Capitolo 38

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BELLE

Cry Baby - The Neighbourhood
Lost The Game - Two Feet

Non c'è niente di più erotico dell'odore della pelle dopo aver fatto l'amore, quando è combinazione di Due. Ti rimane addosso e racconta complicità silenziose. Confonde confini. La pelle assorbe tutto...anche l'Amore.
LETIZIA CHERUBINO

Con le mani tremanti, giro la chiave nella serratura e apro la porta non appena sento il click familiare. Entro in casa, lancio le chiavi sul tavolino e mi sposto di lato per guardare Dylan.

"Prego Signor Jones, si accomodi pure nella mia dimora" imito un gesto tipico di un maggiordomo e chiudo la porta quando è entrato.

"Poi tra i due il lunatico sono io" borbotta tra sé e sé, trattenendo un sorriso.

Lo fulmino con un'occhiata e gli faccio segno di mettere le scarpe accanto all'ingresso.

"Scusa, procedura per non sporcare casa e non far impazzire mamma Howard" lo informo, senza che me lo chieda.

Lui alza le spalle come a dire che non c'è nessun problema e fa come gli ho ordinato.

Mi appoggio al muro e, mentre cerco di calmare il respiro, mi sfilo le scarpe con l'uso dei piedi.

Ecco, proprio oggi vorrei una delle solite scenate gelose di mio fratello. Me lo immagino mentre sbuca dall'arcata, che collega il corridoio al salotto. Vedo i lineamenti del suo viso, da modello di Calvin Klein, indurirsi e i suoi occhi azzurri assottigliarsi in due fessure mentre scruta la figura possente di Dylan. Sento che gli dice che non gliene frega niente se sono amici perché, se mi farà del male, non avrà pietà con lui.

Tuttavia ricordo a me stessa che James non fa queste scene da più di due anni.

Ora io sono il supporto di Dylan e Dylan è il mio supporto.
Ora io offusco la sofferenza con l'amore e Dylan offusca la sua di sofferenza con la passione che posso concedergli in questo momento.
Ora io sono matura e non credo più nelle favole, mentre Dylan crede nelle seconde possibilità.
Ora io piango in silenzio e Dylan mi asciuga le lacrime con amore.
Ora io non ho più mio fratello, bensì ho Dylan.
Ora Dylan non è più solo, bensì ci sono io che faccio da cerotto al suo dolore.

"Tutto okay, sventurata?"

Sbatto le palpebre più volte, rendendomi conto troppo tardi che mi sono imbambolata come una deficiente.

"Uhm, sì certo. Ero sovrappensiero e mi sono incantata" mi giustifico, prendendo gli occhiali da vista dal tavolino.

Me li metto e quasi sospiro grata. Lo so che non dovrei toglierli mai, essendo miope, ma ho perso talmente poco che neanche mi accorgo se ho gli occhiali oppure no.

"E a cosa pensavi?" mi sorride ammaliatore, Dylan, avvicinandosi pericolosamente.

Non posso fare a meno di sentire una punta di sarcasmo tra il suo timbro estremamente sensuale.

Ho già detto che assomiglia a un dannato dio greco? Sì, credo di sì.

Appoggia le mani al di sopra della mia testa, inchiodandomi al muro. Deglutisco a vuoto, con il cuore che pompa a mille.

Perché deve confondermi con uno solo sguardo?

"So che il mio fascino ti ha stregata, ma ti ho fatto una domanda sventurata" ribadisce, avvicinando il suo corpo al mio.

Oh beh, ora che ho un ammasso di muscoli addosso riuscirò sicuramente a ragionare come si deve.

Ormai il mio seno si scontra con il suo petto ad ogni respiro affannoso che rilascio; le mie gambe molli, invece, sono sorrette dalle sue toniche e, infine, i nostri visi sono così vicini che non riuscirei a spostare lo sguardo dagli occhi di Mr. Occhi Limpidi neanche un secondo.

Noi Sott'acqua 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora