Capitolo 35

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BELLE

i love you - Billie Eilish

Non sono infastidito dal fatto che tu mi abbia mentito, sono infastidito perché d'ora in poi non posso più crederti.
FRIEDRICH NIETZSCHE

"Sophie, Lauren datemi la mano"
Tendo le mani verso di loro e aspetto che obbediscano al mio ordine.

Non solo sono iperprotettiva ma anche ansiosa di qualsiasi pericolo esterno possa esserci.

Cristo sono così patetica!

"Ma Belle non andiamo da nessuna parte! Siamo sempre attaccate a te" ribatte Lau indispettita dal mio comportamento.

A giudicare dai suoi movimenti goffi, posso affermare che è presa da una forte emozione di adrenalina e non posso essere sicura che non si metta a correre da un momento all'altro.

La pazzia è di famiglia!

"Giuro che se non mi date la mano ce ne andiamo a casa!" sbotto, in preda ad una crisi di nervi.

Loro sbuffano, ma prendono le mie mani, dondolandole piano.

Appena siamo uscite di casa, congedando la mamma con un forte abbraccio, ho iniziato ad avere le mie paranoie da sorella preoccupata e apprensiva.

Sarò anche una rompi scatole, ma non mi si può dire che non so badare alle mie pesti.

Non avrei voluto oltrepassare l'uscio di casa, dopo la notizia riguardante la famiglia di Jonathan; avrei preferito rimanere a casa oppure tornarmene a Brooklyn per poter stare con il mio migliore amico. Farei di tutto per evitare di socializzare con una persona che non conosco.

No! Non vedo le mie piccole da un mese, Jonathan non sa che io conosco le sue sofferenze, non può prendersela con me e neanche io dovrei sentirmi in colpa.

Già Jonathan è già arrabbiato con me.

Oh, avanti sono con le piccole, mia mamma ha bisogno di me e anche le mie sorelle. Non può prendersela anche per questo. Anzi a dirla tutta non capisco il motivo della sua rabbia nei miei confronti; se lui non mi dice nulla io non posso tirare ad indovinare.

Okay, mi sono allontana da lui per stare con Dylan, ma non può farmene una colpa. Quando lui si frequentava con quell'energumeno, detta Jennifer, non mi sono lamentata più di tanto. Jennifer era...come dire...particolare, Dylan è criptico.

Dylan.

Non mi ricordavo neanche della discussione di stamattina, fino ad adesso. Ero riuscita a togliermelo dalla testa grazie ai problemi altrui e alle mie sorelle, è incredibile. Se fossi stata a Brooklyn, sarei ancora sul letto a rigirarmi e torturarmi con dei pensieri negativi e stupidi.

Devo vederlo!

Ma non ho neanche il suo numero di telefono per chiedergli dove si trova. Dovrò per forza chiederlo a Grace.

"Belle, sbrigati siamo quasi arrivate. Corri, corri!" urla Sophie, facendomi sobbalzare, poiché ero troppo occupata a bleffare tra i miei pensieri.

Mi tirano entrambe, costringendomi ad accelerare il passo. Mi ritrovo a correre sul sentiero sassoso, circondato da alti salici verdi. Non riesco neanche a fermarmi per poter dare un'occhiata alle meraviglie del Central Park di Manhattan, che queste due mi tirano più forte.

Il cuore inizia a pompare nella gabbia toracica e la familiare adrenalina risalirmi nelle vene. I muscoli delle mie gambe si tendono ad ogni passo accelerato.

Noi Sott'acqua 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora