Capitolo 58

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BELLE

That’s Life – Frank Sinatra

Le cose che più cerchiamo di sfuggire sono quelle che non si riesce ad evitare.
PROUST

È un po’ come imparare ad andare in bici, no? No, forse non è il miglior incoraggiamento nel mio caso. Ho imparato ad andare senza rotelle a otto anni, mentre i miei amici ci andavano tranquillamente ai cinque. 

Okay sono una fifona senza speranza, ma devo farcela. 

Dire che sarei uscita con Dylan in un giorno in cui la neve regna nel territorio, è ben differente dal farlo. Ho preparato una cheesecake e dei french toast, sono salita in camera per prendere il cappotto e mettermi gli stivali, ma nonostante io l’abbia fatto, sono ferma da cinque minuti davanti alla porta. Sto temporeggiando e di conseguenza rimandando i piani di Charlotte.

Sono usciti tutti dalla villa tranne io e Dylan, il quale mi sta aspettando giù con impazienza. Mi ha già mandato un messaggio per sapere se sto bene e un altro per dirmi che non sono obbligata a fare questa pazzia. E invece lo sono. Non voglio ostacolare Charlotte e poi sono passati quasi tre anni, devo togliermi questo blocco mentale. La mia psicologa lo aveva interpretato normale, un legame con il trauma. 

Può capitare. È così che ha detto.

Sbuffo, mentre sistemo meglio i jeans neri dentro agli stivaletti. 

Quanto vorrei non farmi problemi per ogni minimo particolare, penso amaramente. 

Mi decido ad aprire la porta e ad andare in contro al mio destino. Percorro le scale con più lentezza di quanta io ne abbia mai fatta per andare a salutare mio padre i sabati sera. Quando scendo anche l’ultimo gradino, come previsto, trovo Dylan appoggiato con aria strafottente alla porta; se ne sta con le braccia incrociate al petto e lo sguardo duro fisso verso di me. Ignora completamente le effusioni amorose di Harry e Charlotte, come d’altronde sto facendo io, siccome sono troppo presa da quel maledetto maglione bianco con il collo alto, che intravedo da sotto il suo lungo cappotto. 

Gli dà un’aria talmente sexy che vorrei divorarlo. 

Gli prendo la mano e gli sorrido per rassicurarlo. Lui non accenna a ricambiare, anzi serra la mascella e fulmina con lo sguardo i nostri amici.

“Non pensate che dimenticherò facilmente questa sera. Soprattutto a te, biondina” li minaccia Dylan, puntando un dito contro Char.

Io mi metto in mezzo spingendolo per il petto. Ci mancherebbe altro che gli venisse in mente di prendere a pugni anche Harry. Capisco che sia preoccupato per me, ma non voglio che se la prenda con gli altri per un’idea che alla fine è stata mia. 

“Passate una buona serata” bisbiglio, spingendo, per quanto mi sia possibile spingere un ammasso di muscoli, Dylan verso la porta del garage.

Char mi saluta con la mano, anche se non passa inosservata la preoccupazione che leggo nei suoi occhi; mentre Harry mi fa l’occhiolino, trascinando la mia amica verso la cucina.

“Chi cazzo se ne frega se la mia ragazza sta male, lasciamo pure la casa a ‘sti due così possono scopare senza essere sentiti” borbotta con ironia Dylan, serrando nuovamente la mascella.

Chiudo la porta e lo seguo sino alla sua macchina, nel frattempo faccio finta di non aver sentito la sua cattiveria. Capisco la sua preoccupazione, eppure non posso sopportare che sia così maleducato solo perché abbiamo fatto un favore a qualcuno. 

“Potresti evitare di comportarti in questa maniera?”

“In che maniera?” mi scruta con aria seria e arrabbiata.

Noi Sott'acqua 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora