𝗖𝗔𝗣𝗜𝗧𝗢𝗟𝗢 𝟮 - 𝗔𝗙𝗙𝗔𝗥𝗜

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Dopo solo uno squillo spensi quella dannata sveglia, tanto quella notte non avevo dormito un granché. I tratti di quella ragazza erano impressi nella mia mente e per ogni secondo che passava aumentava il desiderio d'incontrarla. Mi recai velocemente nella cabina armadio per recuperare dei vestiti e poi dirigermi in bagno, una doccia fredda era ciò che mi serviva per tornare lucido.

Poco dopo mi avviai al piano inferiore e nel frattempo sentì del baccano, cosa insolita a casa "mia". Appena lo vidi al tavolo della cucina intento a fare colazione, lo fulminai con lo sguardo. Non ero pronto ad affrontare le sue cazzate già di prima mattina. «Buongiorno anche a te!», esclamò in tono divertito.

«Quando ti ho detto che potevi stare qua, se avessi avuto bisogno, non includeva il rompermi le scatole già di prima mattina.», risposi abbastanza seccato.

«Buongiorno Vincent, ti preparo qualcosa in particolare stamattina?», chiese una voce confortante facendo il suo ingresso in cucina. «Scegli tu, te ne sarei molto grato Rosa.», annuì dolcemente prima di sparire di nuovo dietro i fornelli. Rosa mi aveva praticamente visto crescere e nonostante l'uomo che fossi diventato, non aveva mai smesso di guardarmi come il primo giorno.

Come se fossi un figlio.

Nonostante le avessi proposto più volte di allontanarsi da me ed il mio terribile mondo, si era sempre rifiutata e sinceramente gliene ero grato.

Mi accomodai nel frattempo al tavolo, vicino al signor "buon umore". «Nessuna novità sulla tua ragazza?», chiese mentre si abbuffava di omelette e salsicce. «Non ti hanno insegnato a tenere la bocca chiusa mentre mangi? Comunque, non ancora.», replicai.

«Non mi dirai che sei più scorbutico del solito proprio per questo?», rispose sogghignando. «Giuro che se non chiudi quella bocca, ti...»

«Ecco il tuo caffè ed un delizioso toast alla francese come piace a te.», ci interruppe Rosa per calmare sicuramente le acque. Con quel sorriso, riusciva a placare anche il mio difficile temperamento. «Grazie mille.», le dissi prima di concentrarmi esclusivamente sulla mia colazione.

«Parlando di cose serie, oggi arriva il nuovo carico dalle Filippine, giusto?», chiese Duncan leggendo il giornale sul suo tablet. «Esatto, ma in mattinata passerò in cantiere per controllare un paio di cose. A quanto pare il mare era abbastanza mosso ieri, per questo arriveranno verso le nove di stasera. Pensi di raggiungermi al porto?», chiesi. «Direi di sì, se tutto va bene a quell'ora dovrei aver già finito. Come sai siamo a fine mese. Devo passare dal commercialista per far quadrare dei conti. Sai cosa intendo?», annuì alla sua domanda.

«Dato che stasera ti raggiungerò al porto, penso che qualche precauzione non guasti. RJ? Portami qualcosa di non troppo ingombrante.», ordinò ad uno dei miei uomini che sorvegliavano noi e la casa per "precauzione". Il nostro giro ci regalava più nemici che amici, Whisper era uno di questi.

Poco dopo RJ ritornò con pistola con silenziatore, che allungò a Duncan. «Boss, c'è Jose che chiede di lei.» «Fallo venire.», che avesse già raccolto informazioni su di lei? Il nervosismo iniziava ad impadronirsi di nuovo di me. Che diavolo mi stava succedendo?

Jose entrò salutandoci con un cenno, per poi accomodarsi al tavolo con noi. «Non sapevo che i vampiri uscissero di mattina! Miracolo.», disse Duncan divertito. Aveva trovato un nuovo bersaglio con cui divertirsi a quanto pare. «Taci Duncan. Jose se sei qui, sicuramente hai novità importanti.», affermai ponendo la mia totale attenzione su di lui. «Non è saggio provocare una persona che ha un'arma a disposizione Boss.», neanche il tempo di concludere la frase, che avendo fatto un rapido cenno a due dei miei uomini, si ritrovò con due pistole puntate alla nuca. «Okay, la smetto.», rispose flebilmente.

DOUBLE FACE | 𝐌𝐀𝐅𝐈𝐀 𝐑𝐎𝐌𝐀𝐍𝐂𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora