CAPITOLO 31

852 71 33
                                    

Guardarlo negli occhi mentre distruggevo quel poco che eravamo riusciti a costruire insieme, era il mio più grande fallimento

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Guardarlo negli occhi mentre distruggevo quel poco che eravamo riusciti a costruire insieme, era il mio più grande fallimento. Sapevo di dovermi trascinare quel rimorso a vita, ma su una cosa non aveva mentito Damon. La colpa era esclusivamente mia, perché in primis non avrei dovuto trascinarlo in quel fardello e a maggior ragione coinvolgerlo sentimentalmente. Le parole sembravano non voler seguire la ragione, piuttosto gridare ciò che non andava detto. Quel momento di incertezza non era una farsa, perché saperlo esposto ad un rischio così grande per colpa della mia stupidità, non faceva che logorarmi. Forse la mia fine era lo scenario meno tetro rispetto le altre possibilità.

«Non avvicinarti o premerò il grilletto!», urlai emotivamente a pezzi.

Il suo corpo era totalmente contratto mentre studiava ogni singolo movimento, sperando non mi azzardassi a fare ciò che gli avevo appena pronunciato. Intravidi un gruppetto di uomini avvicinarsi a noi, facendo smuovere la sabbia sotto i loro passi furtivi. Si disposerò tutti silenziosamente alle spalle del loro boss, mentre con un movimento impercettibile si preparavano a difenderlo nel caso mi fossi azzardata a minacciarlo. Lui, d'altronde, non si era scomposto minimamente e come se avesse davanti a lui un libro complesso, cui era l'unico a sapere decifrare, alzò una mano intimandoli con un singolo gesto a fermarsi.

«Guardami, Myra.», mi ordinò inflessibile.

«Non puoi fare solo quest'ultima cosa per me? Ti prego...», lo supplicai come non avevo mai fatto con nessuno.

Stranamente il suo sguardo si abbassò, come fosse colpevole di qualcosa e per un tempo indefinito continuò a fissare il suolo ai nostri piedi. Colta alla sprovvista da un comportamento così stonante da non appartenergli minimante, abbassai lo sguardo impugnando saldamente l'arma tra le mani. Una nube di sabbia creata da un suo calcio, ci avvolse prendendomi alla sprovvista e ancor prima di poter reagire, mi ritrovai con due mani che premevano le mie contro il suo corpo scolpito. Mi stava obbligando a puntare la pistola al suo petto, un singolo gesto sbagliato e Vincent Angelis sarebbe stato fuori dai giochi una volta per tutte.

«Che fai? Lasciami!», urlai inorridita.

«Il cattivo di questa storia rimango sempre io, no? Questa è la tua unica possibilità di riscatto.»

«Ti ho detto di lasciarmi! In tutti i sensi, Cristo!»

Man mano che scandivo quelle parole, lui sembrava assimilare un'ira smisurata. Stava innalzando un muro insormontabile ed il suo sguardo non era più comprensivo come lo era stato fino a quel momento. Qualcosa stava cambiando dentro di lui, tuttavia il motivo rimaneva sempre un'incognita.

«Sparami e sarai libera!»

«No!», sottolineai decisa mentre continuava a trattenermi le mani.

«Sparami ho detto!», ringhiò fuori di sé.

«Vaffanculo! Lasciami...»

«Se non lo fai tu, lo farò io! Te l'ho detto, l'unica cosa a dividerti da me, sarà la morte...»

DOUBLE FACE | 𝐌𝐀𝐅𝐈𝐀 𝐑𝐎𝐌𝐀𝐍𝐂𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora