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Il lunedì successivo Lance riprese a lavorare in ospedale. Le ferie erano finite, e su sollevato di riprendere la solita routine. Di Alan non aveva saputo più nulla, a parte qualche messaggio da parte di Laura, per il resto la vita sembrava essere tornata alla normalità. Finito il turno di lavoro verso le 22 andò da Debby a prendere Jace. Era grato a quella giovane ragazza per tenergli il figlio quando usciva da scuola e quando gli toccava il turno di notte. Da quando si erano trasferiti a Galway, aveva dovuto separarsi dall'affetto dei coniugi Declan, li avevano aiutati molto, e fu grazie al loro interessamento che potè contare sulla presenza della ragazza. Debby e il marito Zach si erano affezionati ai due forestieri e divennero dei zii acquisiti per Jace e due fratelli per Lance. A nulla erano valse le proteste di Lance quando anni prima aveva fatto capire agli amici che avrebbe cercato una baby sitter che potesse occuparsi di Jace quando lui era di turno. Si erano talmente impuntati, che ,nonostante il lavoro al ristorante riuscivano a essere presenti per il loro piccolo amico. E Jace gli si affezionò a tal punto da comportarsi sempre bene. Forse Jace era cresciuto circondato da troppi adulti, ma era un bambino sereno, andava d'accordo con i compagni di classe e aveva degli amici con cui giocare come ogni bambino di sei anni.

- ciao – salutò Lance rivolto ai due amici. Ricambiarono il saluto. Il ristorante si stava svuotando, il clima piovoso degli ultimi giorni, non facilitava la voglia di uscire.

Jace stava finendo un compito per la scuola aiutato dalla figlia della coppia. Fiona lavorava come commessa in un centro commerciale a Dublino e per quanto amasse la sua città, aveva preso in affitto un appartamento con delle amiche. Ma appena poteva tornava a casa e si rilassava in compagnia di Lance e Jace.

Parlarono per una buona mezz'ora, poi decisero di andare a casa. Ormai si erano fatte le 23 e Jace iniziava a sbadigliare dal sonno.

Vennero accolti dall'abbaiare felice di Flex, il cane non faceva altro che scodinzolare e guaire di gioia come se non vedessi i padroni da parecchio tempo. Lo fece entrare in casa e si accucciò ai piedi del letto di Jace.

Il cellulare messo sotto carica in cucina iniziò a suonare, Lance dopo un attimo di smarrimento e per capire cosa stesse suonando, rispose. Dall'altre parte la voce agitata di Morgan lo svegliò del tutto. Alan era stato male e l'avevano accompagnato in ospedale. Lo avevano chiamato perché in un momento di lucidità era stato lo stesso Alan a invocare il suo nome. Professionale, Lance, tranquillizzò l'uomo, avvisandolo che avrebbe raggiunto l'ospedale. Jace, abituato a sentire il telefono suonare ad ogni ora, sbadigliando raggiunse il padre.

-c' è un emergenza, Alan è stato ricoverato e ha chiesto di me. appena esco chiuditi dentro e ritorna a dormire. Ho mandato un messaggio a Debby, quindi se hai bisogno chiama lei. Ok? – chiese abbassandosi a livello del figlio. Jace sorrise annuendo. Non era la prima volta in cui stava a casa da solo. Prima che il genitore fu fuori, ritornò in camera sua per poi raggiungerlo con in mano una busta.

-puoi darla a Alan appena sta meglio? – chiese supplicando il genitore. Sorrise al figlio e ripetè di chiudere la porta a chiave.

Trovò Morgan e Laura seduti su delle sedie in metallo, il medico stava visitando da diverso tempo Alan e non aveva fatto sapere nulla. Lance, dopo una breve occhiata agli amici entrò per capire cosa stesse succedendo. Quando uscì , si avvicinarono a lui chiedendo cosa avesse Alan

-Deve essere operato d'urgenza – rivelò Lance ai due che rimasero sbigottiti.

-ma fino a stamattina non aveva nulla, - disse Morgan guardando la moglie – avevamo in procinto di partire per Londra, e poi tornare a casa. –

-quello che so è che rischia una perforazione della pendice se non viene subito operato. Rischia la vita, se non lo si opera. Mi spiace per i vostri piani, ma credo la salute venga al primo posto – rispose

- ma certo, lo sappiamo. – Laura fissò il ragazzo. – dobbiamo dare noi l'autorizzazione? – chiese preoccupata

-l'ospedale ha chiamato i genitori a New York, e hanno detto di operare e sarebbero arrivati il prima possibile. – li vide un po' più sereni e dopo un ora, non essendoci altro da fare ritornarono in albergo lasciando Lance a sbrigare per conto di Alan la parte burocratica Fu operato immediatamente, l'intervento, tra la preparazione e il risveglio durò circa un ora. Quando lo riportarono in camera, capì che la sua presenza non era più necessaria. Scambiò due parole con il suo collega e ne tornò a casa.

Quando due giorni dopo, riprese il turno pomeridiano, decise di andare da Alan, non doveva temere nulla, era nel suo ambiente lavorativo e aveva intenzione di non farsi vedere debole in sua presenza.

-Buongiorno signor Byrne, come sta stamattina? Devo farle il prelievo del sangue – si bloccò quando notò vicino al letto la presenza di un uomo e una donna. Lance capì che potevano essere i genitori arrivati dall'America. Incutevano timore, ora capiva quello che gli aveva confessato Alan circa il portamento dei genitori. – scusate, non sapevo fossero arrivati i parenti. Mi scusi. Faccio in fretta e vi lascio parlare. –

-Lei è l'amico di Alan? – chiese la madre stringendogli la mano con affetto. Stupito guardò il malato con un espressione di vero stupore.

-mi spiace signora, io sono l'infermiere che si occupa di suo figlio – rispose ritornando professionale

-in ogni caso, - intervenne il padre – Morgan ci ha detto che lei è corso immediatamente in ospedale e ha chiesto al medico l'intervento d'urgenza per mio figlio. La ringraziamo di cuore. –

Lance era imbarazzato, ma ringraziò per le belle parole che gli dissero

- si, mi associo ai miei, - disse Alan allungando il braccio per farsi fare il prelievo. – mi hanno detto che sei corso in piena notte. E Jace? Come hai fatto con lui? –

-Signor Byrne, - esordì Lance mettendo la provetta nel carrello dei prelievi. – non deve preoccuparsi per mio figlio. Sa come comportarsi in queste situazioni, e per fortuna non succedono molto spesso. Con permesso, - venne richiamato dal giovane

-aspetta, devo parlarti, - Lance lo guardò con un sorriso di circostanza, sentiva gli occhi dei coniugi Byrne osservare la scena in silenzio.

- io non ho nulla da dirle. Non deve sentirsi in debito, perché ho fatto solo il mio dovere. Salutò con un cenno di testa i presenti e uscì. Chiusa la porta alle sue spalle tirò un sospiro di sollievo, dall'altra parte della porta li sentiva chiacchierare, si allontanò tornando a fare il suo lavoro.

Quando fu vicino a casa dopo quella giornata stancante di lavoro, si accorse di essersi dimenticato di dare la busta di suo figlio ad Alan, incuriosito la aprì, dentro un piccolo foglietto di carta strappata da un quaderno con scritto "guarisci presto ti voglio bene". Gli vennero le lacrime agli occhi, pensando a quanto amore avesse bisogno il bambino e anche lui. Era stanco di affrontare tutto da solo. È vero aveva tanti amici che gli volevano bene e amavano Jace, ma Lance sentiva un vuoto dentro. 

NEL RICORDO DI....Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora