Capitolo 54

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BELLE

No Mercy - Zayde Wolf

C’è uno spettacolo più grandioso del mare ed è il cielo. C’è uno spettacolo più grandioso del cielo ed è l’interno di un’anima.
VICTOR HUGO

Non ho mai veramente odiato le feste. Certo la musica alle volte è troppo alta e ti fracassa i timpani, ma non è questo il problema. 

Il problema in realtà sono io. 

Non sono mai riuscita a integrarmi in posti del genere. Dopo che mi hanno inciso sulla pelle il famoso tatuaggio, vorrei solo rimanere in camera e fissarmi il braccio all’infinito. 

Ma ogni tanto bisogna fare uno sforzo e accettare che quella maledetta festa si farà proprio sotto i tuoi piedi. Quindi non mi resta altra scelta: devo rassegnarmi. 

“Possiamo rimanere in camera? Sennò andiamo a fare qualche cosa che tu non hai mai fatto” propongo con gli occhi da gatta a Dylan.

Sta fissando il mio braccio e accarezzando l’inchiostro nero da almeno dieci minuti, nei quali io non faccio altro che lamentarmi per il rumore che sento al piano di sotto. 

Ieri non gli ho parlato dell’idea che abbiamo avuto io e Jonathan e non l’ho fatto neanche quando l’amico di Grace ci ha fissato l’appuntamento per stamattina. Ho voluto fare qualcosa senza pensare troppo. 

“Non sono mai andato a una festa fidanzato, quindi credo che sia una cosa accettabile” ribatte, alzando lo sguardo su di me. 

Prende una ciocca di capelli tra le dita e me la porta dietro l’orecchio con dolcezza. Mi ha costretta a lasciare i capelli sciolti, o per meglio dire, mi ha tolto l’elastico e ha sciolto la coda alta, sostenendo che mi trova irresistibile quando ho i capelli sciolti. Era da un po’ che non lasciavo i boccoli liberi e mi mancava.

“Non mi hai detto cosa ne pensi” gli faccio notare, indicando la runa.

Sono stata fortuna, pensavo che sarei morta dal dolore.

“Immagino che se non avesse un significato conciso per te, non lo avresti fatto”

“Già, rappresenta un po’ l’infanzia mia e di Jonathan, a parte la runa ovviamente”

“E io che pensavo che sarei stato l’unico tra i due con un tatuaggio, mi toccherà farne un altro” emette una risata cristallina, ma si ferma quando nota che ho strabuzzato gli occhi.

Perché io non me ne sono mai accorta?

“Hai un tatuaggio?” domando sbalordita, fissandolo dall’alto verso il basso. 

Sarà anche colpa dei suoi vestiti neri, ma io non vedo nulla.

“Forse quando mi sono spogliato nella dépendance eri attratta da qualcos’altro” fa un sorriso malizioso e da parte mia si becca un pugno sulla spalla coperta dal tessuto nero.

“Me lo fai vedere?”

“Sei impaziente di vedermi senza vestiti?” si prende gioco di me con un sorriso a trentadue denti.

Sto per contrattaccare ma mi fermo quando si slaccia il bottone dei jeans e poi tira giù la patta. Abbassa di poco i boxer e alza la maglietta. Poco sopra la v dei suoi addominali, nel fianco sinistro c’è scritto TI VOGLIO BENE DYLAN con una calligrafia disordinata e imprecisa. 

Passo due dita sopra quella scritta e Dylan mugola di risposta. Inizialmente penso che gli stia dando fastidio, così d’istinto tolgo le dita dalla sua pelle, bensì quando Dylan mi afferra il polso e mi fa mettere nuovamente la mano sulla scritta, capisco che in realtà gli stava piacendo quella piccola carezza.

Noi Sott'acqua 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora