La tavola era stata allungata e aggiunto le sedie, Lance era nervoso all'idea di avere ospiti in casa, mentre Jace era elettrizzato. Lui tra i due era lo spirito allegro, ed era felice di vedere il figlio con un carattere allegro e socievole. Quando sentirono Flex abbaiare, Jace si precipitò fuori casa per calmare l'enorme cane. A quel punto, a Lance non rimase che andare ad accogliere gli ospiti facendo gli onori di casa. Laura aveva portato una piccola pianta e dei cioccolatini, subito requisiti dal bambino, mentre Morgan consegnò al padrone di casa una bottiglia di buon vino. L'ultimo ad accomodarsi fu Alan, si avvicinò a Lance e senza che l'altro potesse postarsi, gli diede un leggero bacio all'angolo della bocca, lasciandolo stupito. Dopo l'imbarazzo iniziale, la serata prese una piega più rilassata. Laura adorò all'istante Jace, lo trovava divertente e molto acuto per essere un bambino. Morgan invece osservava sia Lance che Alan intuendo che tra i due fosse successo qualcosa.
-ho visto che si baciavano – esclamò ad un certo punto della cena Jace, e nella stanza si creò il gelo. Laura rimase a bocca aperta con il bicchiere a mezz'aria, Morgan fece cadere la forchetta per terra, Alan, rovesciò un goccio di vino sulla tovaglia, mentre Lance fulminò con lo sguardo suo figlio. – e non capisco perché non sono amici – ignaro su ciò che aveva scatenato il bambino si versò un altro piatto di patate.
-Jace! - suo padre riprese colore dopo l'imbarazzo – non ti ho insegnato a non dire tutto ciò che ti passa per la testa? –
-certo papà, ma faccio fatica a ricordarmelo. – rispose sorridendo. La tensione si sciolse, e la serata continuò senza altri incidenti. Jace dopo cena chiese al padre il permesso per andare dal suo amico Barney e di fermarsi per la notte visto che l'indomani non avevano scuola. Avuto il permesso, con a fianco Flex, il suo inseparabile amico se ne andò lasciando gli adulti ai loro discorsi.
-non hai paura che possa succedere qualcosa? – chiese Morgan
-la famiglia di Barney lo aspetta fuori il cancello. – rispose Lance - ci eravamo già messi d'accordo, non sono un padre menefreghista –
-non volevo dire questo. – Morgan si sentì offeso, ora capiva un po' di più Alan quando gli aveva raccontato di come era diventato il ragazzo.
-scusami – mormorò invece Lance – per un attimo mi sono sentito giudicato. – ammise.
-Nessuno ti stava giudicando, – Sorrise Laura con dolcezza. Conosceva bene il marito e Alan, sapeva della loro buona fede in tutto ciò che dicevano e facevano, ma era altrettanto vero che Lance aveva paura di mostrarsi ancora una volta bisognoso di amore. Era cresciuto di età, quello era inevitabile, era cresciuto e maturato come genitore, ma non riusciva a rapportarsi con le persone.
– ho del gelato in frezeer, ne volete? – domandò Lance tagliando il discorso, cercando di riacquistare il controllo della situazione. Ma non aveva fatto i conti con la donna.
-Non cambiare discorso, Perche non parliamo invece?. Di quello successo e di quello che vorremmo adesso, nel presente. – Alan osservava il padrone di casa per vedere che reazione avesse a ciò che Laura stava dicendo.
Lance prese il gelato dal freezer e lo mise sul tavolo dove già c'erano le coppette.
-siete qui da quanto? Mi avete scombussolato! – ammise il ragazzo. – la vostra presenza mi destabilizza. –
-oh Lance – disse Morgan alzandosi dal posto e gli mise il braccio intorno alle spalle – mi dispiace. Davvero. Quando capì che il ragazzo che ti assomigliava fossi tu, ho chiamato Alan. Volevo farvi incontrare. Non pensavo di metterti addosso ansia e tensione.
-dovremmo andarcene – intervenne Alan a quel punto alzandosi da tavola. – sono stato arrogante per tutto il tempo in cui abbiamo avuto a che fare. Ti ringrazio per l'ottima cena. Prometto di girarti alla larga. Anche Laura e Morgan lo imitarono scusandosi per essersi imposti nella sua vita.
-rimani – esclamò inaspettatamente Lance in direzione di Alan, la coppia di sposi si sorrise, li salutarono e se ne andarono.
Una volta soli, Alan gli chiese se fosse sicuro, era ancora in tempo a richiamare gli amici e farvi venire a prendere, ma Lance rispose che era sicuro.
In silenzio sparecchiarono e riordinarono, infine si misero sul divano.
-voglio essere sincero con te – disse nel buio della stanza. – lo ammetto, averti incontrato mi ha messo in ansia.
-solo ansia? – chiese prendendo coraggio gli accarezzò la mano, e Lance non la tolse, si lasciava accarezzare
-no, non solo quella. Ero arrabbiato, forse lo sono ancora un po' – ammise arrossendo, per fortuna non potè vedere il rossore. Accese la lampada sul mobiletto vicino al divano, voleva vederlo in viso. – tutto di te mi manda in tilt. – Alan sorrise e si avvicinò ancora di più a Lance facendo toccare le rispettive ginocchia.
-se è per quello anche tu mi mandi in tilt – confessò lo stesso Alan – se mi dai l'opportunità vorrei riprendere il discorso dall'inizio. Lance annuì pronto ad ascoltarlo veramente, pronto ad aprirsi e a non avere più paura dei suoi sentimenti.
-perfetto – e gli sorrise ricevendo a sua volta un lieve sorriso.
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NEL RICORDO DI....
RomanceAlan un giovane scrittore perde la moglie e il figlio in un incidente d'auto. poco dopo nella sua vita entra il giovane Lance padre single di un bimbo molto malato. A poco a poco Alan riscopre la voglia di vivere grazie a Lance. Ma delle bugie ris...