32. Mostro

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"Ti prego papà, solo per una volta".

Dopo svariati minuti nei quali mio padre è combattuto sul fare dormire a casa nostra Mike pare che vinca il suo buon animo che comprende la situazione familiare non troppo bella in cui è obbligato a rimanere Mike.

"Va bene, ma domani pretendo la spiegazione di un po' di cose".

"Grazie mille, sarà solo per questa notte, non darò disturbo a nessuno".

Risponde il ragazzo che ancora non lascia la presa stretta dalla mia mano destra.

Senza dire niente i suoi genitori, ormai arrivati all'uscita, non provano neanche ad obbiettare...

Il padre  sembra arrabbiato e non credo che riuscirò più a vederlo come poche ore fa, mentre la madre che mi ha fatto per pochi anni della mia infanzia, da seconda mamma è triste e distrutta, glielo si legge in faccia... Ha gli occhi stanchi e il viso pallido, forse sono dovuti tornare in questa città perché in Florida era questa la situazione.

Non riesco neanche ad immaginare lo scemo che si prende gioco di me e che mi fa così tanto irritare con il viso e l'anima come adesso.

"Bene ragazzi, visto quello che è successo, che sinceramente non abbiamo compreso a pieno andate a riposarvi... Se dovete dirci qualcosa ce la direte domani mattina".

Dice mia madre scioccata e anche un po' triste forse per essere entrata nel mondo orribile di quella che è sempre stata la sua  migliore amica.

Se succedesse qualcosa del genere a Zoey mi sentirei distrutta quanto lei.

Trascino Mike su per le scale tirandolo dalla mano che ancora non ha lasciato dopo che lui ha quasi preso a pugni suo padre.

Entriamo in camera mia e sembra quasi come se fosse assente, non parla, non si muove, non alza lo sguardo, non fa niente...

"Mike..." niente
"Mike...guardami". Niente

Prendo il suo volto nella mano che ho libera e lo obbligo a guardarmi.

Non è il suo sguardo...è vuoto è come se non stesse guardando ciò che ha davanti a sé ma qualcos'altro.

"Mike... Non ti lascio solo, non avere paura ad aprirti puoi dirmi quello che vuoi".

"Margot...ha ragione lui... Io sono... Sono solo un MOSTRO!"

Forse per il tono di voce ho l'istinto di allontanarmi, ma so che non devo farlo, se io mi allontanassi proprio nel momento in cui lui è più a pezzi non me lo perdonerei mai e molto probabilmente lo perderei per sempre.

"Perché dici una cosa del genere?"

"Non hai visto quello che stavo per fare? Se non ci fossi stata te a fermarmi quello stronzo sarebbe all'ospedale pieno di sangue a fare la vittima e ad incolpare me... Non so se dirti grazie o scappa".

"Perché mai dovrei scappare?"

"Perché potrei avere questi attacchi di riabbia e ferirti... Non credo che  riuscirei a sopportarlo".

"Non lo farai"

"Come fai a dirlo? Come fai ad esserne così sicura?"

"La verità? Non lo so... Ma a quanto pare la parte più stupida di me ha deciso di fidarsi dello scemo davanti a me già da un po' di tempo, o forse addirittura da sempre".

Vedo aprirsi nei suoi occhi un piccolo spiraglio di luce... Perché gli è successo tutto questo? Un ragazzo come lui anche se, a volte da prendere a schiaffi, non merita di certo la morte del suo migliore amico e la distruzione della propria famiglia.

Lascia la presa anche dalla mano ormai attaccata alla mia da un sacco per poi farla posare sul mio volto, per avvicinarsi e darmi un bacio...

Veloce ma pieno di sentimenti, di bisogno e di speranza".

Ci stacchiamo e poggiano le nostre fronti una contro l'altra.

"Grazie sciocchina..."

Come un DipintoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora