Capitolo 5

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BELLE

Lonesome Dreams-Lord Huron
Attention-The Weeknd

A frugare nella coscienza si trova
sempre di aver trasgredito qualcosa.
FULVIO TOMIZZA

Busso alla porta di Jonathan e aspetto una risposta che ovviamente non ricevo. Entro lentamente cercando di non fare rumore, dopodiché richiudo la porta alle mie spalle.

Jonathan è sdraiato sul letto con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta. I capelli neri gli cadono sulla fronte e sono molto scompigliati rispetto al solito. Ha un braccio vicino al viso, mentre l'altro cade a penzoloni dal bordo del materasso. Sono le undici e mezza, e come quando era bambino, dorme beato viaggiando tra il mondo dei sogni. 

Con i piedi scalzi avanzo verso di lui, provocando uno scricchiolio del parquet ad ogni mio passo. Faccio il giro e mi siedo nella parte opposta del letto matrimoniale. Mi chino verso di lui e lo scuoto delicatamente con l'intento di svegliarlo. Lui mugola disconnesso e riprende a respirare dalla bocca.

"Jonathan" gli accarezzo i capelli e lui mugola di nuovo, alzando gli angoli della bocca in segno di approvazione alle mie carezze.

Lo scuoto nuovamente in maniera più brusca; questa volta si gira verso di me e mi imprigiona tra le sue braccia. Socchiude leggermente gli occhi color pece e sorride.

Io continuo ad accarezzargli i capelli riccioluti, mentre rimango incatenata tra le sue braccia forti.

"'Giorno dormiglione"

"Quando sei arrivata?" domanda con la voce impastata dal sonno.

Sembra un bambino dolce e tenero al quale gli staccherei a morsi quelle guance morbide e piene.

"Sono arrivata circa un'ora e mezza fa" gli rispondo, staccandomi dal suo abbraccio.

Appena mi alzo a mezzo busto, numerose ciocche di capelli mi cadono davanti agli occhi, coprendomi la visuale della sua camera ordinata e profumata. Prendo l'elastico all'estremità dei miei capelli color caramello legati in una treccia, sciogliendoli.

"Ti sono cresciuti davvero molto dall'ultima volta che ci siamo visti" constata Jonathan, alzandosi anche lui a mezzo busto.

Solleva le mani in aria stiracchiandosi e poi sbadiglia mettendo una mano davanti alla bocca. Scricchiola il collo e le dita delle mani, successivamente scende dal letto stando in piedi davanti ad esso; porta i palmi dietro la schiena e la incurva.

Quando si sveglia dopo una notte piena, Jonathan si deve stiracchiare almeno dieci volte.

E poi ha il brutto vizio di sbadigliare producendo rumore, cosa che fa venire voglia di farlo anche a me.

"Sì lo so. Mia madre vorrebbe che li tagliassi. Così lunghi sono un po' ingombranti" mi metto in piedi anche io e vado verso di lui in cerca di un abbraccio.

Lui mi accoglie subito e mi fa appoggiare la testa sulla sua spalla. Jonathan è un ragazzo alto ma non di tanto in confronto a me, avremo più o meno cinque centimetri di differenza.

Stringo le mie braccia attorno ai suoi fianchi magrolini e lui le sue intorno al mio collo, ci dondola pacatamente come se fosse a ritmo di una musica calma e lenta.

"Manchi alle piccole, grande gorilla" alzo la testa verso il suo viso e lui ride compiaciuto.

Ci stacchiamo entrambi dalla stretta affettuosa e cammino verso il suo giradischi che tanto adoro.

Noi Sott'acqua 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora