Quando apro i miei occhi noto che il mio corpo è su un suolo più comodo del pavimento della cabina armadio. Infatti, riconosco il mio letto.
Vorrei tanto sapere come diavolo ci sono finita qua.
Oltre al mio comodo cuscino, riposto sotto la mia testa, appoggiata al mio corpo c'è anche una coperta di lana.
Mi giro per vedere se c'è qualche anima viva in questa camera e il mio battito si ferma quando vedo l'ultima persona possibile.
Seduto sul pouf, con lo sguardo fermo sul display del cellulare, c'è mio fratello Bryan.
Lo sto guardando ancora con faccia decisamente stupita, quando lui si accorge del mio risveglio.
Si limita a sorridere leggermente e io, non sapendo cosa fare, ricambio.
Quando i secondi silenziosi aumentano di troppo per i miei gusti, prendo parola: «Che ci fai qui?» domando cercando di assumere un tono molto dolce
Bryan fa spallucce.
Deglutisco piano, non sapendo, un'altra volta, cosa fare.
«Aspettavo che ti svegliassi» dice poi d'un tratto con voce molto bassa e rauca
«Perché?» chiedo senza nemmeno accorgermi di star facendolo
Mio fratello mi guarda serio, quasi offeso dalla mia domanda: «Ero preoccupato» si difende
Annuisco, aprendo di nuovo il silenzio.
Questa volta però non dura più di due secondi.
«Non era la prima volta, vero?» domanda con tono sicuro. Stranamente troppo sicuro.
«Di cosa?» chiedo non capendo
«Che ti capitava» specifica
Deglutisco: «Gli attacchi di panico mi capitano abbastanza spesso» ammetto
«Era già successo con Finn?» chiede subito dopo
La sua domanda quasi mi spaventa, ma annuisco velocemente.
«Quando?» domanda in modo quasi impaziente
«A casa sua» incomincio a spiegare «mentre tu e Gabe eravate ubriachi fradici sul divano»
Alle mie parole vedo il suo viso cambiare fisionomia. Come se si fosse reso conto che non sono l'unica che non sta bene dentro questa stanza.
Bryan sospira piano, profondamente e tante volte. Pensa e pensa a cose che non saprò mai, tenendo i suoi occhi ben proiettati sul pavimento.
Poi alza lo sguardo e sento il quarto grado arrivare.
«Eravamo tutti a casa» esordisce tenendo le sue braccia piegate e ben appoggiate sulle sue ginocchia «tutti» continua «e tu» divide il suo discorso scandendo molto bene alcune parole «in un momento in cui faticavi a respirare»
Deglutisco, impaurita da cosa possa dirmi.
«Hai chiesto di Finn?»
Le sue parole mi sembrano quasi un'accusa.
«Sì» confermo.
Bryan: «E perché?»
Faccio spallucce non rispondendo.
Ho paura di un insulto o di una brusca affermazione di mio fratello, ma tace.
Si alza poi dal pouf e se ne va, in silenzio, senza pronunciare alcuna parola.
Io sospiro silenziosamente, senza chiedermi più cosa gli passa per la testa, e affondo la testa tra gli alti cuscini.
Dovrei lavarmi, ma non ne ho per niente voglia.
Quindi chiudo gli occhi e cerco di rimanere rilassata, nonostante i pensieri mi picchiettano molto.
Non posso più andare avanti così.
Devo decidere.
Finn o Aaron?
Finn mi fa un effetto strano. Mi piace tantissimo. Ma Aaron? Aaron si è sempre preso cura di me. Tengo tanto anche a lui.
Il fatto è che n-
Qualcuno blocca il mio ragionamento mentale bussando alla porta.
Decido di non rispondere e fingere di dormire.
La persona entra comunque e dopo pochi istanti sento un passo lento avvicinarsi al mio letto.
«So che non stai dormendo» sussurra la voce di Finn
Mantengo gli occhi ben chiusi mentre sento un rumore, probabilmente proveniente dal comodino.
Poi il materasso si abbassa e riconosco che il corpo di Finn.
«Come stai?» mi domanda accarezzandomi la guancia.
Maledizione. Come faccio a fingere di dormire se fa così?
«Sono stanca» dico semplicemente
«Hai bisogno di tanto riposo» afferma continuando ad accarezzarmi «ma devi anche mangiare qualcosa»
Alle sue parole apro gli occhi e lo guardo.
Mi guarda e sorride leggermente.
«Ti ho portato due muffin e del tè caldo» mi informa.
Alle sue parole scatto d'improvviso, staccando la schiena dal materasso e guardo il comodino alla mia destra.
Sopra di esso, c'è un vassoio con sopra un piccolo thermos, una tazza e vedo il profilo di due muffin, credo al cioccolato.Guardo di nuovo bene il ragazzo, appoggiandomi meglio con il braccio sul materasso per sostenere il peso.
«Grazie» sussurro
Solo in un secondo momento mi rendo conto che i nostri corpi sono molto più vicini di quello che pensavo.
«Vorrei che stessi meglio» mi confida «non voglio più vederti stare male»
«Sono stufa anche io» ammetto «ma non ci riesco»
Sbuffo rumorosamente.«Forse stai solo passando del tempo con le persone sbagliate...»
Guardo il ragazzo in maniera seria: «Stai parlando di Aaron?»
Finn annuisce.
Deglutisco piano.
«Devi prendere una decisione» mi spiega riferendosi a lui e ad Aaron «non è salutare nè per te nè per noi»
Annuisco.
«Lo so» confermo.
«Fallo solo» si schiarisce la voce «il prima possibile, okay?»
Annuisco.
«Sai ch-»
La sua frase viene interrotta da un altro battito sulla porta.E mentre mia madre fa l'ingresso in camera mia, io mi rendo conto che forse, una scelta tra i due, l'ho già presa.
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Shine ||
Teen FictionUn periodo un po' tormentato per la famiglia Baileys. Mentre la madre, vedova da un anno, è alle prese con la gestione del rinomato studio legale di famiglia, con l'aiuto della figlia maggiore, Kimberly, Elliot, il secondo genito, è alle prese con...