47. Lentiggini

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Pov Mike:

Con uno scatto veloce carico sulla mia spalla destra la piccola sciocchina che mi guarda con i suoi occhioni verdi.

Cazzo se mi fanno impazzire quegli occhi...

Non so quanto abbia sofferto, ma solamente l'idea di essere la causa di quella sofferenza mi crea un vuoto nel petto che si era riempito solo grazie a lei.

La mia Margot...

Non credo di aver mai desiderato qualcuno più di lei.

Forse semplicemente per il fatto che ho sempre desiderato solo Margot. 

La bambina con i capelli più ricci che io abbia mai incontrato, quella che mi ha dipinto il volto una miriade di volte prima di capire che il pennello andava usato sulla tela, la stessa che mi ha stampato quegli occhi così grandi e verdi nella mente... Per sempre...

La ragazza che cade stando ferma, quella che guida la moto meglio di me, ma questo è meglio non farglielo sapere.

La persona che mi ha fatto superare, in parte, la morte del mio migliore amico, ma che allo stesso tempo mi fa ricordare ogni giorno lui.

Solo lui era sbadato quanto la sciocchina.

Quegli occhi che mi fanno sorride ogni giorno oppure piangere. 

In questi giorni ho capito solo una cosa... non posso starle lontano.

Con il pensiero, con lo sguardo e neanche con il corpo.

Entro in camera con la sciocchina che si dimena ancora su di me e la butto, forse con troppa forza, sul materasso davanti a me.

Rincontro quello sguardo che forse dovrebbe essere intimidatorio e instintivamente le mie labbra si muovono per creare un lieve sorriso.

La sua reazione è visibilmente confusa.

Si nota dalla piccola ruga che si crea sempre quando è sorpresa sulla sua fronte e dal modo in cui arriccia il naso spruzzato da piccole lentiggini.

Mi avvicino facendole aumentare l'espressione stampata sulla sua faccia.

Sposto una piccola ciocca arricciata di capelli che le contorna il viso dietro il suo orecchio, per poi far scivolare la mia mano sul suo collo e baciarla.

Le sue labbra così morbide mi potrebbero far impazzire quasi quanto i suoi occhi.

Velocemente la faccio sdraiare sotto di me e inizio a baciare ogni pezzo di pelle che trovo scoperto.

Le tolgo l'unico pezzo di tessuto che ha indosso con foga.

La cosa migliore che i miei occhi abbiano visto è il suo volto e il suo corpo accaldato e tremolante ad ogni mio minimo tocco.

Non sa quanto io impazzisca ad ogni suo movimento delicato o goffo che sia.

Non sa quanto potere ha quel minuscolo corpo su di me.

La lascio riprendere fiato sotto il mio sguardo attento quando decido di allontanarmi.

Non sa neanche quanto sia difficile per me staccarmi da lei, soprattutto in situazioni del genere, ma voglio che si riposi dopo tutto quello che è successo, compreso l'attacco di panico.

Come un DipintoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora