Capitolo 44

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DYLAN

Into it - Chase Atlantic

Uno poi si stanca di spiegarsi, di parlare, di cercare in tutti i modi di farsi capire. A volte bisogna semplicemente sorridere e mandare a fanculo.
CHARLES BUKOWSKI

"Vieni mamma" la invito a entrare nella stanza, non appena odo i suoi passi fermarsi davanti alla porta di camera mia.

Entra con un sorriso rassicurante, che si spegne nel momento in cui si guarda attorno con disappunto. Spero che non si metta a rompere i coglioni proprio ora. Sono a casa da solo ventiquattro ore e ho già ridotto la camera in una discarica, riesco a sentire il suo giudizio da qui. Non ho intenzione di abbandonare questa bizzarra lettura e non ho intenzione di alzare il culo da questo letto. Sono di pessimo umore, ho appena avuto una discussione accesa al telefono.

"Tutto okay?" la richiamo, dal suo stato di indignazione, mentre faccio l'indifferente con la testa china su questo libro assurdo.

Come cazzo fa Belle a trovare questa cosa poetica?

Forse sono semplicemente incazzato e non riesco ad apprezzare le parole di questo autore.

"Io sì. Tu piuttosto? Ho sentito urlare e le varie cose che hai buttato a terra, mi confermano che sei parecchio arrabbiato" constata, percorrendo, ancora una volta, con gli occhi la mia camera.

Ho visto questo libro nella libreria di Belle e l'ho preso in prestito a sua insaputa. Ero parecchio curioso di capire che cosa ci trovasse in Nicholas Sparks.

Si aspetta questo da me? Che io sia un lecchino? Preferisco di gran lunga John Green e i suoi libri senza lieto fine. È un autore che rispecchia molto di più la mia vita, se così si può dire. I protagonisti non sono per nulla simili a me, ma il finale è azzeccato.

"Sistemerò prima che arrivino gli ospiti, se è questo che ti preoccupa" la congedo, senza alzare lo sguardo dal libro.

Bellissima storia d'amore, beati loro, ma che cazzo di finale è? A stento trattengo una risata ironica.

Alzo lo sguardo verso la porta e vedo che mia madre è rimasta lì. Mi sta guardando come se avessi tre teste. Preferirei avere tre teste che sentire il dolore e la rabbia mangiarmi gli organi.

"Che c'è?" domando spazientito, interrompendo la lettura.

Appena arriva la mia sventurata, la rinchiudo in camera e le faccio vedere quanto romantico so essere. Degno di un romanzo alla E.L. James.

"Quella ragazza ti sta cambiando in meglio" esordisce, avvicinandosi al letto. Ecco ci siamo. Porca puttana perché non potevo andarmene fuori a litigare? "Ma è evidente che c'è ancora qualcosa che ti turba parecchio" si siede sul letto e tenta di toccarmi il braccio, ma io prontamente mi divincolo alzandomi in piedi.

Ecco perché sparisco quando sono arrabbiato. Perché non voglio leggere la compassione negli occhi delle persone che mi stanno accanto e perché non voglio che mi tocchino.

Devo avere io il controllo in queste situazioni.

Ma a quanto pare alla gente piace fare le teste di cazzo, si divertono a farmi impazzire, come poco fa.

Mi vuole mandare al culmine quello stronzo.

E poi c'è Nicholas Sparks che crede che le persone dannate come me possano avere un lieto fine, gli fa onore davvero, ma allo stesso tempo mi viene da ridere.

"Ti darò una notizia sconvolgente, mamma" punto i miei occhi sui suoi neri pece. Vederla là sul mio letto vulnerabile a causa di suo figlio, risveglia in me una scintilla di paura per quello che sono diventato e penso davvero di calmarmi, fino a quando non mi viene in mente il motivo per cui sono incazzato nero. "Sono sempre turbato. Da quando ho sette anni" sbotto, trattenendomi dal prendere a pugni il muro.

Noi Sott'acqua 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora