CAPITOLO 6

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• Myra

Sentì del frastuono lontano che mi stava facendo scoppiare la testa. Nonostante molti tentativi, aprire gli occhi mi era letteralmente impossibile. Cercai di alzare la mano, ma non le sentivo proprio. Che diavolo mi stava succedendo? Stavo per caso sognando? Eppure, non ricordavo nulla...

«Non ancora Boss...», sentì una voce sussurrare lontanamente. Aspettai qualche minuto e dopo aver raccolto tutte le forze in mio possesso aprì finalmente gli occhi. La vista era sfocata, mi accorsi però che quel posto non era il locale. Una palestra... mentre cercavo di mettere a fuoco il tutto, notai l'immensa sala dotata di sacchi da box ed un ring. Immediatamente si avvicinò un ragazzo che dopo avermi fissata per qualche secondo, tirò fuori un telefono e disse a qualcuno che mi ero svegliata. «Dove sono?», chiesi ancora stordita. Rimase immobile a fissarmi, rigido come una statua, con le labbra serrate.

Solo poco dopo mi resi conto che ero legata su una sedia ed era per quello che non riuscivo a muovere le braccia e le gambe. Ma che cazz*?

«La bella addormentata si è svegliata?», sentì una voce famigliare proferire alle mie spalle.

Aspettai che ci raggiungesse per vedere di chi si trattava. Velocemente un sacco di scene si sovrapposero nella mia mente, Vincent Angelis. «Slegami subito!», gridai su tutte le furie. Quel figlio di put**ana mi aveva fregato!?

Quando gli avevo fatto capire che nel salone della suite qualcuno ci stava monitorando, mi portò in bagno dove non c'erano occhi ed orecchie indiscrete. «Io posso farti avere la tua vendetta contro coloro che ti hanno privato da qualsiasi libertà e darti una vita, però dovrai aiutarmi con un affare, che ho in sospeso. Cosa ne dici?», capendo che fosse un pezzo grosso avevo deciso di rischiare.

Avete presente quando siete al casinò ed ormai avete perso quasi tutto, ma avete a disposizione l'ultima giocata e decidete di provarci perché ormai non avete più nulla da perdere? Beh, identica cosa con Vincent al Club.

«Non è possibile, almeno per il momento. Sai mi hai dato del filo da torcere in macchina; quindi, non pensare di passarla liscia così facilmente...», rispose aggrottando la fronte palesemente infastidito. «Non erano questi gli accordi, mi hai promesso la mia vendetta ed una vita nuova!», replicai veramente incazzata. Pensava che sarei diventata il suo nuovo giocattolo, solo perché l'avevo seguito?

«Non ho mai specificato quando sarebbe successo. Per pianificare una vendetta come si deve a volte ci vogliono mesi se non anni. Sarà questa la tua vita nuova.» Forse non si rendeva conto, che l'avevo scelto solamente perché era la soluzione meno peggiore che mi si era presentata. Nonostante la sua immagine alquanto divina, potevo percepire l'oscurità che lo circondava.
Se mi aveva aiutata, non era di certo per fare una buona azione, aveva esplicitamente spiegato che si trattava d'affari. Avrei dovuto approfondire la cosa in partenza.

Mentre studiava ogni mio movimento si avvicinò lentamente e quando era finalmente a pochi centimetri dal mio viso, si guardò intorno controllando ogni angolo del salone

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Mentre studiava ogni mio movimento si avvicinò lentamente e quando era finalmente a pochi centimetri dal mio viso, si guardò intorno controllando ogni angolo del salone.
«Antony, uscite tutti e dì ai ragazzi giù di disattivare, per il momento le telecamere qui in palestra. Quando avrò finito, vi farò sapere.», ordinò al ragazzo che fino a prima era rimasto come un burattino immobile a controllarmi.
«E mi raccomando, nessuno deve mettere piede qui, d'accordo?», il ragazzo annuì velocemente prima di chiudere la porta alle sue spalle e lasciarci soli.

DOUBLE FACE | 𝐌𝐀𝐅𝐈𝐀 𝐑𝐎𝐌𝐀𝐍𝐂𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora