio padre.
Da allora, non ci sono più feste. Nè compleanni nè Natale nè Pasqua e nè il Giorno del Ringraziamento. Non c'è più niente da ricordare nella nostra famiglia. Quindi, ci limitiamo a sorridere alle cose belle che ci accadono nella vita, non a degli stupidi anniversari.
Io e mio fratello incominciamo a ballare e a cantare a squarciagola girando per casa, bevendo il nostro buonissimo spumante.
«All I do is win, win, win no matter what!» incomincia Elliot
«Got money on my mind, I can never get enough» continuo io mentre mi verso ancora dell'alcool
«And every time I step up in the building» mi sostituisce
«Everybody hands go up» cantiamo insieme
Continuo poi a bere, molto.È come se avessi bisogno di bere, ma non per ubriacarmi. Ora come ora, vorrei solo addormentarmi. La notte non dormo per niente, mi sveglio spesso e rimango sveglia. A fare il riposino al pomeriggio ci provo, ma non ci riesco. Rivolgo quindi tutte le mie speranze nell'alcool.
Se io mi concentro sullo spumante, Elliot canta contentissimo. Balliamo felici in salotto fino a quando non sentiamo un urlo dalle nostre spalle:«Hey!» urla mio fratello Bryan «festeggiate senza di me?» domanda mentre Elliot abbassa la musica
Deglutisco piano, dal momento che non ho ancora intenzione di rivolgergli la parola, nonostante sia passati un po' di giorni.
Mi giro lentamente per guardarlo dritto negli occhi, con sguardo gelido, e mi ritrovo non una, ma ben tre persone: Bryan, Gabe e Finn. Se Bryan mi guarda spento, come fa da quando si è reso conto che non voglio parlargli. Gabe mi guarda deluso, come se lui non bevesse mai. E Finn, lo capisco più che bene, mi sta mangiando con gli occhi.Sorrido maliziosamente guardando il terzo e continuo a bere.
«Aiutami con i bicchieri e altro spumante!» esclama Elliot portandosi Bryan con lui in cucina.
Sentendo queste parole, non guardo nemmeno i ragazzi davanti a me e mi verso ancora da bere.
Ormai ho preso questa strada oggi. E la bottiglia è quasi finita. Lasciare solo l'assaggio in fondo alla bottiglia è maleducazione. Decido di prendermi questa responsabilità e, non troppo scocciata, finisco lo spumante.L'unica cosa che mi dispiace è che non ci sia la musica.
Gabe si avvicina a me mentre bevo il bicchiere appena riempito.
«Basta, Grace...» mi dice dolcemente cercando di prendermi l'oggetto di vetro dalla manoLo guardo male: sì, l'alcool assunto molto velocemente sta facendo effetto.
«Tu parli di smetterla?» dico dura tenendo il bicchiere ben stretto tra le mani «Lasciami stare!»
Il ragazzo mi guarda mortificato mentre io sposto lo sguardo sul Finn, che è alle sue spalle:«Questa volta non mi salvare» dico puntandogli il dito addosso «Non ho bisogno che nessuno mi salvu» esclamo «nessuno che si prenda cura di me!» continuo
Improvvisamente il mio bicchiere sparisce dalle mie mani e Gabe mi prende per la gambe, appoggiandomi su una sua spalla, come se fossi un sacco di patate.
Sento, che così facendo, il mio fondoschiena è completamente scoperto.
Mentre Gabe ha intenzione di uscire dalla stanza, alzo la testa rivolgendomi un'ultima volta a Finn.
Gli punto nuovamente il dito contro:«E non mi guardare il culo!» concludo, senza nemmeno guardare la sua reazione.Detto ciò, mi concentro sul fatto di non addormentarmi prima di raggiungere, deduco, la camera, ed è incredibilmente difficile. Non è tanto scomodo, ci dormirei volentieri in questa situazione.
Gabe mi adagia delicatamente sul letto, ma, amaramente, il ricordo di quando l'ha fatto Finn riaffiora e vince.
Abbraccio forte il mio cuscino, non contando il fatto che la maglia rimane molto alta, scoprendo anche parte della pancia.
Il ragazzo, essendo evidentemente in imbarazzo, deglutisce piano e subito dopo mi copre con una coperta.
Lo guardo, con la guancia ben attaccata al cuscino, e sorrido:«Grazie, fratello» sussurro
«Perché hai bevuto così tanto?» mi domanda sedendosi accanto a me sul letto.
Sorrido:«Dovevo festeggiare» dico «e non ho bevuto tanto!» puntualizzo
«Grace» sussurra guardandomi serio «di cosa parlavi prima?»
Non capisco di cosa stia parlando, capisco solo di essere tanto stanca.
«Quando parlavi con Finn...» specifica guardandomi dritto negli occhi
Faccio spallucce tirandomi la coperta fino alle spalle:«Non mi ricordo» mento «sono stanca morta» questo invece è vero.Il ragazzo annuisce ed esce silenziosamente dalla stanza. Sospiro quando la porte si chiude alle sue spalle.
Un po' brilla sì, ma non completamente rincoglionita. Non avevo voglia di dare spiegazioni e, in realtà, non so nemmeno perché ho detto quelle cose a Finn. È stata una cosa istintiva, non me ne sono nemmeno resa conto. E forse è questa la cosa che mi preoccupa di più. Non ci ho pensato, non ho pensato di accusarlo, l'ho semplicemente fatto. E questa cosa mi fa paura, perché non voglio perdere il controllo di quello che faccio, anche se in realtà, l'ho già fatto da un pezzo.
Mi dispiace per averlo accusato così duramente, davanti a Gabe. Ma ora come ora non mi interessa. Forse, non ho le forze fisiche per far sì che mi interessi.
Forse, per un nano secondo, riesco a capire Bryan. Perché quest'alcool assunto in modo così veloce, ma non eccessivo, mi sta facendo addormentare: finalmente.
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Shine ||
Teen FictionUn periodo un po' tormentato per la famiglia Baileys. Mentre la madre, vedova da un anno, è alle prese con la gestione del rinomato studio legale di famiglia, con l'aiuto della figlia maggiore, Kimberly, Elliot, il secondo genito, è alle prese con...