Tra Sam e Bucky

1.2K 76 6
                                    

Era sera, non c'era nessuno nel salotto. Erano tutti nelle loro stanze a fare qualcosa, tranne Sam: lui aveva fatto suonare quell'aggeggio per chiamare Bucky e Steve, ma nessuno dei due si faceva vivo.

Era seduto sul divano, giocando alla guerra con i suoi pollici, aspettando che venisse almeno uno di loro.

Entrò una figura nella stanza, camminava lentamente come se fosse sveglio da poco. La luce non era accesa, era buio, ma dal rumore dei passi Sam riuscì a capire chi fosse la persona: Bucky era entrato, si stava dirigendo verso il divano, avendo visto Sam.

«Hey, collaboratore» salutò l'altro, che si sedette affianco a lui. Alzò il mento, in segno di saluto.
«Steve non è ancora arrivato, probabilmente sta dormendo. Perché ci hai chiamati?» chiese il moro.
«Niente, per compagnia. — si grattò il collo — In realtà, domani io e Natasha Romanoff andremo nella zona in cui sono nato a far visita ai signori Hall, messo siano ancora in vita. Spiegherò la situazione della figlia, che ci credano o meno.»

«Non porti Alison con te?»
«Prima cosa: chiamala Chelsey o Al, non le piace Alison — tirò su un dito, per poi tirarne un altro, facendo il segno dei numeri — E secondo, Fury ha detto di no.»

«Perché no?» fece un'espressione confusa, ma allo stesso tempo curiosa di sapere di più sulla missione "Signori Hall".
«Semplicemente, non vogliono traumatizzarli prima del previsto. Hanno bisogno di tempo per realizzare che la loro figlia scomparsa, e probabilmente morta per loro, è viva, è stata cavia di esperimenti nello spazio e si è sporcata di sangue più volte. Magari la
parte del sangue la tagliamo. Strano anche per me non portarmi Chelsey, soprattutto se si parla dei suoi genitori; però Fury ha ragione, penso sia una delle
prime volte che capisca che l'impatto può essere traumatizzante.» spiegò Sam al suo "collaboratore", rispondendo alla domanda dell'altro.

«Perché vai con Natasha?» Sam fece spallucce.
«Boh, principalmente per compagnia credo. In secondo luogo, se le cose si mettono male, abbiamo entrambi ottime capacità. Io davo aiuto ai soldati traumatizzati, quindi so usare le parole, Natasha è addestrata nel parlare con le dure. Nel senso che picchia.»

«Sì, avevo capito.» rispose, guardando l'amico.
«Cazzo, — disse Sam, mettendo una gamba sopra all'altra e cambiando direzione dello sguardo, passando da Bucky alla parete — è tornato l'automa che fissa.»
«Ti ho sentito»
«Era il mio intento.» accennò un sorriso non ricambiato dall'altro.

«Ultimamente non vi sto chiamando più.» disse improvvisamente il moro, continuando a guardare l'altro.
«Sì, Bucky, me ne sono accorto. Steve no forse, tanto sempre dorme» fece spallucce.
«Sam, io ho detto a Steve di provarci con la nuova arrivata, ma il problema è che lei mi..» si bloccò, abbassando lo sguardo verso il pavimento.
«Mi?»
«Mi piace, ecco, mi attira. Sono negato in 'ste cose ormai.» sospirò.

«Capisco, Bucky, ma non so cosa dirti. Lei è fantastica, almeno lo è la Al che conosco io, o che conoscevo.. — il suo sguardo si posò velocemente su vari oggetti, l'uno dietro l'altro — Però se ricambia, prendila, perché nonostante tu possa piacerle, se le si presenterà l'occasione per provarci con Capitan America, lo farà sicuramente. Una cosa che ho imparato da lei, è che devi prendere le cose come vengono. Se si creeranno casini, sticazzi. Per questo spesso faceva risse ed era scontrosa. Prendeva la vita come veniva. Poi mi sono arruolato e lei è sparita.»

Bucky deglutì, ascoltando l'altro raccontare. Non sapeva cosa dire, in realtà non voleva dire assolutamente nulla, niente, zero, nada. Voleva continuare ad ascoltare.

«È tornata e mi sembrava che fosse successo un miracolo. Chissà cosa le sarà successo, cosa le avranno fatto; chissà che le hanno trapiantato nel cervello, cos'ha visto, che odori ha sentito e che colori le piacciono adesso. Ho tante domande da farle. Prima andava pazza per il verde e il rosso, le piaceva l'odore del mare e metteva sempre profumi maschili, cioè i miei. Non so come affronterò la sua famiglia domani, se piangendo, oppure semplicemente non parlerò. Mangerò tutte le parole, tutti i discorsi che mi sono creato in mente finiranno nel mio stomaco. Parlerà Natasha, alla fine. Io continuerò a guardarli senza proferire parola.»

Si girò verso Bucky, impegnato a fissarlo. Sam scosse la testa, accennando un sorriso forzato sul proprio volto. «Eccolo che torna l'automa che fissa.»

LA EX MIGLIORE AMICA DI SAMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora