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Alan osservava il figlio Jaimie dormire nella cameretta che una volta era appartenuta a Jimmy. Dopo la partenza di otto anni prima di Lance non l'aveva più cercato, aveva lasciato che le cose andassero per la loro strada. Rondha era la copia di Karin e la nascita del piccolo lo aveva reso felice. Assomigliava a Jimmy, lo stesso taglio degli occhi , la stessa bocca, il naso, tutto in jaimie ricordava Jimmy. Da subito avevano capito che il neonato soffrisse di epilessia, per fortuna diagnosticata e curata per tempo. Con la madre avevano comunque fatto un accordo scritto, non si erano mai sposati e se avesse deciso di andarsene avrebbe dovuto farlo entro i sei mesi dalla nascita del figlio. Alan aveva scelto in quel modo perché non voleva dover combattere in tribunale per il figlio. Lei sapeva di essere una madre surrogata, e non aspirava a nulla di più nonostante l'affetto che provava per l' uomo. E una volta nato, dopo due mesi aveva deciso di fare i bagagli e andarsene. L'aveva cresciuto da solo con l'aiuto dei genitori. E fu in quei momenti con il figlio che ripensò a Lance. Come aveva potuto lasciarlo? Gli aveva dimostrato di amarlo tantissimo per lasciare a lui la scelta finale, e lui aveva scelto di percorrere la strada senza di lui. Era stato Lance a proporgli di adottare un bambino, il loro bambino e Alan cosa aveva fatto? L'aveva tagliato fuori. E adesso dopo otto anni non poteva pretendere di ritornare nella sua vita.

Lance stava sistemando le valige, l'indomani sarebbero ripartiti per l' Irlanda, ormai la casa era finita, l'avrebbe chiusa e successivamente l'avrebbe venduta. Non aveva intenzione di ritornare a New York. In quella città c'erano troppi ricordi e quasi tutti dolorosi. Molte delle cose le avevano imballate e spedite a Galway .Quindi quando suonò il campanello di casa fu stupito, non aspettava nessuno. Trovarsi davanti Alan era fu una sorpresa. Jace si affiancò al padre, facendogli chiaramente capire che non era ben accetto in casa loro.

-Jace, ti prego .... – lo implorò il genitore, e il ragazzo dopo ave lanciato uno sguardo di fuoco salì in quella che una volta era la camera del padre. – a cosa devo la tua visita? – chiese facendolo entrare.

- non so, sentivo la necessità di parlarti – disse Alan notando quanto cambiamento avesse portato alla casa.

-penso che non abbiamo lasciato in sospeso nulla – disse senza traccia di rabbia o astio. – le cose non sono andate. E' stato bello finché è durato. – disse

-Jace, mi ha detto che non sei stato bene. E .... –

-certo, non è stato facile per me accettare. Ma penso davvero quello che ti ho detto. Non abbiamo lasciato nulla in sospeso tra noi . – ripeté alterandosi leggermente; per poi continuare ritrovando la calma – sei stato il mio primo amore, ma la vita non sempre va come vorremmo. Io avrei voluto un finale diverso. Dove avremmo avuto il nostro bambino e saremmo stati felici, magari trovando una casa vicino ai tuoi genitori. Davvero Alan, non ti colpevolizzo di nulla. Spero davvero che tu possa trovare la felicità con tuo figlio.

- non sto con Rondha – disse all'improvviso –

-oh?Davvero? – esclamò sorridendo con tristezza

-Potrai mai perdonarmi? – chiese con una punta di speranza nella voce .

-non riesco a far finta di nulla, non ce l'ha faccio. E soprattutto non riesco a non pensare a questi anni passati nella speranza di riaverti nella mia vita. Sono cresciuto, ho diritto a pensare anche alla mia felicità. Entrambi meritiamo cose belle nella vita, abbiamo due figli che vengono al primo posto, sempre. Sono convinto comunque che le nostre vite erano destinate a incontrarsi ma non a continuare sulla stessa strada. Ho vissuto la mia vita sempre da solo con Jace. Non rinnego la nostra storia, ci siamo amati e sostenuti a vicenda, per un certo periodo;ho creduto di avere la famiglia che tanto bramavo, ma, ripeto non rinnego nulla, semplicemente arrivati ad un certo punto non eravamo più sulla stessa lunghezza d'onda. –

Alan ascoltava in silenzio, capiva il punto di vista dell' uomo. Aveva creduto, forse scioccamente di riprendere da dove avevano interrotto, ma, ascoltandolo aveva capito che non sarebbe stato possibile. Gli sorrise e gli diede un leggero bacio sulle labbra che sapevano di addio.

Lance e Jace, ritornarono a casa. Rimasto solo ad ammirare il paesaggio davanti a se, pensò di essere finalmente libero. Adesso avrebbe potuto ricominciare a vivere serenamente, aveva chiuso una porta, quella del passato, ora aspettava qualcuno che gli facesse venire voglia di aprirne un'altra.

FINE

FINALE 1 QUELLO LEGGEMENTE TRISTE

NEL RICORDO DI....Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora