21. Cornice

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"Bene ragazzi noi andiamo... Ciao!"

Dicono all'unisono le nostre madri uscendo praticamente di corsa non degnandoci neanche di qualche parola in più.

Chiudo la porta di casa e ritorno in salotto dove c'è lo scemo, quasi quasi potrei scappare, ma mio padre mi vedrebbe dalle finestre dell'altra casa.

Diciamo che sono proprio in trappola, non ci voleva...

Camminando più lentamente di un bradipo arrivo in salotto e inizio a stilare una lista di regole allo scemo.

"Allora, ascoltami bene, l'offerta per la rottura di un arto è ancora valida quindi ti conviene fare quello che dico, non darmi fastidio e soprattutto non curiosare tra le mie cose.

Capito?.... Eiii rispondi ti ho chiesto se hai capito o ti serve un disegnin..."

Alzo la testa e mi accorgo che sto parlando da cinque minuti da sola, ecco perché nessuno rispondeva!

Che rabbia ora veramente perde una arto, dov'è finito?

"MIKE! DOVE CASPITA SEI? VUOI PERDERE UN BRACCIO O UNA GAMBA?"

Nessuna risposta...

Controllo tutto il piano terra, ma non lo trovo allora, corro salendo le scale e entro in tutte le stanze fino ad arrivare alla mia, apro e...

"Perché cavolo sei qui?"

"Dici a me sciocchina?"

"Nooo al quadro appeso al muro difronte a te. Ma che domande sono certo che parlo con te!"

"Simpatica come sempre, ma qua le spiegazioni le dovrei avere io...perché hai una nostra foto sul comodino?"

Oh no, ecco un'altra figuraccia! Non è colpa mia se ce l'ho da quando avevo tre anni.

Non credo di averla mai mossa, se non per pulire la cornice.

"Beh, perché... C'è sai... Perché dovrei dare spiegazioni a te!

Come mai sai che siamo noi?

Io non ero riuscita a collegare che fossi il piccolo scemo che c'è nella foto quando ci siamo incontrati a scuola l'altra volta".

"Neanche io, ma sai com'è non credo che tu a quell'età stessi con qualcun altro oltre a me, in pratica vivevamo insieme e poi solo io avevo già la mano da grande artista da piccolo".

"eiii signor grande artista le ricordo che invece di dipingere sulla tela dipingeva sulla mia faccia!"

"beh hai ragione anche te, anche se ce l'hai poche volte!"

Tiro un pugno scherzoso sul braccio di Mike e lui inizia a ridere con il suo sorriso contagioso che intrappola anche le mie risate.

"Non ti ricordi proprio eeh?"

"Che cosa scusa?"

"La cornice... "

"emm no, cosa dovrei ricordare?"

"Niente, lascia stare va"

Una delle cose che mi da più fastidio al mondo è quando le persone non finiscono i discorsi facendoti rimanere in suspence, ma evito di dire qualcosa, perché lo scemo sembra deluso dalla mia risposta, quasi...triste?

Boh, non riesco proprio a ricordare nulla a proposito di quella cornice...

Sarà qualcosa della nostra infanzia che lui ricorda.

Dopo un po' di silenzio nel quale Mike ammira la mia camera perché ormai è impossibile portarlo via, si avvicina alla mia scrivania.

"Devo ammettere che anche tu sei una grande artista signorina... Mi piace il tuo modo di disegnare".

"Wow! A quanto pare sono riuscita a farti abbassare l'autostima... Incredibile comunque... Grazie" dico l'ultima parte con una voce bassissima.

"Cosa? Non ho sentito"

"Grazie"

"No, veramente non ti sento sciocchina aspetta forse preferisci che io mi avvicini un po' di più".

Risponde lui avvicinandosi a me.
"NO NO... Non ti avvicinare va bene così. Ho detto... GRAZIE".

Dico questo con lui attaccato alla faccia e io che gli spingo il petto con le mani per allontanarlo.

"mmm la sai una cosa?"

"Che cosa?"

"Sei molto più carina vista da vicino e quando fai la gentile".

Aaaa panico, tachicardia, morte certa.

Scappare in Messico e i suoi occhi sono le due possibilità e in questo momento potrei scegliere i suoi occhi, cosa che non deve succedere, quindi devo reagire all'istante!

"Anche te quando sorridi e non dici cavolate sei molto meglio".

Bene... Andiamo di male in peggio, ho bisogno di un respiratore all'istante o credo che morirò per elevate stupidaggini dette.

"Ah si?"

"Si, cioè no". Oh mio dio reagisci!

"ti vedo confusa eeeh".

"Si cioè no". E ci si rivede in Messico wii.

"OK ora basta che mi metti ansia scendiamo a guardare un film".

Dico io finalmente riuscendo a parlare senza sparare cavolate.

"Io non ho diritto di scelta?"

"Prima cosa no, visto che è casa mia e seconda, hai qualcos'altro di megliore da proporre?"

"Beh io rimarrei qua... Mettiamoci sul letto no?"

"Te sei un pazzo maniaco. Muoviti a scendere!"

Gli rispondo io tirandolo da un orecchio per le scale.

Come un DipintoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora