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POV ALAN

Sono allibito per lo strano comportamento di Lance, a dir la verità il suo comportamento non mi è piaciuto per niente. Sono stato fin troppo gentile con lui. Ho sorvolato ai suoi ritardi, e in un mese di lavoro ce ne sono stati tanti. Per non parlare del lavoro, spesso ho dovuto risolvere i suoi casini che ha fatto con il computer. Mi alzo dal tavolo e metto nella lavastoviglie i piatti e i bicchieri, stasera non ho voglia di fare niente, Karin avrebbe storto il naso se mi vedesse a lasciare la cucina leggermente in disordine. Mi manca, mi manca la sua voce, la voce di Jimmy. Ma la mente ritorna a Lance. Lo ammetto, mi incuriosisce, a volte sembra un ragazzino, altre ha delle espressioni da adulto, come se la sopravvivenza del mondo dipendesse da lui. A volte, quando non si accorge, resto incantato a guardarlo, i suoi lineamenti sono molto delicati, quasi femminili, so che è gay, a dir la verità, non m'importa del suo orientamento sessuale, l'importante è la persona che è. E soprattutto che sia un valido assistente, e in parte posso dire che lo è. Ma davvero, stasera mi ha lascito perplesso, non ha nessun legame, allora perché ad un certo punto è fuggito via? 

Come se si fosse ricordato qualcosa di veramente importante. Mi dirigo nella cameretta di Jimmy, mi siedo come ogni giorno sulla sedia a dondolo e penso. Ogni tanto, lo ammetto, prendo il profumo che solitamente Karin metteva a nostro figlio e lo annuso. Ho paura di dimenticarmi di queste piccole cose. Ho paura che prima o poi i loro visi spariscano, e non voglio. Li vorrei di nuovo qui con me. Vado in camera mia, non voglio perdermi nella malinconia, meglio pensare a qualcosa che mi faccia dimenticare la tristezza, ed ecco nella mia mente Lance.

L'unico dialogo che abbiamo fatto, se si può chiamarecosi, è stato parlare del libro. Il secondo libro, non è autobiografico, maquando ha detto che la protagonista avrebbe dovuto scegliere il nuovo amore elasciare quello vecchio, in parte mi sono sentito preso in causa. Certo lui nonpuò sapere cosa ho passato, mi ha lasciato pensieroso. Probabilmente non haconosciuto nessun dolore. Non sempre è facile incominciare di nuovo a vivere.

POV LANCE

Ho fatto la figura di merda, lo so. Tutto stava andando bene, mi stava piacendo la serata, mi sembrava di essere ad un appuntamento, ma quando ho realizzato quanto stessi bene, mi sono svegliato da un sogno, e ho pensato a mio figlio. chissà come sarà incazzato per essere scappato in quel modo. Ho provato a chiamarlo prima di entrare in casa, ma il telefono risultava spento. Alan è un bel ragazzo, mi piace molto, probabilmente se fossimo in un'altra situazione avrei provato a conquistarlo, anche se è etero, o forse mi sarei accontentato di essergli amico, ma in questo caso, non posso permettermi di fare passi falsi. A casa le cose non sono andate meglio. Jace è l'unica persona che mi da amore. Metto a letto il mio bambino e mi incanto a guardarlo. La sua malattia mi fa soffrire, vorrei togliere la sofferenza sul suo volto. Per i miei genitori sono immaturo, sono rimasto lo stesso adolescente che ha messo incinta la sua amica solo perché troppo ubriaco da capire cosa stessi facendo. 

Ok, ho fatto una cazzata, ma quando ho preso in braccio mio figlio per la prima volta, ho capito che per qualcuno potevo essere importante, per mio figlio io sarei stata la persona che lo avrebbe amato sempre. Mi dispiaceva essere di peso ai miei genitori, mi spiaceva che continuassero a rinfacciarmi ogni singola cosa. A volte penso che loro non lo amino. Mia madre si lamenta per ogni cosa, non si sono neanche accorti che ho fatto un bonifico sul loro conto dopo aver preso il mio primo stipendio. 

Osservo Jace, è tranquillo, quindi mi alzo e vado in bagno a farmi una doccia. Domani dovrò chiedere scusa ad Alan e trovare una motivazione assurda per la mia fuga. Vorrei poter dire la verità, circa la mia età, sul fatto di avere un figlio, ma rischierei il posto di lavoro. E Dio sa quanto ne abbia bisogno. Pensare a lui mi fa battere il cuore. A volte lo osservo, e ho notato che ha sempre uno sguardo triste, e in alcuni momenti addirittura duro, quasi arrabbiato. Meglio tenere le distanze, non sono lì per una storia d'amore, devo pensare a guadagnare.

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