26. Scappare!

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Le nostre due risate finisco subito quando ci accorgiamo che gli altri ci guardano ancora come se avessero visto un alieno.

"Okaaay sarà meglio andare ora vero?" Dice Mike ancora sdraiato per terra come se niente fosse.

"No io devo ancora farvi delle domande". Dice mio padre

"E stai zitto, lasciali in pace"
risponde mia madre.

Intanto Mike si alza e prende dal polso sia sua madre che sua sorella trascinandole alla porta di ingresso.

"Ciao a tutti e arrivederci!"

"Saluta anche Margot cretino".
Dice la sorellina di Mike e evidentemente per andarsene più in fretta possibile dalla situazione abbastanza strana e imbarazzante lo fa.

"Ciao Margot grazie per la fantastica giornata".

"Mike! Dove credi di andare? Che magnifica giornata? Di cosa parli? E perché l'hai chiamata sciocchina prima?"

"Ti ho detto di lasciarli in pace".
dice mia mamma a mio padre, anche se in un momento abbastanza inutile visto che lo scemo è praticamente scappato via correndo con la sua famiglia.

Non so se ridere o piangere visto che lui se n'è andato via spaventato come un bambino, però se n'è andato via... Io sono bloccata qua!

Che ne sarà di me? Forse dovrei far ripartire l'operazione Messico.

I miei si girano di nuovo verso di me e noto subito la faccia di mia sorella tutta rossa perché evidentemente sta scoppiando a ridere.

"Se apri bocca giuro che te la cucio con ago e filo".

"Ok ok sorellona vado in camera mia prima che si scateni la tempesta... Addiooo".

"Mamma papà, per favore non chiedetemi nulla è già abbastanza imbarazzante così... vado in camera anche io".

Lasciando a bocca aperta mio padre e mia madre con le risate sulla punta della lingua salgo le scale.

Arrivata in camera prendo un foglio e inizio a disegnare qualcosa totalmente a caso e senza accorgermene si fa ora di cena, quindi scendo evitando le domande che piovono come pioggia.

Dopo una cena rigorosamente in silenzio solo da parte mia, dove mio padre ha cercato di farmi tirar fuori dalla bocca qualsiasi cosa riguardante Mike, salgo in camera e mi metto a leggere un libro prima di addormentarmi in un sonno profondo.

"Drin driiiinnn"

Mmmmm la sveglia...è mattina e fortunatamente non mi sono risvegliata di nuovo con una sorpresa.

Mi alzo dal letto e mi preparo per andare a scuola mettendomi dei jeans e una felpa grigia semplicissima con le mie vans nere, diciamo che la mia voglia di vivere di oggi si vede anche da quello che indosso, dopotutto è lunedì e il mio weekend si può descrivere solo come complicato.

Vado in cucina e mangio una mela velocemente sia per il mio solito ritardo, sia per la voglia assurda di fare domande che ha ancora mio padre.

Saluto i miei ed esco prendendo lo zaino in spalla.

Davanti casa, ormai come ogni giorno di scuola c'è lo scemo con la sua favolosa moto che lo fa sembrare automaticamente meno stupido.

"Buongiorno vigliacco! Ieri sei scappato eeeh".

"Certo! Tuo padre sembrava volesse uccidermi".

"ahahaha hai assolutamente ragione".

"Ecco vedi, ieri mi hai fatto rischiare la vita, come avresti fatto senza di me?"

"oddio, hai ragione... Avrei pianto giorno e notte senza fermarmi" dico io sarcastica.

"Dai non prendermi per il sedere e mettiti il casco che è tardi".

"Aiuto! È vero... Dobbiamo sbrigarci".

"Non ti preoccupare grazie al mio amore non sono mai arrivato in ritardo".

"Il tuo amore sarebbe la tua moto?"

"Si".

"O mio dio meglio se partiamo sennò ti prendo in giro a vita, veramente".

Salgo sulla moto dopo essermi infilata il  casco e Mike parte accelerando più forte degli altri giorni vista l'ora.

Non mi dispiace affatto, credo di avere un problema con la velocità...

Forse è uno dei motivi per cui non ho la patente.

In un batter d'occhio arriviamo a scuola e ha inizio un altro fantastico lunedì... Evviva.

Come un DipintoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora