CAPITOLO 33

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Attenzione: questo capitolo contiene argomenti sensibili.

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• Toronto, Canada.

Per non peggiorare la situazione e dare di matto ulteriormente, avevo chiesto ad alcuni uomini di scortare gli ospiti di Damon, visibilmente scossi fuori da quella stanza. Ero sul punto di cedere all'istinto primitivo davanti a tutti loro, poi mi ero ricordata del motivo per cui mi ero recata lì dopo tutto quel tempo. Non avevo mai accettato i loro riconoscimenti né volevo far parte di quel mondo, nonostante quello sarebbe dovuto essere il mio destino fin dall'inizio. Improvvisamente delle scene si susseguirono mentre ammiravo da quell'altezza l'intera città nell'ombra e semplicemente impreziosita da quelle piccole luci brillanti.

Perché ricordarlo mi provocava quel dolore, come stessero lacerando il mio cuore?

La mia attenzione fu catturata dal pavimento sotto i miei piedi che tremò leggermente, segnale che qualcuno si stava avvicinando furtivamente a quella stanza. Sentì le porte alle mie spalle aprirsi con violenza inaudita e senza neanche voltarmi, sapevo esattamente chi si era precipitato lì per verificare la situazione.

«Guarda che mi tocca fare, per poterti vedere...», sentenziò con il suo tono pacato.

«Scusate da quando avete sviluppato questa devozione alla famiglia? L'unica pecca è che in realtà, non lo siamo affatto...», urlai esasperata girandomi per incrociare finalmente quegli occhi spenti. Era invecchiato molto in questi ultimi anni e nonostante fossi rimasta in contatto con lui, alcuni video non rendevano l'idea come dal vivo. Tuttavia, la sua autorità non lo abbandonava, neanche con il passare degli anni perché tutti in quella stanza sapevano che un suo singolo ordine poteva porre fine alla propria vita. Lui era così, o nero o bianco, non esistevano sfumature nel suo impero.

«Colui che ti ha cresciuto per metà della tua vita, dovrebbe meritarsi qualche riconoscimento o sbaglio?», il suo tono stavolta era più duro e pungente. Continuai a sostenere il suo sguardo, quando nessuno avrebbe il diritto e neanche il coraggio di farlo, ma non la sottoscritta. Realizzai che le mie lacrime avevano preso il sopravvento, scendendo impetuose mentre la rabbia sembrava consumarmi attimo dopo attimo. Percependo la mia instabilità con un singolo cenno ordinò alla sua scorta di sparire e alla fine, rimasero solo in due. Il vecchio e Damon, in religioso silenzio a scrutarmi dall'alto al basso.

«Cosa diavolo volete da me tutto d'un tratto?», inveii ormai al limite.

«Sono anni ormai che vivi all'estremo, escludendoci da qualsiasi cosa e sparendo per mesi se non anni. Però non era mai successo che rimanessi così a lungo nello stesso posto e soprattutto instaurando un rapporto con qualcuno, tanto da esporti così!»

«Ti ricordi cosa ti dissi quando ci incontrammo la prima volta al bordello? I miei demoni mi apparterranno per sempre, per cui quando arriverà il momento dovrò farcela da sola.»

DOUBLE FACE | 𝐌𝐀𝐅𝐈𝐀 𝐑𝐎𝐌𝐀𝐍𝐂𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora