42. Notte stellata

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Piango
Piango
Piango

...ormai non sento neanche le lacrime bagnarmi il volto, sono finite.
Sento come un vuoto nel petto, non provo più neanche dolore.
è come se mi fossi rotta...

È da più di tre ore che non esco da questa maledetta stanza.

Una parte di me vorrebbe uscire e affrontarlo un'altra volta, ma l'altra parte è sicura che non riuscirebbe a farlo ed è proprio per questo motivo che non ho fatto entrare neanche i miei migliori amici, ma conoscendoli mi convincerebbero ad uscire...solo che...Non posso anzi, NON VOGLIO dare la soddisfazione di vedere la me debole a quella persona, proprio quella che mi ha ridotto in questo modo.

Tra i singhiozzi rimasti mi accascio nel letto per poi abbandonarmi ad un sonno profondo.

Mi sveglio di colpo alle 04:00 di mattina dopo aver fatto un incubo che realizzo essere vero solamente dopo pochi secondi.

Mi alzo a fatica dal letto e mi dirigo in bagno cercando di non far rumore data l'ora, mi guardo allo specchio... 

Sono un mostro.

Ho delle occhiaie enormi e gli occhi ancora rossissimi per i pianti.

Oggi devo assolutamente uscire da quello che ormai è diventato un nido, anche perché la fame inizia a farsi sentire, ma anche un cieco si accorgerebbe che, a differenza di quello che ho detto ieri, io stia bene.

Inizio a truccarmi il più possibile per coprire tutto ed esco dal bagno per poi andare verso la cucina in punta di piedi sperando che nessuno sia già sveglio.

Non so come io sia riuscita ad essere così fortunata, ma nessuno, come speravo, è già sveglio.

Apro un cassetto per prendere qualcosa da stuzzicare, ma cigola in modo sorprendentemente forte.

Possibile che la casa più raffinata e con più cose costose che io abbia mai visto abbia un cassetto così rumoroso? 

Beh a quanto pare sì! E con la sfiga che ho io sarà anche l'unico in tutta la baita.

Dopo aver preso del cioccolato sto attenta a chiudere il cassetto il più lentamente possibile, ma appena produce l'ennesimo suono ne sento un altro provenire dal salotto.

Subito, il mio pensiero è direzionato all'idea di correre e rinchiudermi in camera, ma poi decido di controllare poiché per quale motivo una persona dovrebbe essere nel salotto ora?

O DIO! POTREBBE ESSERE UN LADRO!

Prendo in mano la prima cosa che trovo e vado in salotto, ma non c'è nessuno tranne qualcuno sdraiato sul divano.

Chi è che sta dormendo qui? Perché non è in stanza?

Mi avvicino e mi accorgo che è Mike...certo che è lui! 

Tutte le altre camere sono occupate e io l'ho chiuso fuori dalla nostra.

L'ultima parola mi fa sentire di nuovo male.

Quel NOI nel quale credevo tanto ormai si è sgretolato...quasi dissolto nell'aria.

Non nascondo di avere l'impulso di picchiarlo con l'oggetto che era riservato all'ipotetico ladro, ma è più forte di me... Ha l'aria così da bambino indifeso che mi viene soltanto da rimanere a guardarlo.

Noto che tra le mani tiene stretto una specie di quaderno e decido di sfilarglielo stando attenta a non svegliarlo.

Lo apro e quello che vi è illustrato è qualcosa di magnifico...i suoi disegni, forse i più belli.

Sfoglio il quaderno fino alle ultime pagine nelle quali trovo solo miei ritratti e occhi verdi, giro l'ultima pagina dove c'è il mio volto accompagnato da uno sfondo prevalentemente blu che riconosco all'istante...

La Notte stellata di Van Gogh!...

Il mio dipinto preferito...

Proprio in questo momento cade una goccia salata dal mio viso, forse  l'ultima.

Ha quasi fatto più male questo che la cosa successa prima...forse davvero l'arte riesce ad esprimere i sentimenti di una persona e a farne provare altri alle persone che la osservano.

In questo caso...dolore.
Solo quello.

Non ho mai detto a nessuno quale fosse il mio quadro preferito e quello che mi trasmette, ma credo di aver capito solo ora quale sarà il significato di questo dipinto per me a partire da oggi.

"Margot,
Ti prego...
Ascoltami".

Mi alzo di scatto dalla posizione che avevo preso, cioè quella inginocchiata a terra con il quaderno in mano, dallo spavento e poso i disegni a terra, ma fortunatamente Mike non è sveglio...sta solo sognando.

Quella che sembra una supplica diventa un lamento che istintivamente mi fa portare la mia mano sulla sua per calmarlo.

Ma che sto facendo! Sono impazzita!

È lo stesso ragazzo che poche ore fa mi ha tradito.

Corro in camera e prendo un libro dalla grande libreria posizionata in questa stanza e inizio a leggerlo, un po' per distrarmi, un po' per fare passare il tempo visto che sono soltanto le 05:30 di mattina.



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