Capitolo 3

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BELLE

Diamonds - Rihanna

Non mi rassegno al dolore.
Accettare il dolore equivale ad accettare la morte da vivi.
MANUEL PUIG

Siamo bloccate tra una fila di macchine, che sembra infinita. Dovevamo essere a Brooklyn circa quindici minuti fa, ma purtroppo il traffico non sembra dissolversi.

Questo non era per niente previsto nel mio ordine di marcia del giorno, ma cerco di calmarmi picchiettando le dita al ritmo della musica che ha messo Gree dalla mia playlist preferita.

Diamonds di Rihanna, rimbomba tra le pareti della macchina e mi fa ritornare una ragazzina.

Mi ricordo che l'ascoltavo, con il volume a palla nelle cuffiette, quando tornavo a casa a piedi dal liceo.

Parla di un amore travolgente, inoltre la cantante ripete spesso la frase "siamo come diamanti nel cielo".

E ancora una volta la mia attenzione viene riportata alle stelle.

Da piccola credevo che quelle luci, che stavano là su nel cielo a brillare, fossero diamanti e quando lo dicevo entusiasta a mia nonna, lei di risposta mi raccontava sempre una storia su di esse.

Un clacson assordante mi riporta alla realtà: in mezzo a una marea di auto appiccicate. Odio il traffico, mi sento oppressa, come se fossi senza respiro, schiacciata da qualcosa di soffocante; anche se l'unica cosa che è schiacciata è la macchina di Gree.

Lei si accorge del mio cambio d'umore improvviso e si sporge verso i sedili posteriori a prendere una bottiglietta d'acqua naturale. Me la porge delicatamente e io la ringrazio con un sorriso sincero.

Apro la bottiglietta e la porto alle labbra, bevendo a grandi sorsi il liquido che sento freddo attraversare la mia gola secca.

"A casa siamo in cinque. Sei, con te" comincia Grace con il tentativo di distrarmi.

Gliene sono grata. Se non avesse accennato lei l'argomento lo avrei fatto sicuramente io.

Oltre a Jonathan, anche loro sono al corrente del perché io sono venuta a proseguire i miei studi a Brooklyn?

No, Grace non mi farebbe mai una cosa del genere.

Certo parla di qualsiasi cosa a chiunque, ma è anche a conoscenza di quanto sia riservata rispetto a tre anni fa.

Se ci sarà il bisogno e mi fiderò abbastanza ne parlerò io. Sono curiosa, da un lato, di conoscere i suoi amici, ma dall'altro sono molto imbarazzata.

Dal canto mio, non pagherò nessun affitto, poiché Grace continua a ripetermi, ogni volta che accenno al discorso, che quella è anche casa mia, ma sapendo quanto sono ostinata ha promesso che mi farà preparare almeno la cena.

Mi ha raccontato che non c'è nessuno in grado di cucinare, senza bruciare qualcosa, là dentro e che quasi sempre vanno a mangiare fuori oppure ordinano le pizze. O almeno fino a oggi.

Conoscendola, so quanto sia negata ai fornelli, ma questo non vuol dire che non mi darà una mano, anzi me lo ha detto anche esplicitamente: 'non farai tutto da sola a turno ti aiuteremo tutti'. Sono felice di ciò. 

Noi Sott'acqua 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora