29. Strappare La Vita

80 6 17
                                    

Dopo un viaggio molto corto, ma straziante per le domande che mi balenano in testa, ci fermiamo, scendiamo dalla moto e metto poco a capire che siamo vicini alla pizzeria di sua nonna sulla spiaggia.

Inizio a seguire Mike che non ha ancora aperto bocca da quando siamo arrivati e lo vedo sedersi sulla sabbia umida che quasi tocca il mare.

"Siediti anche te, mi viene difficile parlarti se siamo a due altezze diverse".

"In realtà quando siamo in piedi siamo sempre a due altezze diverse visto che ci passiamo più di venti centimetri".

Borbotto mettendomi a gambe incrociate vicino a lui, facendogli scappare un piccolissimo sorriso.

Quasi non lo riconosco più, lo scemo che conosco io si sarebbe messo a ridere e avrebbe risposto con una battuta di pessimo gusto sulla mia altezza.

Dopo minuti a guardare la luna specchiarsi sull'acqua limpida del mare all'orizzonte sento le dita di Mike sfiorarmi la mano per poi direttamente coprirla quasi per cercare conforto.

"Margot, scusa per prima è che mio padre fa uscire il peggio di me... Non riesco a guardarlo in faccia senza rivedere lo sguardo di Eric".

"Non preoccuparti... Però capiscimi vorrei sapere cosa sia successo per aiutarti".

Un sorriso amaro si stampa sulla sua faccia.

"Tu non capisci, nessuno mi può aiutare... Le cose che ho detto davanti ai nostri genitori sono vere, te mi stavi aiutando, ma ho paura che dopo che scoprirai il vero me, il Mike distrutto dentro a cui manca un pezzo, tu non mi veda più come quello che chiami lo scemo".

"Ti prego non dire così, non mi comporterei in nessun altro modo con te neanche se tu fossi un serial killer".

"Tutti dicevano che mi stavano vicino e quando avevo più bisogno di loro mi hanno voltato le spalle...solamente per colpa di mio padre".

"Io non lo farò... Lo giuro".

Prendo il volto di Mike tra le mani che fino ad adesso era rimasto rivolto verso il basso e noto i suoi occhi blu pieni zeppi di lacrime che vogliono uscire.

Gli rivolgo un sorriso per dargli sicurezza e lui si gira a guardare di nuovo il mare e la luna.

"Che cosa ti ha detto quello stronzo oltre al nome Eric?"

"Mi ha detto che in questa storia centrano anche Lewis e Jacob e che avete avuto una... perdita" dico quest'ultima parola a voce bassa, assicurandomi però che lui la senta.

"Sei sicura di voler sapere tutto?"
Annuisco

"Va bene, anche perché il bastardo che ho come padre ti direbbe la sua versione facendomi sembrare uno psicopatico che non ha superato la perdita di qualcuno".

Rimango in silenzio per lasciarlo continuare e dopo vari sospiri Mike inizia a raccontare.

"Sai, arrivato in Florida, anche se con molta difficoltà mi feci degli amici che con il passare degli anni diventarono le persone più importanti della mia vita.

Queste persone furono Jacob e Lewis, che ancora portano un peso gigantesco nel cuore insieme a me e infine Eric, il bambino più solare e buono che io abbia mai conosciuto.

Una delle cose di cui andavamo pazzi erano i motori, infatti, visto che eravamo solo degli stupidi ragazzini prendevano sempre le moto dei nostri amici più grandi e correvamo in strada come degli Imbecilli stando attenti a non farci beccare dagli sbirri.

Un giorno, dopo scuola, in seconda elementare, Eric prese per la prima volta la moto senza di noi e andò sulla strada principale dove a quell'ora molte persone ritornavano dal lavoro.

Quella stessa sera ricevetti la chiamata più brutta di tutta la mia vita nella quale la mamma di Eric, piangendo mi informò che lui, uno dei miei migliori amici, ormai considerato come un fratello era morto... Sì morto... Un ragazzo di soli dodici anni morto per una stupida moto.

Non riuscii né a piangere né a parlare per molto tempo dallo  shock.

Dopo le mille notizie ai TG, i giornali e dopo il suo funerale riuscii a realizzare il fatto che Eric fosse morto, c'è proprio morto... Ad un ragazzino intelligente e gentile come lui era stata strappata la vita.

Tutto l'anno non studiai e non parlai se non pochissimo con Jacob e Lewis distrutti anche loro.

È proprio per questo che venni bocciato quell'anno.

L'unica cosa che feci fu disegnare occhi, solo quegli occhi, solo quegli occhi verdi dalla mattina alla sera, i tuoi occhi verdi..."

Come un DipintoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora