Divisione degli Avengers

544 48 52
                                    

Se qualcosa, qualsiasi cosa, non vi è chiaro, ditemelo assolutamente nei commenti.

«Stammi bene» erano le uniche parole che Steve aveva detto a Bucky prima di rinchiudersi in camera sua, accompagnate da una pacca sulla schiena non molto affettuosa.

Si era freddato da un po', da quel giorno in cui Sam aveva urlato tutto ciò che non doveva urlare; qualche volta, il moro sentiva di aver perso il proprio migliore amico, ma poi si ricordava che non l'avrebbe mai perso per una ragazza.

Ci volle meno di un'ora per gli altri Avengers per arrivare nel "rifugio temporaneo": stavano svuotando le valigie - contenenti dei vestiti vecchi e usati raramente per la casa, messi lì giusto per riempire le valigie e non destare sospetti.

Arrivò Tony insieme a Peter Parker. Happie accostò la macchina davanti al Quartier Generale, ricevendo dopo l'ordine di tornare a casa perché: «Potrebbe esserci un combattimento tra poco e non voglio che la mia Audi nera preferita venga ammaccata».

Stark e il bimbo ragno entrarono in quel "rifugio per nomadi" - così definito da Tony appena ci aveva messo piede all'interno -, raggiungendo Fury e gli altri. Tony porse la mano a Fury, mano che quest'ultimo guardò con un'espressione da "mi prendi in giro?". Così la ritrasse, non contento che il suo saluto non fosse stato ben gradito.

«Buongiorno Avengers» salutò il resto dei presenti.
Peter rimase immobile affianco a Stark, che gesticolava mentre spiegava quanto per lui fosse surreale quella situazione anche se, pensandoci bene, era meno surreale di altre situazioni surreali. In realtà non si aspettava grandi cose dall'Universo: dopo Thanos, il Blip, la battaglia di New York, le gemme dell'infinito, la macchina del tempo, la famiglia di Barton (che lo aveva sconvolto, non poteva crederci nel 2015), gli Avengers e tutti gli altri individui che aveva conosciuto negli anni (e che aveva creato, come Ultron e Visione) quasi più nulla lo colpiva.

«Niente sembra più spaventoso dopo quel che è successo negli anni. — affermò Wanda a braccia conserte. — Affrontare due volte Thanos, avere a che fare con le gemme dell'infinito.. Sembra tutto un film, ma piuttosto è la realtà e questo — fece una pallina di magia con l'indice — È la mia realtà. Senza Pietro.» abbassò la testa.

Visione la strinse a sé, rincuorandola.

«Commovente. — rispose Stark, per poi voltarsi verso Peter — Stavo dicendo, dov'ero arrivato? Ah! Ero convinto ci avessero seguito, ma a questo punto non so più cosa pensare poiché siamo qui — guardò l'orologio — Da più di un quarto d'ora.»

«Non cantare vittoria troppo presto, Stark. — fece un passo avanti Thor — Il pericolo è imminente e dietro l'angolo.»

«Certo, ho come l'impressione che una freccia trapasserà una finestra e cercherà di colpirti una gamba, Thor.» affermò ironico Stark.

Peter si girò intorno due o tre volte, perlustrando la zona, come se avesse rilevato un pericolo. Si soffermò a fissare una finestra per qualche secondo, per poi correre e buttarsi sul dio del tuono, spostandolo e buttandolo a terra con se stesso sopra il biondo. Nell'istante in cui so buttò su di lui, una freccia ruppe veramente la finestra, cercando di mirare alla gamba di Thor.

«Io.. Non me l'aspettavo.» rimase senza parole Stark.

«Barton?» mormorò la vedova nera, avvicinandosi alla freccia e accovacciandosi di fronte ad essa. La toccò, l'oggetto era a terra steso. Un'altra freccia entrò nell'edificio mediante la stessa finestra, come fosse indirizzata alla russa, ma sbagliò traiettoria finendo alla sinistra della donna.

«Decisamente non Barton» disse certa, alzandosi.

Peter e Thor si stavano aggiustando i vestiti addosso, mentre erano in piedi e Peter ripeteva "Scusami" ogni tre secondi.

Rhodey e Stark indossarono la loro armatura, Wanda uscì per prima dall'edificio e si mise sulla difensiva, seguita da Visione che fluttuava. Thor li seguì a passo svelto, Natasha lo affiancava con una pistola in mano. Rhodey e Stark uscirono dopo tutti, seguiti da Peter Parker nelle vesti di Spiderman.

Natasha osservò la zona: non c'era traccia di nessun individuo. Abbassò la pistola, Wanda si rilassò e abbandonò la difensiva. Visione continuava a fluttuare, mentre tutti gli altri si rilassarono, tranne Spiderman.

Peter sentiva qualcosa, aveva la sensazione che qualcuno li stesse guardando. Improvvisamente sparò una ragnatela vicino ad un albero, ragnatela che rimase attaccata all'apparente vuoto.

«Cazzo» si sentì bisbigliare. L'apparente vuoto scomparve, rivelandosi un'illusione creata appositamente per la mimetizzazione. Da lì uscirono quindici persone, ovvero l'organizzazione ARES.

«Non me lo aspettavo, che tecnologia è?» smosse la situazione Tony, preparando le piccole "pistole" sulle sue spalle.

«Una troppo avanzata per gli esseri umani» rispose Tre, un ragazzo biondo che all'apparenza dimostrava un trent'anni portati bene. Era alto, altissimo, aveva gli occhi azzurri e i capelli lisci che formavano un taglio leggermente lungo con la fila in mezzo. Il suo naso era alla francese, aveva delle labbra carnose e un neo sotto all'occhio destro. Era attraente, nessuno poteva dire il contrario. Era l'unico senza mascherina, mentre gli altri erano coperti da essa per metà viso.

Iron Man fu il primo ad attaccarli, ma i nemici erano agili e riuscirono a schivarli; l'unico a non muoversi era Tre, che si proteggeva con scudi fatti da terra o un altro dei quattro elementi naturali.

Si ritrovarono a combattere contro i supersoldati.

Dal sottosuolo, improvvisamente, sbucarono due mani fatte di terra che bloccarono Thor e Wanda, prendendoli e stringendoli leggermente nel palmo, il massimo per immobilizzarli.

Natasha si avvicinò furtivamente a Tre, impegnato a calibrare la forza nelle mani fatti di terreno. Gli puntò la pistola, stava per premere il grilletto quando una terza mano sbucò dal terreno, facendole fare la fine degli altri due.
L'uomo si girò verso di lei, sorridendole a labbra chiuse.

«Pensi davvero di battermi? — disse superiormente — Non hai idea di chi sono io. Gli unici due che potevano riuscirci, sono fermi. — Si ricordò di Visione, ed improvvisamente una mano avvolse anche lui — Intendevo, tre.»

«Cosa sei, uno Scienziato anche tu o qualche altra civiltà strana?!» urlò Natasha, in preda ai nervi mentre cercava di liberarsi, senza riuscirci.

Tre, che in quel momento le dava le spalle per controllare i compagni, si girò lentamente verso di lei.

«Come ci conosci? Sulla Terra non sanno di noi.» il suo tono di voce era un misto tra il calmo e il preoccupato.

«Siamo gli Avengers.» riuscì a dire.

«No, tra voi c'è qualcuno di noi, oppure non si spiega..» abbassò la testa per ragionare.

Successivamente si voltò verso i compagni, urlando: «Ritirata!». Gli altri dell'ARES corsero vicino a lui, mentre le mani si ritraevano nel terreno. Tony stava per raggiungerli quando scomparvero dietro ad una probabile illusione.

Natasha, che si manteneva per terra con le braccia dietro la schiena e le gambe aperte, guardava scioccata i suoi compagni.

«Ha gli stessi poteri di Hall. Sono della stessa civiltà.»

LA EX MIGLIORE AMICA DI SAMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora