Quarantaquattro

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No.

Ho scelto Aaron perché si prende cura di me. Ho scelto Aaron perché mi ha sempre scelto fin dal primo giorno, non l'ho mai visto con nessun'altra ragazza che non fossi io. Ho scelto Aaron perché mi fa ridere. Ho scelto Aaron perché mi attrae, perché è bellissimo, non solo d'aspetto. Nei suoi modi di fare, nella sua risata, nei suoi sospiri.  

Ho scelto Aaron perché, quando scappo, lui mi viene a prendere e mi aiuta ad affrontare il problema, insieme.

«Tutto bene?» mi domanda il ragazzo

Guardo il bicchiere ormai vuoto dalla bevanda calda di fronte a me e sospiro.

La settimana degli esami è finalmente finita, Emily se ne è tornata a casa e anche Ophelia. Avrei avuto parlare di più con Emily, ma passa quasi tutto il suo tempo con Joshua e non voglio rintristirla con i miei problemi e la triste storia della mia vita.  

Ora, probabilmente, Finn sta facendo le valigie per tornarsene a casa e io sono qui, con Aaron, a pensare ancora alle parole di quel deficiente.

Guardo il ragazzo: «Perché hai scelto me?» gli chiedo

Aaron mi guarda senza capire.

«Cosa hai visto in me?» specifico la domanda

Il ragazzo sorride: «Lo vuoi davvero sapere?»

Annuisco sicura.

«Ti ho studiata per qualche giorno, prima di parlarti per la prima volta» racconta

Mi stupisco delle mie parole.

«Avevo capito che eri del primo anno, ma in te c'era qualcosa di strano»

Attendo che continui.

«Per quattro giorni di seguito ti sei sempre seduta nello stesso posto della biblioteca, vicino alla finestra che da sul parco»

«La maggior parte degli studenti non sceglie quel posto perché è quello in cui ci si distrae più facilmente» spiega «va sempre a finire che invece di studiare, il tuo sguardo si concentra sull'esterno ed analizzi il verde che ci circonda»

Annuisco.

«Ma la cosa che mi ha stupito è che tu eri sì distratta, ma non dall'esterno»

Deglutisco piano.

«In qualche modo, nella tua testa, c'era qualcosa che non ti stava distraendo dallo studio» ammette «ma dalla vita»

Guardo seria il ragazzo.

«Un giorno, un grande camion si è fermato davanti alla finestra» racconta «e ha suonato per almeno un minuto il clacson»

Mi stupisco delle sue parole.

«Tu non ti sei accorta di nulla» conclude «ma non stavi studiando» specifica «eri immobile con lo sguardo fisso, come poco fa»

Deglutisco piano.

«Così il giorno dopo mi sono seduto di fronte a te» sospira «e il resto lo sai già»

«Cosa ti ha spinto ha conoscermi?» indago

«Ero incredibilmente curioso di sapere che cosa ti passava per la testa»

Annuisco.

«Ma mi hai detto che non volevi una relazione...» ragiono a voce alta ricordando la nostra conversazione al riguardo proprio nello stesso bar di ora

«Perché lo hai detto tu» si giustifica

Non capisco le sue parole: «Ma...» sospiro

«Lo so» mi interrompe prima che io possa continuare con i miei dubbi «ma fingere di volere la tua stessa cosa era l'unico modo per mantenerti vicina»

Shine ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora