CAPITOLO 4

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«Buonasera, sono Myra. Cosa le va di fare?», chiese con tono pacato fissandomi insistentemente, cosa a cui non ero assolutamente abituato. Mi sedetti al suo fianco, attirandola verso di me, ma questo non sembrò assolutamente sorprenderla. Continuò a fissarmi dritto negli occhi, sembrava volermi comunicare qualcosa attraverso quegli occhi magnetici.

«Finalmente...», non feci in tempo ad iniziare la frase che mi zittì premendo le sue dita minute sulle mie labbra. Che diavolo stava facendo? La guardai abbastanza confuso e feci per riprendere da dove avevo lasciato, ma...

«Signore, che ne dice se ci accomodiamo sul letto e le faccio vedere alcune opzioni carine?», chiese con un tono di voce abbastanza alto, come per farsi sentire da qualcuno. Alzai leggermente lo sguardo, mi colse nuovamente alla sprovvista strattonandomi verso un'altra area. Arrivammo in camera da letto molto ampia, se solo sapesse in che guaio si era trascinata portandomi lì. Quando mi girai per guardarla notai che respirava affannosamente, mi avvicinai per verificare da più vicino, invece lei mi spinse energicamente. Come ste stesse calcolando ogni singola mossa.

«Sai non pensavo che fossi così e neanche che questo nostro incontro avrebbe preso questa piega. O almeno non così velocemente!», affermai con tono misto tra il divertito e l'irritato. Sembrava una dannata pazza, stentavo a credere fosse la stessa persona della foto. A quelle parole si ricompose avvicinandosi a me.

«Per essere un uomo del tuo calibro, devi imparare ancora tante cose. Se fossi stato un attimo più attento, ti saresti accorto delle telecamere proprio sopra le nostre teste.», sbottò palesemente irritata. «Quindi sai chi sono?», chiesi inarcando un sopracciglio dalla curiosità. «No, ma posso immaginare guardandoti. Non è la prima volta che un mafioso si presenta qui spacciandosi per altri solo per una scopata. Posso dirti che qui non sono i benvenuti e le cose non finiranno bene, non solo per te...», la sua espressione mentre parlava cambiò quasi fosse spaventata.

«Io non sono come loro, ti sto cercando da parecchio e non rinuncerò proprio adesso.», sussurrai prendendo tra le mani il suo viso. Le tolsi delle ciocche, per ammirare tutta la sua bellezza e cazzo se era bella! Avvolse le sue mani sopra le mie saldamente. 

«Tu non sai niente di me... devi andartene finché sei in tempo, io al di fuori di queste quattro mura non sono nessuno, non esisto. Non ho un nome, una casa o famiglia. Io appartengo a questo posto e se cercherai di fare qualsiasi cosa non finirà bene.», spiegò cercando di dissuadermi non solo con le parole, ma anche attraverso quelle iridi seducenti.

La spinsi contro il muro schiacciando il suo corpo minuto con il mio e avvolsi quelle labbra carnose, che fino ad un attimo fa erano la mia unica distrazione, con le mie. La baciai lentamente in attesa di un suo segnale, che non tardò ad arrivare perché rispose al bacio presa dalla frenesia del momento. A quanto pare non ero stato l'unico a percepire quella tensione sessuale nell'aria. Il modo in cui si aggrappava alle mie spalle, strusciando completamente quelle dannate forme che si ritrovava su di me, mandava non solo il mio corpo in estasi ma anche la mia mente.

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DOUBLE FACE | 𝐌𝐀𝐅𝐈𝐀 𝐑𝐎𝐌𝐀𝐍𝐂𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora