Capitolo 23

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DYLAN

I Wanna Be Yours - Arctic Monkeys

Mi bacia a lungo sulla bocca, poi si lecca le labbra, dice che sono il sapore della sua vita.
MARGARET MAZZANTINI

"Da nessuna parte. Voglio rimanere tra le tue braccia. Voglio essere cullata dalle note di questa canzone che diventa nostra. Voglio rimanere qui con questo bellissimo tramonto che viene nascosto dal mare. Voglio sentire la salsedine solleticarmi il naso e avere i capelli scompigliati dal vento. L'importante è che le tue braccia rimangano avvolte al mio corpo"

Le parole dolci di Belle rimbombano nella mia testa, come la musica messa ad alto volume a una festa.
E anche se è tremendamente sbagliato non posso fare altrimenti, se non darle ragione.

Ma comunque lei parla in questo modo perché non è conscia della verità. La verità è che abbiamo due anime ferite, ma non siamo simili. Non potrò mai essere come lei. Forse è proprio questo il motivo per cui le sto accanto. Voglio imparare a essere migliore e forse dovrei cominciare con il dirle la verità.

Sarebbe il momento giusto.

Ed è meglio che accada prima che sia troppo tardi. Lei mi sta donando tutto della sua anima e io le sto donando la mia.

"Isabelle" la richiamo cercando di non far trasparire le mie reali emozioni.

Alza la testa mostrandomi i suoi grandi occhioni.

Delicata come i petali di una rosa.
Ecco cos'è.

Il suo viso soffice ne ha subite tante, eppure si è sempre rialzata più forte di prima. Come una guerriera che lotta per il suo onore e non si abbatte nonostante la morte dei compagni.

Anche se ha avuto Jonathan e Grace sempre disponibili per lei, questa battaglia la dovrà vivere da sola. Loro non sono così tanto differenti da me.

Alza mano verso il mio viso. Lo sfiora delicatamente, passando un pollice sulle mie labbra. Rilasso i muscoli e lascio che segui le forme del mio volto. Non c'è malizia in quello che fa, sta soltanto cerca di rassicurarmi con le sue mani fatte di velluto.

"Sembri preoccupato. Perché hai cambiato umore?" domanda angosciata, continuando ad accarezzarmi con soavità.

La stacco da me e cerco di mantenere le distanze. Non sono sicuro della sua possibile reazione. Ma sono sicuro che non sarà niente di positivo.

"Ti devo confessare una cosa. Io..." la suoneria di un cellulare mi interrompe e maledico mentalmente chiunque ci abbia bloccati.

Ho bisogno di dirle la verità non posso rimanere con questo peso sulle spalle.

"Scusami ci metto un secondo" mi avverte prima di andare verso la sua borsa e rispondere alla chiamata.

Sbuffo impietosito da questa situazione del cazzo.

Perché cazzo non mi ne va mai bene una?

Passo una mano sul viso, cercando di ignorare l'ansia che si sta insinuando in ogni cellula del mio corpo.

E forse è destino, penso sospirando.
Forse Dio non crede che questo sia il momento giusto.

Ma che ne sa Dio delle notti in bianco a causa del senso di colpa?

Il senso di colpa è il peggior sentimento che possa esistere. Mi fa tremare le mani dalla rabbia e dal terrore. Mi brucia le speranze. E mi fa venire la nausea, fino a vomitare anche le migliori cose che mi siano capitate. Ma c'è un motivo a tutto questo. Ed è solo per quest'ultimo che mi spinge a continuare questa tortura.

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