22 Settembre 2020, segnava il display del telefono e questo significava una cosa sola. Mandai un messaggio a Duncan, il mio braccio destro e socio in affari. Lui era uno dei pochi, se non l'unico, a saper gestire gli affari in mia assenza e soprattutto a far quadrare i conti senza dare nell'occhio.
«Siamo già a fine mese, dobbiamo fare un salto in azienda. Ci vediamo direttamente lì, tra mezz'ora.», gli scrissi nell'SMS.
«Ricevuto, a tra poco.», rispose nel giro di pochi secondi.
Iniziai a prepararmi, optando per un completo nero, dato che nonostante tutto rimanevo io il capo dell'azienda. Una volta arrivato davanti all'edificio imponente, sentì una folata d'aria gelida toccarmi il viso. L'inverno ormai era alle porte.
«Boss, buongiorno.», sentì pronunciare alle mie spalle. Mi girai, fissandolo in modo tagliente. Ogni volta quel ragazzo sembrava svegliarsi di buon umore.
«Quante volte devo ripeterti ancora, che in certi contesti non è opportuno chiamarmi così?», lo ammonii.
«A dirla tutta l'ho fatto apposta, adoro infastidirti già di prima mattina. Tieni, per farmi perdonare! Si predice una mattinata molto interessante e movimentata, il nostro amministratore delegato è qui in carne ed ossa. Entriamo!», rispose facendomi strada ed allungandomi un caffè. Lo sguardo intimorito di tutti i dipendenti era puntato su di noi, erano tutti sull'attenti, ognuno nella propria postazione, che ci rivolgevano un impercettibile saluto. Arrivati davanti al mio ufficio notai una presenza sconosciuta, direi parecchio terrorizzata.
«Chi è lei?», chiesi rivolgendomi a Duncan.
«La tua nuova segretaria, sempre che lo sia dopo oggi. Come sai hanno un'inclinazione a dimettersi dopo averti incontrato.», replicò in tono beffardo per farsi sentire dalla diretta interessata.
Già esasperato dalla sua parlantina, decisi di rifugiarmi direttamente in ufficio senza altre spiegazioni. La mattina prosegui in modo ordinario, un sacco di documenti da firmare, progetti da controllare e report degli investimenti da convalidare. Venivo in azienda almeno una volta al mese, facendo credere ai miei dipendenti che fossi in giro per il mondo, ad incontrare clienti ed investitori, cosa non del tutto falsa tra l'altro.
Per fortuna, la maggior parte del tempo ad occuparsi di ciò era proprio Duncan, lui sapeva fare la parte del direttore d'azienda perbene. Personalmente preferivo occuparmi dell'altra parte degli affari, quella più grezza.Questa prestigiosa azienda rimaneva solo una facciata, per tutto ciò che non doveva essere svelato. Uscì un attimo dall'ufficio, cogliendo di sorpresa la ragazza.
«Quindi tu saresti la mia nuova segretaria? Isabel?», le chiesi leggendo la sua targhetta sulla camicia. «Sì... Sign-or... Angelis.», balbettò con un filo di voce.
«Bene, voglio nel mio ufficio questa persona nel giro di mezz'ora.», le dissi allungandole un biglietto da visita.
«Ma qui c'è solo un numero di telefono, nessun nome...», rispose fissando intensamente quel biglietto.
«Isabel.», replicai sedendomi sulla sua scrivania e fissandola dritta negli occhi color pece.
«Se vuoi andare d'accordo con me, ti consiglio di non fare domande. Esegui gli ordini e basta. Le ficcanaso non mi piacciono affatto, intesi?», rimase talmente sbigottita che rispose solo annuendo. Le rivolsi un sorriso beffardo prima di sparire dietro la vetrata dell'ufficio.
Poco dopo la vidi bussare flebilmente alla mia porta.
«Dimmi.», risposi continuando a controllare un documento.
«La persona che voleva, è qui.», annunciò.
«Perfetto, falla accomodare.», lo vidi subito entrare con il suo solito outfit total black. Appena si accertò che Isabel fosse abbastanza lontana da non vederci né sentici, tolse il cappellino mostrando così il suo viso.
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DOUBLE FACE | 𝐌𝐀𝐅𝐈𝐀 𝐑𝐎𝐌𝐀𝐍𝐂𝐄
RomanceLui non è il solito mafioso e lei non è la solita vittima pronta a cadere tra le sue braccia. «𝐎𝐫𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞𝐢 𝐦𝐢𝐚, 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐚𝐢 𝐦𝐚𝐢 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐚𝐫𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐦𝐞. 𝐂𝐢 𝐝𝐢𝐯𝐢𝐝𝐞𝐫𝐚' 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚, 𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞...»...