Capitolo 4

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BELLE

Love Like Ghosts - Lord Huron

Ho sempre amato tutto di te.
Anche quello che non ho mai capito.
ALBERT CAMUS

Se vedo una persona stare male non posso starmene in disparte con le mani in mano.

I misteri portano solo guai lo so bene, quindi per una volta decido di controllare i miei impulsi e di ascoltare le parole di Grace.

Se ci riuscirò lascerò in pace chiunque non vorrà essere aiutato. Con i pensieri che mi frullano in testa scendo dalla macchina che, durante i miei monologhi, Gree ha parcheggiato, con perfezione, nel garage ampio di casa sua.

Mi guardo intorno e vedo altre quattro macchine posteggiate vicino a quella di mia cugina, poi scorgo uno spazio vuoto che tra un mese sarà colmato dalla mia auto.

Due settimane fa ho fatto un incidente. Me ne stavo tranquilla ad ascoltare la musica, immersa nel traffico, e un furgoncino non si è accorto che ero ferma.

La mia macchina ne ha rimesso il vetro del baule, mentre io sono dovuta andare al pronto soccorso per via di un mal di collo allucinante causato dall'impatto. Niente di grave in fin dei conti.

Prendo le due valigie che Grace ha lasciato nel baule e la seguo all'interno della villetta. Appena apre la porta mi guardo un po' intorno, notando con piacere che l'arredamento non è cambiato di una virgola. Il divano a L è posizionato davanti alla parete bianca; al di sotto di esso, un tappeto peloso dà un'immagine ordinata e fine al salotto ben curato; davanti al divano c'è una smart tv attaccata al muro e sotto di essa è posto un mobiletto di legno pregiato, sul quale ci sono appoggiate diverse cianfrusaglie. Infine la finestra del balcone da una vista spettacolare al giardino verde e fiorito.

Un odore di bruciato si insinua nelle mie narici, attirando l'attenzione mia e di mia cugina, che divertita, scuote la testa. Come mi aveva anticipato, i suoi coinquilini non sono per niente bravi ai fornelli.

Nel momento in cui varchiamo la cucina vedo una ragazza mora mettersi le mani tra i capelli in preda a una crisi di nervi. Poi il mio sguardo viene attirato da un ragazzo dall'aspetto intrigante. Quest'ultimo corre, con i guantoni alle mani, verso il forno e, dopo averlo aperto, prende la teglia, nella quale dovrebbero esserci dei biscotti.

O almeno sembrano dei biscotti.
Difficile a dirsi. Sono tutti bruciati.

Grace avanza verso di loro e solo in quel momento la notano. Io, invece, sono ancora appoggiata allo stipite, aspettando il momento giusto per entrare in scena.

"Vi lascio soli un'ora e voi bruciate la cucina"

"Ci dispiace Grace, volevamo fare i biscotti in segno di benvenuto a tua cugina" si guarda intorno, forse per cercarmi, e posando lo sguardo sulla porta, mi nota.

Viene verso di me e mi porge la mano, che stringo calorosamente. "Tu devi essere Isabelle, giusto?"

La squadro dal capo ai piedi. Il suo viso è piccolo ma ben proporzionato. La bocca è carnosa e sull'arco di Cupido presenta un neo; il naso è a patata e gli occhi si potrebbero definire di un banale marrone, ma così banale non è, infatti, vicino alle pupille nere, ci sono delle molteplici pagliuzze azzurre che la rendono ancora di più d'aspetto affascinante. Indossa un vestito bianco fiorito, che risalta la sua pelle ambrata, stretto in vita e largo fino alle ginocchia.
Sono sicura che sia Natasha, la ragazza brasiliana.

"Sì, sono io. Chiamami pure Belle" sorrido e lascio la sua mano.

È una donna tutte forme e posso solo immaginare che effetto abbia sui ragazzi. Ne attirerà più di me di sicuro.

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