Capitolo 50

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BELLE

Quando, quando, quando - Michael Bublè e Nelly Furtado

Mi facevi sentire speciale con poco. Ero rotta dentro, non volevo che mi vedessi debole e insicura, così ho provato a mandarti via tante volte. Eppure sei sempre rimasto. Con piccoli gesti mi spiegavi che il mondo là fuori non è così brutto se si affronta tutto in due. Mi spiegavi che la perfezione non esiste, che la tristezza è necessaria. Mi scoppiava il cuore quando stavo con te, eri quel sogno che mi era sempre sembrato così irraggiungibile.
AURORA BELLINASO

In questo momento mi sento completamente in pace con me stessa e con il mondo. Il mio corpo è aggrovigliato a quello di Dylan, le coperte di cotone blu sono posate sulla nostra pelle nuda e il suono delle cicale e della pioggia mi fanno sentire in paradiso.

Anche se in paradiso mi ha portato Mr. Occhi Limpidi qualche ora fa.

Vorrei aprire gli occhi, ma ho paura che se lo facessi questo stato di beatitudine sparisca e che esso venga sostituito dal vuoto per la scomparsa di James.

E se questo fosse solo un sogno? Se oggi fosse Natale e fosse passata solo una notte da quando James se n'è andato? Sciocchezze era tutto troppo reale per non essere vero. Insomma la pelle che sento sotto la mia testa non può essere frutto della mia immaginazione.

Mugolo infastidita e metto involontariamente il broncio. Una risata silenziosa di Dylan mi fa vibrare tutto il corpo e poi sento le sue labbra sulle mie corrucciate. Con una mano mi carezza il viso, mentre con l'altra mi tiene stretta la vita. Sbatto ripetutamente le palpebre e quando constato che non è tutto un sogno, dalla gioia, approfondisco il bacio gettando una mano sui suoi capelli morbidi.

"Che ore sono?" domando con voce impastata dal sonno, quando finalmente prendo fiato.

"Le otto"

Alzo lo sguardo verso la vetrata ed effettivamente il buio ha preso il posto della luce e le stelle luminose caratterizzano questo giorno così speciale.

"Tu hai dormito?"

Rivolgo le mie iridi sulle sue chiare, mentre passo un dito sui suoi addominali.

"No" risponde sussurrando sulle mie labbra.

"Perché non mi hai svegliata?"

"Perché eri stanca e io non sono mai sazio in una sola volta" mi fa l'occhiolino, per poi strofinare la punta del suo naso con la mia.

"Sei un pervertito"

"Non sai ancora quanto"

Inaspettatamente prende la mia gamba e me la fa mettere sul suo fianco, così facendo sento la sua eccitazione battermi sul pube e subito divento rossa in viso.

"Per oggi ti lascio stare, sventurata" bisbiglia per poi prendermi il labbro inferiore tra i denti.

Mi lascia andare e si alza a mezzo busto. La sua schiena nuda e maschile è una visione per i miei occhi. Seguo la linea della sua spina dorsale, soffermandomi per qualche istante sulla cicatrice circolare, fino a percorrere con curiosità le due fossette di Venere appena sopra i glutei sodi.

Mi schiarisco la voce quando si volta e mi sorprende in flagrante. Dylan sorride compiaciuto mentre si infila i boxer e poi i jeans. Mi lancia la sua maglietta in piena faccia e mi basta per risvegliarmi dal mio stato di totale adorazione.

Cristo qualcuno mi dia un secchio per sbavare.

Mi alzo in piedi, ignorando le fitte al basso ventre, e intanto che cerco di non imbarazzarmi davanti agli occhi furbi di Dylan, che mi osservano il corpo con lussuria, mi infilo la maglietta che sa di vetiver. Nonostante sia abbastanza lunga da coprirmi le nudità, raccatto le mutande e indosso anche quelle con goffaggine.

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