Aggressione al signor Stark / Sei più che abbastanza

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Pubblico questo capitolo adesso solo per
chiedervi una cosa: è tutto chiaro? Ditemi quando qualcosa non lo capite, o quando un passaggio è confuso. Ho molta paura che la storia venga confusa e che serva un po' di logica in più per seguirla, soprattutto arrivati a questo punto. Per qualsiasi cosa che non capite, scrivetemelo e io vi spiegherò ogni dettaglio anche cinquemila volte.

Già da due giorni erano in quella villa, e già metà dei Vendicatori si erano ambientati.

Non si può nascondere che avevano discusso molto sulle camere e la loro assegnazione: la stanza da letto più grande era stata data a Nick Fury, che aveva preteso che anche Maria Hill avesse una camera altrettanto grande; Visione e Wanda condividevano la stanza, lo stesso Sam e Steve; diverso era per Rhodey, Bruce e Natasha, i quali avevano delle camere da letto singole. Anche Bucky e Chelsey la condividevano.
Era rimasta solo la camera degli ospiti vuota, nella quale si potevano appoggiare quelli delle stanze in coppia tranquillamente (del tipo, litigio tra Sam e Steve, Sam dorme in camera sua e Steve se ne va in camera degli ospiti).

Più tempo passava insieme a James, più Chelsey era convinta che volesse rimanere su quell'asse dritto e stabile. Anzi, voleva un ponte, ma non poteva dirgli "hey, ci fidanziamo?" in modo casuale. Non aveva il coraggio per farlo, assolutamente.

Bryan era venuto tutte le volte che poteva, portando sempre vari cesti di salumi, vino e formaggi.

«Devo ammettere che tuo fratello è simpatico.» disse Natasha riferendosi a Bryan, mentre mangiava un pezzo di parmigiano appena tagliato.
«Mio fratello è fantastico.» ribattesti, con l'intento di correggere la rossa.
«Certo, ma il cibo che porta un po' di più.» rispose Natasha, tagliando un'altra piccola fetta sottile di parmigiano.

Fury si avvicinò anche lui verso il parmigiano, prendendone un pezzo. «Romanoff ha ragione, è squisito.»

Intanto Rhodey aveva acceso la televisione e aveva messo il telegiornale.

«Aggressione a Tony Stark in centro a New York» Rhodey ripetè le esatte parole dell'inviata del telegiornale. Nella casa calò il silenzio.

Tony era stato attaccato da qualcuno di forte, estremamente forte; gli avevano lasciato varie ferite sul corpo, ma era riuscito a batterli.
Rhodey lo chiamò, preoccupato.
«Chiedigli informazioni su chi fossero da parte mia» affermò Fury, continuando a mangiare quel maledetto parmigiano.

«Tony, come stai?» chiese Rhodey, mettendo il vivavoce.

«Ah, io sto bene — si sentì dall'altra parte del telefono — Erano forti, credo siano supersoldati.» a sentir quella parola, Steve e Bucky rabbrividirono, e forse un po' anche Sam.

«Devo sapere di più» disse Bucky serio.

Evidentemente Tony lo sentì, poiché continuò a parlare di questi supersoldati: «Hanno tutti la stessa tuta blu, hanno il viso metà coperto da una mascherina bianca, come il soldato d'inverno. Mi hanno aggredito in pubblico appena mi ero allontanato dalla folla. Probabilmente non vogliono far del male ai civili, solo a chi hanno preso di mira.»

Bucky e Steve sembravano non turbati, ma molto di più. Il moro si sedette sul divano con la testa tra le
mani, come se non riuscisse a metabolizzare la presenza di altri supersoldati sulla Terra. Chelsey si era seduta affianco al suo non-fidanzato, accarezzandogli i capelli e facendo scendere spesso la mano fino alla nuca, alternando carezze e grattini; intanto Stark continuava a raccontare.

Gli Avengers erano stati presi di mira e dovevano in fretta pensare ad un piano.

«È quasi impossibile sapere da che paesino viene Sam, perché nemmeno io so dove mi trovo — ammise Rhodey — Però più il tempo scorre, più ho paura possa accadere qualcosa.»

Sam fece un passo avanti. «Non può succedere niente qui. Solo gli abitanti della mia terra sanno che siamo qui, oltre a Doctor Strange, Stark e penso anche Thor. È impossibile possa succederci qualcosa. Siamo al sicuro.» tranquillizzò tutti, mentre Fury si tagliò un pezzo di parmigiano. Il rumore del coltello sul piatto infastidì i presenti, e presto il direttore dello SHIELD si sentì gli occhi addosso da parte di tutti gli Avengers.

Le ore volarono e le sette del pomeriggio arrivarono in un batter d'occhio. Chelsey era stesa sul letto matrimoniale dalla parte destra, cioè quella più vicina alla porta. Contemplava il nulla, aspettando che Bucky entrasse nella stanza.

Dopo aver aspettato una mezz'oretta, il moro entrò nella camera da letto, ancora turbato. Chiuse la porta dietro di sé e guardò la ragazza, impegnata ancora con il contemplare il niente, per poi stendersi affianco a lei.

Chelsey si girò verso di lui, ritrovandosi faccia a faccia.
«Non sono pronto a tornare in battaglia.» disse il centenne. Nel suo tono di voce si sentiva la sua paura mista con tristezza.

«Io non sono pronta ad affrontarne una. — accarezzò la guancia al non-fidanzato — Magari ti sembrerò pericolosa dopo tutto quel che sai, ma sono scarsa rispetto a chiunque del mio popolo. E se andassi in battaglia e deludessi tutti? Già qui nessuno mi sopporta..»

Bucky la guardò con i suoi occhioni azzurri e dolci, occhi pieni d'amore.
«Ei, ascoltami. Tu sei la donna più tosta che conosca, sopporti della tecnologia nel tuo cervello e dopo aver affrontato un rapimento, un'operazione, una nuova civiltà, lo spazio ed altro, sei ancora viva e sei qui. Non deluderai nessuno sul campo di battaglia, fai paura. E non è vero che nessuno ti sopporta, solo Natasha, e forse solo perché ti hanno trattato tutti fin da subito amichevolmente» diede un bacio a stampo alla ragazza, facendola sorridere.

Lei gli prese una mano e intrecciò le loro dita.

«Quando ho iniziato a tornare al controllo della mia vita, volevo qualcuno che mi aiutasse a sorreggermi in piedi. Avevo Steve, ma non potevo sempre far di lui il mio bastone della vecchiaia. Ho imparato a camminare sui miei piedi come nel '40. Ho cercato varie donne per avere varie storie, ma nessuna mi ha dato quel che volevo. Poi sei arrivata tu, Alison Chelsey Hall — lui gli spostò una ciocca di capelli dietro all'orecchio — E finalmente ho visto il paradiso. Ho trovato in te quel che non avevo mai trovato in nessun'altra, tu sei tutto quel che ho sempre cercato, se non di più. Spero che sapere questo possa farti capire che sei più che abbastanza, perché è solo un settimo di quel che penso di te.»

LA EX MIGLIORE AMICA DI SAMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora