CAPITOLO 29

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Ancora scossa da quell'incontro fugace con l'ultima persona che doveva avvicinarsi a me, ripercorsi il corridoio per tornare al salone principale

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Ancora scossa da quell'incontro fugace con l'ultima persona che doveva avvicinarsi a me, ripercorsi il corridoio per tornare al salone principale. Appena varcai l'ingresso trovai a pochi passi di distanza il mio nuovo spasimante intento a sorseggiare il suo drink, in attesa del mio ritorno.

«Come ti senti?», chiese con tono pacato nonostante non sembrasse effettivamente interessato. Continuava ad esaminare ogni persona presente in quella stanza caotica, come si stesse preparando a qualcosa.

«Meglio... Andiamo a sederci?», azzardai per capire le sue intenzioni. Finalmente riportò lo sguardo sulla sottoscritta e dopo avergli rivolto un sorriso spudoratamente falso, si avvicinò di nuovo per avermi a sua completa disposizione.

«Ti andrebbe di spostarci in un posto più tranquillo?», chiese senza giri di parole e con un velo di malizia. Quella richiesta mi fece drizzare sull'attenti e senza preoccuparmene, indietreggiai di qualche passo per sfuggire a quello sguardo inquisitorio.

«Non soddisferò i tuoi impulsi, quindi no grazie.», sentenziai senza la minima esitazione e piuttosto schifata per la rivelazione della sua vera natura. Eppure, gli sfuggì una risata divertita, che non solo attirò lo sguardo dei presenti ma turbandomi più del previsto. Quest'uomo stava tramando qualcosa di losco ed il fatto che fossi implicata, non faceva che mandarmi in tilt. Nel frattempo, Vincent era rientrato, raggiungendo il tavolo del Russo e scolandosi un paio di bicchieri di Vodka, uno dopo l'altro. Ogni volta che cercavo di distogliere lo sguardo dal turco, finiva puntualmente lì e lo stesso valeva per lui, sapendo benissimo che quei semplici sguardi potevano essere la nostra rovina.

 Ogni volta che cercavo di distogliere lo sguardo dal turco, finiva puntualmente lì e lo stesso valeva per lui, sapendo benissimo che quei semplici sguardi potevano essere la nostra rovina

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«Ami l'arte?», questa sua ennesima domanda ambigua mi fece corrugare la fronte. Improvvisamente ricordai una delle spiegazioni di Duncan, dove spiegò che bottino che poteva collegare gli Arabi a Whisper era nascosto proprio in un caveau. Le mie labbra si incurvarono spontaneamente rivelando un sorriso a trentadue denti, sapendo che avevo trovato realmente la chiave vincente. Se fossi riuscita a raccogliere più informazioni possibili sul giro d'affari dell'organizzazione ed i suoi componenti, avrei raso tutto al suolo proprio come avevo promesso ad Angelis. In cuor mio sapevo che l'avrei tutelato fino all'ultimo secondo, ma tutto il resto di cui andava fiero, assolutamente no.

DOUBLE FACE | 𝐌𝐀𝐅𝐈𝐀 𝐑𝐎𝐌𝐀𝐍𝐂𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora