10.Lo sguardo di tutti

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"Eh va bene...però guido io".

Dicendo questo, afferro da un polso lo scemo e mi metto a correre, anche se malissimo data la mia caviglia, ma sfortunatamente mio padre riesce a prendere al volo il mio zaino e a tirarmi indietro, allora io mi aggrappo al braccio di Mike che questa volta  riesce a non cadere.

Ho un déjà vu con una fine diversa e menomale per lui.
Mi giro e vedo tutti ridere e mio padre con una faccia serissima che dice: "Dove credi di andare signorina senza patente! So che sai guidare ma non te l'ho fatta fare per un motivo".

"Aaaa, che noia papà..."

Con le risate di tutti esco, questa volta normalmente e mi dirigo con lo scemo verso la moto e mentre ognuno si mette il proprio casco lui dice: "Non sapevo sapessi guidare una moto".

"Caro mio, tu non sai tante cose di me...comunqueeee, quindi ti sono mancata così tanto da farti piangere eeeh".

"No allora non metterti a parlare di queste cose, eravamo piccoli e...aspetta perché ti devo dare io spiegazioni? Anche te se non sbaglio hai pianto come se fossi morto".

Per la prima volta che sono riuscita a metterlo in difficoltà si riprende CHE FASTIDIO è passato dall'essere rosso di vergogna a tranquillo e sicuro di se stesso.

"Facciamo così, meglio non parlarne più di questa cosa". Dico cercando di uscire da questa situazione.

"Hai ragione. Dai sali che andiamo a scuola". 

Ufff, stranamente sono riuscita a sviare il discorso, ma credo che anche lui ne sia felice visto l'imbarazzo nell'aria.

Il viaggio tutto sommato è molto piacevole, forse perché scambiamo pochissime parole, ma in un batter d'occhio ci ritroviamo davanti a scuola.

Scendo dalla moto con l'aiuto di Mike per non farmi ancora più male alla caviglia e mi accorgo che tutti gli alunni presenti nel parcheggio e alla fermata davanti a scuola ci stanno fissando.

Pronto? Avete visto un fantasma?...

Certo che è solo il secondo giorno di scuola e già mi conoscono tutti e non per la mia simpatia, la mia bellezza e le mie capacità, ma per lo scemo che ho affianco.

Da lontano noto Alexander, gli mostro il mio sorriso, lo saluto con la mano e mi avvicino a lui con lo scemo sempre attaccato.

"Ei Mike...come va?"

Uoo non mi ha vista? Stiamo scherzando vero? Saluta seriamente prima lui?

"Oi amico bene dai".

"Scusate il disturbo...ma te non mi saluti?"

Dico con il broncio e le braccia incrociate sotto il seno.

"Sii Margi scusa! Mi devi raccontare cosa succede però...perché siete venuti insieme a scuola?"

Dice finalmente dandomi l'abbraccio mattutino ormai come d'abitudine.

"Ora ti spieghiamo tutto" Diciamo sincronizzati io e lo scemo facendo ridere Ale e poi a ruota anche noi due.

Nel tragitto per arrivare fino alla nostra classe gli spieghiamo dall'inizio alla fine tutta la storia partendo dai nostri genitori, amici di vecchia data, finendo ai giochi che facevamo da piccoli, facendo sorgere dei ricordi anche a noi due scoppiando a ridere di tanto in tanto.

Arrivati davanti alla nostra classe, questa volta in anticipo, entriamo ritrovandoci davanti la professoressa di chimica che personalmente adoro.

"Buongiorno Margot, buongiorno anche a te Alexander e tu devi essere il nuovo arrivato...Mi presento io sono la professoressa Williams e insegno chimica e scienze naturali spero che ti troverai bene".

"Piacere professoressa, io mi chiamo Mike Brice sarà un piacere fare le mie materie preferite con lei".

"Oh ma guarda Margot! Abbiamo trovato un altro fanatico delle scienze come te".

In questo istante io e lo scemo ci sorridiamo e per la prima volta sembrano essere due sorrisi sinceri.

"Drin Driiiin è suonata ragazzi tutti seduti che incominciamo la lezione...Se fate i bravi la prossima volta vi porto in laboratorio".

"Oddio si il laboratorio!"  Penso con gli occhi a cuoricino.

"Oi sciocchina hai pensato di nuovo ad alta voce, fortunatamente ti sento solo io".

"Fortuna o sfortuna, dipende da come la guardi...e per la cronaca, prima che tu dica qualcosa, questo era voluto ad alta voce".

"Irascibile come sempre vedo".

Quanto è noioso quando fa così, è l'unica persona che riesce a tenermi testa nei discorsi. 

Come un DipintoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora