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CAPITOLO 41

Una settimana era passata dalla visita dei coniugi Byrne, e in giorno dopo a quella visita, Lance fu costretto a portare il figlio in ospedale, il mattino, il padre era andato a svegliarlo portandogli la colazione a letto, come ormai faceva da quando era malato, ma lo trovò ,madido di sudore e faceva fatica a respirare, la febbre era salita alle stelle, senza farsi prendere dal panico, lo avvolse nel lenzuolo e partì a tutta velocità verso l'ospedale. I medico del pronto soccorso capendo lo visitò accuratamente. A lance non fu permesso di entrare, era troppo sconvolto e non sarebbe stato di aiuto. I colleghi gli si strinsero attorno, amavano quel giovane ragazzo, sapevano quanta fatica avesse fatto per realizzarsi e tutti adoravano il piccolo Jace. 

Dopo mezz'ora, uscì il medico e disse che avrebbero trasportato il bambino all'ospedale di Dublino, dove il dottor Declan era già stato contattato e messo al corrente delle condizioni di Jace. Per Lance furono devastanti gli attimi prima di partire. Chiamò Debby e Zach per avvisarli, promise di tenerli aggiornati sulle condizioni del figlio.

Alan e i suoi genitori decisero di partire, la vacanza era stata davvero lunga, ma era giunto il momento di ritornare alla solita vita, in più aveva in mente un nuovo libro e non vedeva l'ora di mettere mano al computer e buttare giù qualche idea. Lance non lo aveva più rivisto, neppure per sbaglio. Il giorno prima della partenza, decise di andare al ristorante degli amici del ragazzo e se non l'avesse incontrato, avrebbe chiesto se potevano fargli recapitare una lettera; sperando di ricevere la chiamata una volta letta.

-buona sera – salutò la coppia. Si guardò intorno, con la speranza di vederlo, o di vedere il bambino, invece non li vide da nessuna parte. Si avvicinò al bancone, magari sarebbero arrivati più tardi, Alan era fiducioso.

-Ciao – salutò una ragazza – Vuoi un tavolo? – chiese gentilmente, pensò di chiedere a lei notizie

-a dir la verità, sto aspettando un amico e suo figlio. Lui si chiama Lance, e il bambino ....

-Jace – finì per lui la frase. Annui e si guardò attorno ancora una volta

-Non vorranno. Non siete amici vero? – indagò la giovane con aria minacciosa.

-Fiona, finiscila – la voce di un uomo intervenne, e la ragazza si allontanò dal bancone ritirandosi dietro alla tenda. – scusala, mia figlia è terribile quando ci sono di mezzo Lance e Jace. Spiegò l'uomo. – Purtroppo non verranno. Jace è da una giorni in ospedale. E Lance è con lui. –

Alla notizia del ricovero del piccolo, Alan ammutolì. E pensò a quanta paura stessero provando. Senza perdere altro tempo, lo ringraziò per lì informazione

- Aspetta – lo richiamò – conosciamo Lance e Jace da quattro anni, sappiamo quanto sia orgoglioso, ha sempre dato il massimo in ogni cosa, ha sempre avvertito un peso ad ogni aiuto che riceveva. Non ha mai capito che è proprio il suo modo di essere che a tutti viene voglia di aiutarlo. Lance sembra forte, sembra il ragazzo tutto d'un pezzo, ma ' molto fragile, e per quanto tutti noi lo amiamo,non siamo in grado di dargli la famiglia-

-mi creda, lui considera tutti voi come la sua famiglia. L'ho sentito parlare di voi con tanto amore, che mi ha commosso. – Zach sorrise in quel mentre arrivò la moglie Debby seguita da Fiona

-Quello che vuole Lance è avere una famiglia sua.

-e se non sei in grado di amarlo, - intervenne battagliera la ragazza – puoi girare al largo e tornartene da dove sei venuto. – Alan annuì e corse fuori dal ristorante. Chiamò al telefono i suoi genitori avvertendoli di un cambio programma, a quel punto il padre con tutta calma disse di passarli a prendere in albergo e sarebbero andati insieme all'ospedale.

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