«Sai fare la prostituta, come dici tu, ha i suoi vantaggi... Tra cui molte persone frustate, che cercano qualcuno con cui confidare segreti. Segreti rilevanti... Mia cara, tutto questo non ti spetta e neanche a tuo padre. Quest'organizzazione non vi è stata tramandata perché legittimi successori. Quest'eredità non vi spetta o sbaglio?», quelle parole la travolsero come un fulmine a ciel sereno facendo andare in mille pezzi la tazza che aveva in mano.
«Chi diavolo sei tu?», chiese con voce spezzata in preda al panico.
«Sicuramente qualcuno da non sottovalutare.», risposi schietta prima di sorseggiare un po' di the. Era alquanto soddisfacente vedere tutte le sue sicurezze sgretolarsi in così poco tempo. «É una bugia!», cercò di giustificarsi con tono palesemente poco credibile. Rispetto alla francesina i suoi livelli di recitazione erano pessimi.
«Sappiamo entrambe che non è così... Smettila di mentire a te stessa e soprattutto a Vincent. Perché stai continuando, eh? Non ti vuole ora che sei la figlia del Presidente, figurati se...», nel mentre si alzò cogliendomi di sorpresa fiondandosi prontamente su di me.
«Lurida puttana, non ti devi neanche azzardare!», dopo un paio di colpì riuscì a scostarmi leggermente e recuperare il controllo scaraventandola a terra.«Puoi continuare all'infinito, ma la verità è che alla fine ha scelto me. Finché starà al mio fianco, farò in modo che scopra che razza di persone siete!», ringhiai ormai fuori controllo. Nel mentre si era piegata sulle ginocchia, cercando di riprendere fiato, non distogliendo minimamente quello sguardo tagliente che fui felice di ricambiare. «Giuro che ti ammazzo, puttana!», esclamò prima di avvolgere la sua mano saldamente al mio collo, mentre sbattevo violentemente contro il muro. Per essere una donna aveva una forza vigorosa, infatti sentì lentamente il respiro diminuire mentre quelle iridi color pece scrutavano soddisfatte quello spettacolo. Anche le due dame sembravano orgogliose della loro padrona, immobili come due statue davanti a quella scena. Cercai più volte di dimenarmi nella speranza di liberarmi, ma fu del tutto inutile, lei era sicuramente una professionista in queste cose.
Era pur sempre figlia di suo padre, no?
«Ti chiedo cortesemente di lasciarla o potrei non rispondere della mie azioni.», sentimmo proferire da dietro le porte che notai essere semichiuse. In quel preciso istante fece il suo ingresso in tutta la sua eleganza, con una mano sistemata comodamente nel taschino dei pantaloni e l'altra intenta a portarsi un sigaro alle labbra. La ragazza senza esitare ulteriormente ritrasse la mano, lasciandomi cadere violentemente sul pavimento. Tossì ripetutamente travolta dall'aria che rientrava prontamente nei polmoni, non lasciandomi il tempo di riacquisire il ritmo. Vidi quella mano inconfondibile, dal tatuaggio a forma d'aquila, posizionarsi davanti al mio viso ed immediatamente l'avvolsi. Quando finalmente incrociai quello sguardo di cui sentivo il bisogno, non scorsi assolutamente nulla. Totalmente impassibile, mentre studiava la figura alle mie spalle. «Non finisce qui Ma-ri.», sussurrò gettando a terra quello che restava del suo sigaro.
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DOUBLE FACE | 𝐌𝐀𝐅𝐈𝐀 𝐑𝐎𝐌𝐀𝐍𝐂𝐄
Lãng mạnLui non è il solito mafioso e lei non è la solita vittima pronta a cadere tra le sue braccia. «𝐎𝐫𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞𝐢 𝐦𝐢𝐚, 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐚𝐢 𝐦𝐚𝐢 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐚𝐫𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐦𝐞. 𝐂𝐢 𝐝𝐢𝐯𝐢𝐝𝐞𝐫𝐚' 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚, 𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞...»...