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POV LANCE

Rimasi stupito dalla persona incontrata da Jace, tra le tante, lui era quello che non mi sarei mai aspettato di rivedere. Era bagnato come un pulcino e mi fece pena. In quanto a Jace gli ordinai di andare a lavarsi per non beccarsi un malanno. Mi feci seguire da Alan e lo portai nel bagno esterno al cottage, dove per ogni evenienza lasciavo un ricambio abiti e il necessario per lavarsi. Non capitavano mai situazioni del genere. Dove abitavamo era in una zona della valle poco, anzi quasi mai visitata per quello l'avevo scelta. Ma quando capitavano situazioni d'emergenza ero preparato ad affrontarle. Ero curioso del perché si trovasse in Irlanda, forse era alla ricerca di nuovi argomenti per i suoi libri. In ogni caso averlo rivisto mi aveva per un attimo fatto ripensare al nostro ultimo incontro. Ero ferito, lo ammetto; non volevo riaprire vecchi discorsi. Avevo voltato pagina e non mi sentivo più il ragazzino di prima. Bevemmo il the in silenzio, anche Jace di solito chiacchierone avvertiva un clima diverso. Dopo merenda mi chiese il permesso di andare in camera sua a guardare la televisione, naturalmente glielo concessi.

-E' davvero una bella casa – rompe il silenzio Alan – forse un po' fuori mano.

-è quello che volevo – gli rispondo senza aggiungere altro, prendendo le tazzine per metterle nel lavandino, avrei pensato dopo a lavarle.

-sei cambiato –

-tutti cambiano in quattro anni – lo guardo negli occhi chiedendomi dove vuole arrivare con le sue domande.

-bhè si in effetti – lo vedo impacciato, sembra non essere più quella persona dura e fredda, ma forse è solo l'imbarazzo nel trovarci dopo anni.

-come mi hai trovato? – chiedo non riuscendo a trattenermi.

- è stato semplicemente un caso. Morgan e Laura... ti ricordi di loro? – mi chiede ed io annuisco. Ricordo bene l'editore della casa editrice e la sua collaboratrice – si sono sposati e sono qui in Irlanda in viaggio di nozze. È stato Morgan un giorno a dirmi di avere visto un ragazzo assomigliante a te.

-oh! – sono stupito lo ammetto e non faccio nulla per mascherare la sorpresa. – e sei partito? Così su due piedi? –

-esatto – mi risponde sorridendo – era una possibilità, lo ammetto, ma volevo provarci. Una volta arrivati ho provato subito a chiamare gli ospedali. Sapendo di Jace ho pensato tu dovessi appoggiarti a un medico. Sono stato fortunato. E ti ho trovato.

lo guardo in silenzio, sono compiaciuto, dopo anni ha comunque provato a cercarmi, non voglio abbassare la guardia, non voglio ferirmi e illudermi nella sua amicizia. Mi chiede cosa ho fatto per riuscire a vivere senza dover chiedere aiuto.

-sono stato aiutato da tante persone invece – gli rispondo - La famiglia del dottor Declan, il medico che ha operato mio figlio. se non fosse stato per loro, io non sarei la persona che hai qui davanti. - Riprendo a raccontare e lo vedo molto attento. - Durante la degenza di Jace venni seguito da una psicologa, non riuscivo a vedere una via d'uscita. Continuavo a piangere, non ero in grado di fare altro. Poi intervenne la moglie del dottore, una donna molto attiva in opere di volontariato, e mi chiese di aiutarla con del volontariato lì in ospedale. Sarei comunque stato vicino a Jace, ma nello stesso tempo avrei avuto un po' si tempo per me. In una pausa mi chiese se avessi mai preso in considerazione l'idea di diventare un infermiere. Ed io titubante accettai. Mi ha aiutato a finire la scuola superiore e ho fatto davvero dei sacrifici enormi per mettermi a pari studiando da privatista, e loro hanno speso davvero tanti soldi per me. – l'avevo sorpreso, aveva l'espressione si vero stupore ed io annui.

-ho avuto bisogno della signora Declan . Usciti dall'ospedale ho lavorato come cameriere. Dopo di che, una volta preso il mio diploma ho iniziato a studiare per poter laurearmi in scienze infermieristiche, è stato duro e faticoso. Ho studiato senza sosta, supportato da tutti loro. C'erano delle giornate in cui vedevo mio figlio solo alla sera. Passavo sui libri o al ristorante la maggior parte del tempo. Ma ce l'ho fatta. Adesso lavoro al Galway clinic.

Alan ha gli occhi lucidi di orgoglio. E a me fa piacere vederlo cosi.

NEL RICORDO DI....Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora