• Vincent
Dopo il suo piccolo teatrino in azienda, mi ero dovuto sorbire le suppliche di una biondina con un fondoschiena da urlo, inginocchiata ai miei piedi. Eppure, per la prima volta non ero minimamento invogliato da una donna in quelle condizioni, perché la mia mente era ossessionata da quella piccola insolente, che con quel sorrisetto soddisfatto spariva come una fottuta Dea, dietro le massicce porte in vetro dell'edificio.
Desideravo possederla e farla mia in qualsiasi modo possibile ed immaginabile, tuttavia aveva ragione. L'avevo osservata e studiata a lungo, anche mentre dormiva e tutto ciò non aveva fatto altro, che aumentare i miei sospetti nei suoi confronti.
Poteva incolpare Park, ma non si rendeva conto che al suo fianco non aveva un mafioso qualunque, i dettagli ad un Angelis non sfuggono mai. Neanche se impercettibili. Una volta liquidato la patetica donna, che si era rassegnata alla sentenza pronunciata dalla stessa Myra; sprofondai sulla poltrona rigorosamente in pelle nera, recuperando il cellulare dalla tasca interiore del completo.
Pochi squilli e rispose immediatamente, proprio come ai vecchi tempi, il che mi regalò un sorriso compiaciuto sul viso.«Vedo che non hai abbandonato le vecchie abitudini! Sei un uomo degno del clan Angelis.», annunciai con tono calmo.
«Boss! Se mi sta chiamando, nonostante sia in pensione già da un paio d'anni, deve trattarsi di una questione particolare.», rispose cogliendo il motivo di quella telefonata, sicuramente non di cortesia.
«Esattamente. So che il tuo posto al vertice lo detiene tuo figlio Denis, ma ho bisogno che lo faccia qualcuno con la tua esperienza.»
«Devo sbarazzarmi di qualcuno?», chiese senza giri di parole, data la sua notorietà come sicario.
«In realtà, dovrai allenare la mia futura sposa.», quella frase scaturì nell'uomo un misto di stupore e disappunto, che captai dal suo lungo silenzio.
«Certo, Boss! Posso chiedere, perché io? Sono sicuro, che Denis sarebbe all'altezza.»
«Sarò chiaro e conciso. Se una sola parola di quello che sto per dirti, dovesse uscire dalla tua bocca, non esiterò a fare fuori, dal primo fino all'ultimo dei tuoi famigliari. Compresi i tuoi nipotini...
Non devo ricordarti le regole del nostro clan?», dissi corrugando la fronte mentre mille immagini pervadevano la mia mente.«Assolutamente, Boss! Di qualsiasi cosa si tratti, la porterò con me nella tomba.», rispose immediatamente quasi fosse indignato dalla mia insinuazione. Effettivamente, aveva compiuto moltissime missioni nel corso degli anni e non mi aveva mai deluso. Sapeva eseguire gli ordini con una lucidità e freddezza, eccellenti.
Immaginarmelo a fare il nonno a tempo pieno, sembra una cosa alquanto insolita.
«Questa ragazza, non è una qualunque...
E non mi riferisco solo al suo carattere, che avrei modo di conoscere. Nasconde più di quanto vuole mostrare.», spiegai all'uomo che ascoltava attentamente dall'altra parte della cornetta. Nel mentre avevo recuperato un fascicolo, da un cassetto della mia scrivania.«Devo pedinarla?»
«Non è possibile, perché è segregata in casa. Precisamente alla villa.», con la mano libera aprì il fascicolo ritrovandomi centinaia di foto.
Le sue foto. La mia piccola mora.
«Vedi, nel tempo l'ho osservata e qualcosa non mi torna. La conferma è stata un incontro con Park Ma-Ri. La figlia di Park l'ha spiaccicata al muro con una delle sue prese e sai cos'è successo? Nulla, a parte un livido.»
«Impossibile! Quella ragazza è stata tirata su dallo stesso Park e chiunque l'abbia affrontata è finito come minimo privo di sensi per qualche giorno.»
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DOUBLE FACE | 𝐌𝐀𝐅𝐈𝐀 𝐑𝐎𝐌𝐀𝐍𝐂𝐄
RomanceLui non è il solito mafioso e lei non è la solita vittima pronta a cadere tra le sue braccia. «𝐎𝐫𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞𝐢 𝐦𝐢𝐚, 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐚𝐢 𝐦𝐚𝐢 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐚𝐫𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐦𝐞. 𝐂𝐢 𝐝𝐢𝐯𝐢𝐝𝐞𝐫𝐚' 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚, 𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞...»...