CAPITOLO 5

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Appena aprì la porta ci ritrovammo una dozzina di uomini in giacca e cravatta, che ci puntavano le pistole addosso. «Oh, porca pu**ana siamo fottuti...», esclamò lei alle mie spalle.

Alzai le mani in segno di arresa, sorridendo divertito. Uno di loro si avvicinò in modo minaccioso, credeva davvero che potesse intimorirmi una situazione del genere? Questo dimostrava che non sapevano con chi avessero a che fare. Cercò di afferrarmi per un braccio, ma in una frazione di secondo si ritrovò disteso a terra dolorante e disarmato. Si guardarono tra loro evidentemente allarmati, perché grazie al loro amico ora avevo a disposizione un'arma ma era stupido puntarla addosso a loro, no? «Signor Angelis, butti l'arma o non uscirà vivo da qui!», esclamò uno di loro. C'era poco spazio per azzardare una qualsiasi mossa non calcolata adeguatamente; quindi, l'unica soluzione era procedere come avevo pensato fin dall'inizio. Prendere due piccioni con una fava. La presenza alle mie spalle continuava a nascondersi dietro di me, impaurita come non mai, ma con un movimento veloce la portai davanti a me, stringendola in una stretta molto salda.

Altro piccolo dettaglio, le stavo puntando la pistola alla tempia.

«Pare che qui abbiamo una puttanella speciale, quindi se il vostro capo non vuole perderla, perché non mi concede un incontro?», spiegai con tono acido mentre lei continuava a dimenarsi nella speranza di sfuggirmi. «Aiutatemi cazzo! Questo è un pazzo squilibrato.», urlò lei in preda al panico. Continuarono a guardarsi in modo disorientato, aspettando il segnale di qualcuno. «Tic toc, non ho tempo da perdere. Conterò fino a cinque, dopodiché inutile dirvi che molti di voi si faranno male, se non peggio... Oltre a lei.», spiegai nel modo più chiaro possibile. «E tu piccola, cerca di contenerti, i tuoi movimenti mi stanno eccitando come non mai... sarebbe un dispiacere perderti ancor prima di fare quello che ci siamo detti.», sussurrai al suo orecchio.

«Vaffanculo! Dopo questa preferisco scavarmi una buca sottoterra da sola, che anche solo avere le tue sporche mani addosso.», rispose a denti stretti. Era incazzata e anche molto, ma come biasimarla. Se pensava che mi sarei trasformato nel suo angelo custode si era sbagliata alla grande, semmai potevo essere il suo incubo peggiore.

Nel mentre il loro sguardo cambiò, erano tutti sull'attenti e concentrati ad ascoltare chiunque stesse parlando loro attraverso gli auricolari.

«Uno, due, tre, quattro...», fui interrotto ovviamente sul più bello da uno di loro.

«Signor Angelis, ci segua. Il Signor Cole vuole vederla, l'importante è che lasci andare la signorina Myra.», spiegò allungando un braccio verso di noi, con l'intenzione di recuperarla.
«Mi prende per il culo? Mi faccia vedere sto Signor Cole e forse ne riparleremo...», alle mie parole annuì flebilmente a chiunque gli stesse parlando e mi fece cenno di seguirlo, mentre tutti gli altri si facevano da parte per farci passare. «Se vuoi uscire viva da qui, assecondami. Hai capito?», spiegai alla donzella strattonandola con forza. Dopo avermi fulminato con lo sguardo, alzò la mano destra mostrandomi il suo bel dito medio. Che peperino!

Dopo aver percorso vari corridoi preceduti da quel tipo e gli altri dietro di noi che scrutavano attentamente ogni nostro movimento, arrivammo davanti ad un portone imponente. Allungò il viso davanti ad un display di riconoscimento e dopodiché si aprirono le porte, rivelando un salone tutt'altro che sobrio, dotato di un piano bar invidiabile. Varcando la soglia la prima cosa che attirò la mia attenzione fu un ampio tavolo, pieno di centritavola giganteschi e un'infinità di piatti. Seduto a capotavola un uomo di una certa età, intento a mangiare tranquillamente, mentre una fila di uomini armati vegliava su di lui alle sue spalle.

 Seduto a capotavola un uomo di una certa età, intento a mangiare tranquillamente, mentre una fila di uomini armati vegliava su di lui alle sue spalle

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DOUBLE FACE | 𝐌𝐀𝐅𝐈𝐀 𝐑𝐎𝐌𝐀𝐍𝐂𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora