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- che dici di fare una pausa oggi? – propose Alan. Aveva notato nel suo assistente, un cambio d'umore che lo preoccupò. Non era mai stato troppo loquace, ma negli ultimi giorni l'aveva visto spento. Per cui decise di lasciare perdere il lavoro per quella giornata. Alan pensò di fare una cosa gradita invece con somma sorpresa, Lance chiese se poteva andare a casa. Rimase basito di fronte al fatto che preferisse tornare a casa anziché passare la giornata con lui.

-non credo di poterti accontentare – gli rispose seccato accomodandosi nuovamente sulla sedia dietro alla scrivania. –

-Perché no? Non è stato lei a voler far pausa oggi? Quindi mi dica quanto tempo ho a disposizione. Nelle pause posso gestirmi come voglio. Giusto? – ribatté Lance prendendo coraggio per guardarlo dritto negli occhi. Non voleva mostrarsi debole davanti al datore di lavoro, e non voleva neanche che capisse quanto gli abbia fatto male nel sentire il giudizio che aveva su di lui.

-Sai che ti dico? Al diavolo la pausa, oggi si lavora, e farai anche gli straordinari! – sentenziò Alan mettendo fine alla discussione. Lance senza aggiungere altro prese posto al suo tavolo e iniziò a battere delle mail, per poi passare a ricopiare degli appunti su alcuni argomenti di attualità. A metà pomeriggio, dopo aver lavorato senza fermarsi, il clima tra i due era teso. Non si erano rivolti la parola se non per questioni riguardanti il manoscritto, e anche in quel frangente, Lance aveva risposto a monosillabi. Frustrato dal comportamento del ragazzo, Alan si alzò e gli andò vicino, notando immediatamente l'irrigidimento di Lance. Si chiese se fosse lui la causa. E per un attimo gongolò all'idea di esserlo.

-Sei sempre teso, quando mi avvicino a te – disse mentre si avvicinava al viso di Lance che trattenne il respiro, rendendosi conto di star arrossendo. Dopotutto era un adolescente in piena crisi ormonale, e non aveva mai provato quelle sensazioni. Tralasciando l'unica esperienza sessuale, tra l'altro non ricordava nulla essendo ubriaco, non aveva mai avuto un ragazzo, non era mai stato innamorato. Per cui, sentire il fiato sul collo di un uomo di cui era infatuato gli faceva uno strano effetto

-non è vero – rispose deglutendo evitando di muoversi per non sfiorarlo.

-ti sei preso una cotta per me? – azzardò Alan e preso alla sprovvista Lance si girò di scatto facendo combaciare per un breve istante le loro labbra. Imbarazzato Lance si alzò di scatto rovesciando la sedia, guardava Alan con occhi sgarrati aspettandosi la sfuriata che non avvenne. Anche Alan senza darlo a vedere era rimasto stupito per la sensazione che aveva provato.

- Mi...mi.. scusi, mi sono mosso troppo in fretta – balbettò cercando di rallentare il battito del suo cuore.

-Non è successo nulla, ci siamo scontrati, tutto qui. Mi sembri un diciottenne che non ha mai ricevuto un bacio. – scoppiò a ridere ignorando l'espressione di Lance.

Infine, come se niente fosse, Alan tornò serio come sempre. Lo avvertì che sarebbe uscito, ma di aspettare ad andarsene. A Lance non rimase altro da fare che annuire.

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