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Quando il mattino dopo, poco prima delle 9 arrivò alla villa, prima di suonare alzò gli occhi al cielo, in una muta preghiera, sperando nella sua buona stella. Alan si fece seguire nel suo studio; indicandogli un tavolo con un portatile e una pila di fogli.

-Per oggi non ho intenzione di scrivere, per cui prenditi il tuo tempo per aggiornare il pc con i capitoli iniziali del seguito – disse lo scrittore. – ho scritto dieci capitoli, devi leggerli, dare una prima correzione e ritrascriverli nella cartella con il titolo del libro . – gli spiegò lasciandolo solo. A quel punto Lance, si sedette al tavolo, accese in computer e notò con gioia che sul desktop c'era solo la cartella inerente al libro che stava scrivendo. Fiducioso si mise all'opera. Aveva letto il primo libro delle avventure di Georgette, una nobildonna dell'800 alle prese con un grande amore, divisa tra l'amore per il suo amico d'infanzia e la nuova passione per un colonnello. Il primo libro era finito lasciando nel lettore l'amaro in bocca in quanto non si riusciva a capire chi avesse scelto. L'aveva letto tutto d'un fiato, ed ora era curioso di sapere come andasse avanti la storia. Era immerso nello scrivere che non si accorse dell'arrivo di Alan alle sue spalle.

-sei davvero veloce – la voce dell'uomo fece sobbalzare dalla sedia il ragazzino e lanciò un urlo poco virile, facendo scoppiare a ridere lo scrittore – scusa - disse nell'immediato allontanandosi. – non volevo spaventarti. Ero venuto ad avvisarti che è ora di pranzo. Ho preparato un piatto veloce da mangiare.

-ecco... io preferirei uscire, se per lei non è un problema – disse Lance, notò Alan farsi scuro in volto, ma voleva tornare a casa, dare il pranzo al figlio e ritornare al lavoro. Non c'era scritto nel contratto che si dovesse fermare a pranzo. Alan annui e Lance schizzò via come una gazzella. Con il motorino aveva calcolato i tempi, ci metteva giusto 15 minuti ad arrivare a casa sua, non avrebbe avuto tempo per mangiare, ma importava poco, per lui era importante vedere il figlio. Jace quel giorno fece più capricci quando vide il padre andare via, allungava le braccine per non lasciarlo andare, Theresa lo prese in braccio e lo portò nell'altra stanza, dando la possibilità al figlio di ritornare a lavoro, arrivando con 5 minuti di ritardo.

Raggiunse Alan nello studio, l'uomo era immerso nella lettura, sperò con tutto il cuore che non si fosse accorto del ritardo, senza dire nulla si mise al suo posto. Continuò con il lavoro di trascrizione e a metà pomeriggio i primi dieci capitoli erano conclusi e salvati nella cartella. Si stirò le braccia e il collo, aveva lavorato bene ed era soddisfatto. Vide Alan che lo stava osservando e arrossendo chinò il viso sul pc.

-sa il suo primo libro mi è piaciuto davvero molto – disse cercando di smorzare quel silenzio carico di imbarazzo. – ora sono curioso di sapere come va a finire. –

-e dimmi; come vorresti che finisse? – chiese osservandolo con curiosità.

-mi piacerebbe che stesse con il colonnello – rispose con aria sognante – certo l'amico d'infanzia avrà sempre un ruolo importante per Georgette, ma credo che sia giusto per la ragazza ricominciare a vivere, e il colonnello può essere la soluzione.

-Quindi ...tu vorresti che la fanciulla dimenticasse il suo primo amore ...è cosi? –

-Dimenticare no, ma credo che valga la pena rischiare e vivere un nuovo amore. – Alan si fece pensieroso. Lui avrebbe tanto voluto vivere di nuovo il suo amore con Karin e non un nuova storia. Invece quel ragazzo gli aveva fatto capire che sarebbe stato meglio pe Georgette dimenticare il suo amore per l'amico d'infanzia e ricominciare a vivere. Sospirando disse di spegnere il computer e per quella giornata potevano concludere il lavoro prima dell'orario. Lance non se lo fece ripete due volte, era felice di tornare a casa prima. Era sulla porta, pronto a salutare il suo datore di lavoro quando l'uomo con voce autoritaria gli disse.

-Oggi ho sorvolato ai cinque minuti di ritardo. Che non diventi un'abitudine, altrimenti mi vedrò costretto a lasciarti a casa. Intesi? – Lance annui e partì con il motorino verso casa.

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