Capitolo 30

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BELLE

Dance Me to The End of Love - The Civil War

Forse c'è qualcosa di peggio dei sogni svaniti... perdere la voglia di sognare ancora.
SIGMUND FREUD

Ho sempre creduto che la mia vita fosse piatta. Non c'erano follie, colpi di scena o emozioni forti e contrastanti. Anche se non volevo, il mondo cambiava, ruotava attorno a me ed io lo ignoravo costantemente.

Non sono fatta per accettare la cattiveria che sta al di fuori di questa gabbia detta anche quotidianità, mi dicevo sospirando, intanto che guardavo fuori dalla finestra mentre pioveva.

Non sono come gli altri, non mi piace stare tra la folla e non mi piace parlare, preferisco sorridere anche quando il mio cuore sta piangendo lacrime amare a causa delle mille spine che stanno crescendo attorno a lui, ripetevo costantemente a me stessa per convincermi che io ero diversa, che non siamo degli esseri umani messi al mondo solo per essere identici gli uni agli altri.

Eppure più andavo avanti negli anni più capivo che non era così, capivo che siamo tutti uguali, una copia di ciascuno di noi, ma l'unica cosa che cambia è il nostro aspetto.

Non voglio diventare grande, non voglio amare una persona per poi arrivare al mio matrimonio atona e indifferente, erano questi i pensieri che mi balenavano in testa quando ero seduta davanti alla porta-finestra di camera mia intenta a osservare delle gocce d'acqua scendere dal cielo.

Da dove arrivano quelle goccioline leggere che bagnano i miei pensieri? Mille domande e nessuna risposta.

Certo avevo studiato la teoria della scienza, il ciclo dell'acqua lo chiamano. Tuttavia io credevo che ci fossero di più di alcune semplici parole scritte su dei libri di testo scolastici. Ho sempre dato un significato più profondo a quello che mi stava attorno.

Ma che ne sapevo io? Una ragazzina di quindici anni seduta a pensare quale fosse il vero significato della vita, incantata a guardare, con le cuffiette alle orecchie, i propri genitori sgretolarsi davanti agli occhi.

Una ragazzina che osservava il nuovo amore del padre con occhi sognanti, sperando che anche lei un giorno avrebbe trovato l'uomo che l'avrebbe fatta sorridere davvero e non solo per obbligo o bisogno.

Poi quella ragazzina ha perso le speranze quando quell'amore era stato sbriciolato sempre davanti ai suoi occhi.

Non c'erano più baci passionali.
Non c'erano più sorrisi spontanei. Non c'erano più follie d'amore.
Non c'era più voglia d'amore.

Era rimasto un velo leggero, ma nero, nero come il petrolio, e anche se sottile bastava per mascherare le vere emozioni.

E anche in quella casa erano rimasti sguardi languidi, dove l'amore era diventata una routine, non era più qualcosa di inaspettato e folle.

Qual è il modo più corretto per amare? Come posso fare in modo che quell'amore non si spenga, che non si affievolisca all'interno del mio cuore e che non marcisca come una mela che, oramai, è stata dimenticata dentro a un cesto color beige di paglia?
Amerò mai qualcuno per tutta la vita? Quel qualcuno penserà che io sia uguale a tutte le altre?

Forse era meglio se non amavo e custodivo il mio cuore.

Ero un unico sorriso in un mondo a corto di verità e speranze.

L'unica cosa che mi rimaneva era sognare. E non smisi mai. Non smisi neanche quando James se ne andò e portò con sé la mia anima. E se avessi smesso di farlo non sarei riuscita a recuperare me stessa.

Noi Sott'acqua 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora