CAPITOLO 39

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L'ordine che sentenziò colui che consideravo il mio punto di riferimento, il mio mentore, provocò una fitta lancinante che cercai con tutta me stessa di reprimere

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L'ordine che sentenziò colui che consideravo il mio punto di riferimento, il mio mentore, provocò una fitta lancinante che cercai con tutta me stessa di reprimere. Damon che in quel momento era posizionato con il suo corpo rigido come una roccia, proprio davanti alla mia figura abbattuta, cercò con lo sguardo di richiamare la mia attenzione.

Inutile dire che fu totalmente invano, mi era impossibile non trucidare col lo sguardo quel traditore, che a quanto pare aveva approfittato dell'andamento delle cose per spodestare i suoi eredi. Percepivo la sua smania nell'ottenere tutto e pare che Park in qualche modo sia riuscito a convincerlo, facendogli dimenticare i suoi stessi ideali, che rispecchiavano tutto ciò che era totalmente opposto dall'organizzazione.

Eppure, continuavo a pensare che se l'asiatico aveva insistito per eliminarmi dalla circolazione significava che la mia influenza su Vincent l'aveva realmente allarmato e questo non riguardava solo l'unione di sua figlia con il Boss.
Angelis doveva possedere qualcosa di talmente importante da portare Park a prendere queste precauzioni drastiche, assumendosi il rischio di allearsi con persone doppiogiochiste come Roger. 

Chiusi gli occhi un secondo, inspirando a fondo mentre un silenzio gelido scendeva in quella stanza. Dopodiché senza alcun preavviso avvolsi saldamente i palmi sulle catene, prima di capovolgermi su me stessa e forzare quelle catene per aiutarmi a divincolare almeno una delle due mani. Successe tutto così velocemente, esattamente come era mio modo agire, tuttavia, appena mi rimisi in piedi con le mani finalmente liberate e sanguinanti, mi ritrovai con una pistola puntata alla nuca. 

«Non mi dirai, che sei pronto ad obbedire a quel vecchio? Non vedi che ha perso il lume della ragione?», inveì furiosa allacciando lo sguardo a quelle iridi glaciali del biondo tatuato. 

«Damon, non lo ripeterò! È diventata una mina vagante e non butterò il lavoro di una vita all'aria, per un futile capriccio! Non è un consiglio, ma un ordine.», sottolineò nuovamente come se non fosse stato abbastanza chiaro.

Nonostante Damon fosse di spalle e Roger non riuscisse a scrutare la sua espressione, poteva percepire perfettamente il suo disappunto già da quel suo silenzio. 

«Spiegati meglio, ho bisogno di istruzioni precise.», sbottò l'altro con un tono talmente contradditorio da farmi venire la pelle d'oca. Era realmente stata una buona idea, richiedere il suo intervento? 

«Rinchiudila in qualche posto sperduto e se ciò non fosse sufficiente, sai cosa fare... Dovrai trattarla come una qualsiasi! La posta in gioco è troppo alta per rischiare proprio ora, nonostante sia come una figlia per me. Tuttavia, è arrivato il momento di riprendermi ciò che è nostro e finalmente rilevarci al mondo intero!», rispose indignato puntualizzando sull'ultimo concetto non rendendosi conto di quanto suonasse ridicolo.  

«L'errore peggiore tu possa fare è proprio quello di voltarmi le spalle. Se lo farai, sarai un estraneo per me quando ci rincontreremo», sussurrai con lo sguardo rovente che non aveva distaccato quel contatto visivo neanche per un secondo. 

DOUBLE FACE | 𝐌𝐀𝐅𝐈𝐀 𝐑𝐎𝐌𝐀𝐍𝐂𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora