Bucky si sedette accanto alla mora, che pian piano si sentiva sempre meglio.
«Credo sia arrivato il momento — Bucky la guardò confuso, mentre lei teneva lo sguardo fisso sulla porta — di rivelarmi per bene del tuo passato.»
Il moro sospirò. «Solo se lo farai anche tu.»
Lei annuì, anche se sapeva che non aveva niente da dirgli che lui non sapesse già.«Sono nato nel 1917 e vivevo a Brooklyn con Steve, siamo stati migliori amici dalla nascita. Ero un ragazzo felice, pensavo solo a divertirmi e flirtare con le ragazze.. Insomma, come un normale giovane di qualsiasi epoca. Poi mi sono arruolato e son diventato ciò che sono tutt'ora, il Sergente James Barnes, ma sono diventato ostaggio dell'Hydra, un'organizzazione terroristica. Steve mi ha liberato e l'abbiamo combattuta. Sono caduto da un treno in corsa durante una missione, sotto gli occhi pieni di dolore di Steve. Ho perso un braccio e mi ha ripreso l'Hydra, facendomi il lavaggio del cervello, rendendomi un soldato spietato e che uccideva qualsiasi cosa avesse davanti. Ero diventato il Soldato d'Inverno.»
Bucky lo raccontava con gli occhi zeppi di dolore, il tono era deciso, ma dalle sue condizioni potevi percepire che stava provando a fare il duro per non piangere. Chelsey lo aveva capito, e gli accarezzava la schiena nel mentre che l'innamorato parlava.
«Poi mi hanno detto di uccidere Nick Fury e ho incontrato Steve. Non ricordavo niente della mia vita precedente, e lui mi ha chiamato "Bucky" e ha riacceso qualcosa in me. Stavo per ucciderlo, ma l'ho salvato. Era caduto in mare e mi sono buttato dietro di lui. L'ho ripreso e portato a riva. L'Hydra non mi ha più avuto.» Mise la testa tra i palmi delle mani. Ormai la sua voce si era spezzata e il suo tono andava ad abbassarsi sempre di più, spesso andando ad incontrare un pianto trattenuto.
«Steve ha fatto di tutto per me, mi ha sostenuto quando sapeva che non c'era niente per cui sostenermi.. Io ora ricordo tutto: ricordo gli anni quaranta, ricordo le mille donne di quegli anni e le mie duecento vittime degli anni successivi. Li ricordo tutti, mi vengono in sogno ogni notte. Ho fatto terapia per un po', ma l'ho lasciata. — Prese la mano di Chelsey, stringendola e guardandola negli occhi — Ma io ora ho te, ho te e ti amo incondizionatamente. Non so se te l'ho mai detto, ma Alison, ti ho amato dal primo momento che ti ho vista scendere in quella navicella spaziale con i Guardiani della Galassia e un Sam incazzato accanto a me. Ti ho guardato e il mio mondo in bianco e nero ha preso mille colori, mille sfumature diverse e mille forme.»
La mora sorrise dolcemente, accarezzandogli il viso.
«Sergente James Barnes, ti amo anch'io incondizionatamente. Da quando uscivo dalla navicella spaziale e tu eri accanto a un Sam incazzato. Ti ho guardato e mi sono messa in testa tu dovessi essere mio, in un modo o nell'altro.»Bucky la baciò a stampo. «E ci sei riuscita, piccola psicopatica. — Ci furono tanti baci successivi, che andavano sempre più a sfociare nella foga e nella passione: ormai lui era sopra di lei col viso della minore tra le mani, che stava riempiendo di baci di ogni genere. — Chiamami più spesso Sergente James Barnes, uscito dalla tua bocca fa un altro effetto.» sorrise maliziosamente e riprese a baciarla, questa volta lentamente e senza mai staccarsi completamente. Il bacio diventava più veloce ogni secondo, mentre lei gli faceva i grattini dalla nuca in su.
Ovviamente, come ogni scena d'amore che si rispetti, non poteva essere indisturbata.
Proprio nel momento in cui i due erano più presi dal bacio, sentirono degli occhi addosso e si staccarono subito, girandosi alla porta. Bucky rimase a cavalcioni sulla ragazza, a cui ormai era passata la nausea.«Se volevi mangiare altro bastava dirlo» affermò un Steve immobile e scioccato dalla situazione a cui aveva appena assistito. Il moro rise, mentre la nuova arrivata si nascondeva mentalmente per l'imbarazzo.
«Ero venuto a chiederti come stessi, ma a quanto vedo state molto bene.» Steve fece un pollice in su ai due innamorati e poi se ne scappò al piano sottostante, diretto al salotto.
C'erano Natasha, Wanda e Visione: stavano guardando un film tutti insieme.
Ad un tratto un fulmine si fece strada nel cielo. Wanda sussultò all'udirlo e Visione l'abbraccio per tranquillizzarla da bravo fidanzato.
Steve aprì immediatamente la porta d'ingresso della villa, seguito da Natasha: potevano riconoscerlo tra mille tuoni, sapevano benissimo Thor fosse alla loro porta e così fu.
«Hanno tentato un attacco ad Asgard» disse appena vide Steve e Natasha. Sembrava stanco, e dalla sua espressione facciale si intuiva avesse appena visto in faccia la morte.
La rossa lo invitò ad entrare, aprendo il portone per permettergli l'accesso al cortile e poi alla villa vera e propria; Thor si guardava intorno, osservando il posto.
«Se ti fermi a dormire qui, dovrai scegliere se condividere la stanza con Rhodey o Bruce — affermo Steve — E ti dico che Bruce è ancora in forma da professor Hulk. Ci sta lavorando sul tornare normale.»
Thor salutò con la mano Wanda e Visione, ancora seduti sul divano a guardare un film.
«Hanno attaccato Asgard. — iniziò il dio — Non sono pochi quanti hanno attaccato Tony Stark, non sarebbero riusciti ad attaccarci entrambi in una sola giornata. Ne sono di più, ma pochi. Nel senso: non sono tre, ma non ne sono nemmeno sessanta. Hanno cercato di incendiare Asgard. Fortunatamente sono riuscito a dominare il fuoco, ma ci sono lo stesso dei piccoli danni. Sento sia una vera aggressione agli Avengers, come se volessero eliminarci singolarmente.» spiegò Thor.
La dominazione del fuoco vi ricorda qualcosa? Chelsey poteva dominarlo come potere. Probabilmente avrebbe salvato Asgard in pochi secondi dall'incendio.
Tornando a Chelsey e Bucky, erano seduti sul letto con le gambe incrociate, uno di fronte all'altro: le mani della mora erano sulle guance dell'altro. Gli accarezzava dolcemente il viso, come quando hai paura che una persona possa scomparire da un istante all'altro e non rivederla mai più, e così la tocchi come se fosse il vostro ultimo giorno.
Però no, non era l'ultimo giorno di Bucky, erano solo le paranoie nella testa dell'internamente adolescente perenne.
Con i pollici disegnava dei cerchi immaginari sulle guance del centenne, quest'ultimo lasciava fate alla
minore, anche perché si stava rilassando.«Tu sei vero, Bucky? — chiese improvvisamente lei. Era una domanda che scioccò il più grande, ma lui non lo diede a vedere esternamente; preferiva ascoltare cosa avesse lei da dire. — Non sei una delle mie stupide illusioni, vero? Non sei qualcosa di artificiale come lo sono diventata io, o che almeno parte di me è. Tu sei vero, sei vivo, mi ami veramente, e soprattutto sei qui..» il tono di voce della nuova arrivata era triste.
Bucky lo notò, non voleva vederla triste e soprattutto a dire cose del genere, come se disprezzasse se stessa per quello che le avevano impiantato nella testa.
«Alison, tu sei molto di più. Non sei artificiale, in nessun modo e mai lo sarai, e nemmeno io mai lo sarò. Sono vivo, sono vero e ti amo veramente, e soprattutto sono qui.» la rassicurò, come ormai stava diventando il suo solito.Erano solo una coppia di due problematici: un ex omicida nato a inizio secolo scorso soprannominato da Sam come "automa che fissa" e una data per
morta, scomparsa, rapita e chi ne ha più ne metta, con un microchip nel cervello impiantato da persone che si fanno chiamare Scienzati Supremi e persa nello spazio, e prima di tutto questo era un'adolescente triste e con tanta voglia di fare a botte, ma sapete cos'è la cosa più bella?
È che questi due si amano intensamente e incondizionatamente. Nessuno se lo sarebbe aspettato, eppure erano lì ed erano pure felici.E Steve amava vedere Bucky felice, Sam amava vedere Chelsey felice.
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LA EX MIGLIORE AMICA DI SAM
FanfictionREVISIONE IN CORSO2023 | La scomparsa delle persone più vicine a noi può distruggerci, ma possiamo imparare a conviverci. Se solo Sam avesse saputo che tutto il suo dolore era stato invano, non avrebbe mai sofferto. Perché i Guardiani della Galassia...