Quest'ultima settimana passa molto in fretta tra studio e noia, ma fortunatamente oggi ci sarà la partita di Basket contro le due scuole più forti della città in cui naturalmente parteciperà la nostra e quindi Alexander.
Non sto più nella pelle, sono quasi più agitata di lui, non dovrei trasmettergli questa negatività, ma non posso farci nulla.
Sono insieme a Selene, che parteciperà alla partita femminile dopo le vacanze di natale, ormai vicinissime e insieme a Mike che mi ha scortata con la moto come sempre, fino a qua.
"eiii spacca tutto, mi raccomando".
"Certo Margi per chi mi hai preso? Hai un campione come migliore amico... Te fai il tifo per la nostra squadra".
"Va beneee".
Subito dopo si sente un fischio acuto che fa scattare l'arbitro tramite il fischietto appeso al suo collo, che segna l'inizio della partita.
Quest'anno non è stata semplice, gli avversari erano abbastanza forti, ma naturalmente abbiamo vinto.
Che soddisfazione, sembra che abbia giocato e sudato io.
Finita la partita entro in campo e do un abbraccio ad Ale che è al settimo cielo, mentre Mike si congratula con una stretta di mano e delle pacche sulla schiena.
"Questa sera non possiamo festeggiare perché il coach vuole portare solo la squadra in un posto, ma domani faremo una festa fantastica".
"Ok ok, però non prenderti tutta la vittoria devo ancora giocare io vedremo chi farà più punti".
Risponde Selene con un broncio finto e andando verso l'uscita nascondendo le risate.
"Dove credi di andare? Torna qui!"
Ale la rincorre e spariscono dopo averci salutato con un cenno facendomi rimanere da sola con lo scemo.
"Sciocchina, te sei in grado di saltare per fare canestro o sei troppo bassa anche facendo un balzo alto due metri?"
"Ah-Ah-Ah molto divertente. Facciamo una scommessa, se faccio canestro mi fai guidare un po' la tua moto se invece non ci riesco decidi tu".
"Ci sto".
Prendo la palla arancione e nera al centro del campo, mi posiziono....Eeee.... Subito dentro.
La campionessa dovrei essere io, non Alexander.
Mi giro e mi ritrovo davanti la faccia di uno che ha appena visto un fantasma.
"Scemoooo... Ci sei?"
"Beh, ti avevo sottovalutato".
"Si, a quanto pare sì. Ora posso andare a fare un giro con la tua moto, quindi ciao".
"No no no... Il mio amore non lo tocchi, e se cadi e me la rovini?"
"Quindi se io cadessi ti preoccuperesti per la moto?"
"E per cosa sennò?"
"Oddio! Sei una causa persa... Comunque te continua a guardare il canestro con la faccia di uno che non ha capito cosa sia successo, che io vado addioooo".
Inizio a correre verso l'uscita per prendere la moto di Mike parcheggiata qui davanti.
Lui se ne accorge dopo trenta secondi e inizia a correre cercando di prendermi per fermarmi...
Il problema è che lui, avendo le gambe più lunghe, mi raggiunge appena arrivo davanti alla moto e mi solleva sulla spalla sinistra, tenendomi le gambe con entrambi le mani e lasciandomi la testa penzolante dietro la sua schiena.
"Dove scappi? Che volevi fare? Mi volevi rubare il mio amore?"
"Esattamente... Il problema è che le tue gambe da spilungone me l'hanno impedito...e mettimi giù".
"Non ti dimenare in questo modo ti faccio scendere se mi prometti che ti fai il giro dell'isolato e ritorni in questo preciso punto senza aver fatto danni".
"E va bene... Anche se hai cambiato condizioni della scommessa dopo, ti perdono per questa volta".
"Oooh la ringrazio sua maestà".
risponde Mike mettendomi giù e infilandomi il casco per poi chiuderlo.Parto dopo mille raccomandazioni dello scemo e mille dialoghi a senso unico, che ho ancora in mente tra lui e la sua amata motocicletta.
È una sensazione veramente bellissima e anche se mi passa per la testa per un attimo l'idea di andare in Messico con la moto e scappare dallo scemo, decido di mantenere la promessa data e in poco tempo mi ritrovo al parcheggio dove c'è Mike pronto per montare in moto con già il casco in testa e la giacca di pelle nera addosso.
Mi fermo e prima di salire percepisco una lieve voce, nascosta sicuramente dal casco.
"Non smetterai mai di sorprendermi?"
Facciamo un cambio di ruolo e ritorniamo a fare il nostro solito viaggio per arrivare a casa.
All'inizio della strada che porta alle nostre case noto parcheggiata davanti casa mia una macchina che non avevo mai visto da queste parti.
Ci fermiamo davanti casa di Mike e neanche il tempo di sfilarsi i caschi che sento una voce nuova, ma vecchia, diciamo che mi ricorda qualcosa.
"Ciao Mike! È da un po' di tempo che non ci vediamo, vieni a salutarmi".
Mike si gira di colpo come se gli stesse parlando una voce fastidiosa o, forse il proprietario di quella voce è fastidioso.
"Papà... Che ci fai qui?"
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Come un Dipinto
RomanceLei una ragazza semplice e solare che è sempre rimasta alle sue origini, lui nuovo a scuola ma figlio di amici di lunga data dei genitori di lei. Un incontro o un ritrovamento? chi lo sa? Scopriranno passioni in comune e forse sarà proprio l'arte a...